Numero 7 del 2007
Uomini contro la violenza sulle donne
Testi pagina 12
La sirena di un'autoambulanza checorre a velocità pazzesca fa rabbrivi-
dire i passanti e bloccare il traffico a
Catania. Chi giacerà sul lettino all'in-
terno, si tratterà di un incidente, di una
malattia o, come tutti sperano, di un
bambino frettoloso di venire al mondo?
Un pullman è rovesciato sul lato di
una strada vicino Vercelli. Dall'ammas-
so di lamiera accartocciata e di vetri
spezzati arrivano grida, pianti e lamen-
ti. Sono voci infantili.
Due tragedie, a sud e a nord dell'Ita-
lia che hanno in comune non solo tanto
dolore.
Nel primo caso, ci troviamo nella cu-
cina di una casa a Catania, dove una
bambina di quattro anni sta affondan-
do la manina nel mucchio rosso e lu-
cente delle ciliegie. E' contenta la picco-
la golosa: la mamma, accanto, la guar-
da, non sospettando alcun pericolo. Ma
ad un tratto, la bimba comincia a tossi-
re, diventa paonazza, una schiuma
bianca le esce dalla bocca. Un nocciolo
di ciliegia le è andato di traverso e le
blocca il respiro. Inutile scuoterla, capo-
volgerla, darle colpi sul petto e sulla
schiena. Anche i medici dell'ospedale
non riescono a rianimarla…
Secondo caso: un altro bimbo muore,
insieme ad un piccolo compagno della
sua età e a tanti altri ragazzini feriti
una mattina che doveva essere festosa,
alle porte di Vercelli. Ritornavano da
una gita scolastica a Torino ed erano al-
legri. Avevano tante cose da raccontare
a casa, tanti souvenirs da far vedere. In-
tanto cantano a squarciagola e si fanno
scherzi, come tutte le scolaresche del
mondo quando escono dai banchi e si
sentono in vacanza. Ma, senza nessun
segno premonitore, il pullman esce di
strada e comincia a rotolare nel burro-
ne. Dopo si cercheranno le cause del dis-
astro: un malore dell'autista, un colpo
di sonno o, ipotesi agghiacciante, uno
spinello fumato prima della partenza?
La magistratura accerterà i fatti, ma la
verità non consolerà, se non in minima
parte, lo strazio di quei genitori che
aspettano ansiosi e felici, il ritorno dei
figli.
Schiacciate sotto il peso del dolore
più grande del mondo, quello più inna-
turale, che non sarà mai superato da un
genitore, la famiglia meridionale e quel-
la settentrionale hanno preso la stessa
decisione: donare gli organi dei loro
bambini morti perché altri bambini ma-
lati guarissero, crescessero, vivessero.
Solo l'amore verso i più piccoli e fragili
fra gli esseri umani rende possibile una
scelta simile che pare aggiungere strazio
a un corpo ferito a morte; solo un alto
concetto della maternità e della pater-
nità, come valore sociale e responsabili-
tà civile, può risollevare dalla dispera-
zione una madre e un padre che pensa-
vano non valesse più la pena di vivere.
Non è una verità facile questa: se-
condo il Ministero della Salute, nel
2006 in Italia, risultavano essere
10.000 le persone in attesa del trapian-
to di uno o più organi, mentre i trapian-
ti effettuati erano solo 3.070: un'allar-
mante sproporzione fra bisogni e dispo-
nibilità pagata con migliaia di vite
umane. Ugualmente basso il numero dei
donatori, anche se va significativamen-
te crescendo : 2.090 sempre nell'anno
passato, ma, favorito anche dalle varie
campagne mediatiche, un risveglio del-
la coscienza collettiva pare essere docu-
mentato dalle A.S.L., dove molte perso-
ne in buona salute testimoniano il loro
consenso a un eventuale prelievo degli
organi, una volta decedute.
Il progresso scientifico ha permesso
questo miracolo di solidarietà umana:
anche quando la nostra vita è finita
possiamo regalare un futuro agli altri. E
il pensiero moderno ci permette di cre-
dere che altre conquiste verranno se sa-
premo vedere e rispettare i legami indis-
solubili che ci uniscono gli uni agli altri.
luglio/agosto 2007 noidonne12
Sono tutti nostri figli
Il meglio di noi
Giuliana Dal Pozzo
la fine di una vita e il regalo
del futuro agli altri. Progresso
scientifico e solidarietà umana
Gauguin, La conversazione, 1891