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Numero 11 del 2008

L'inverno dei diritti


Foto: L'inverno dei diritti
PAGINA 12

Testi pagina 12

Ha suscitato giustificate preoccupa-zioni il progetto della Regione Emi-
lia-Romagna recante le "linee guida per
la piena applicazione della legge 194".
Infatti, dando "piena" libertà alle asso-
ciazioni di volontariato, dunque anche
a quelle antiabortiste pregiudizialmente
e senza eccezioni, esse potrebbero aprire
la porta a indebite pressioni "missiona-
rie"sulle donne che si rivolgono al con-
sultorio per presentare i loro problemi.
Nessuno stupore. Primo: per-
ché la coscienza laica del pae-
se è ormai così debole che il
magistero cattolico non osa
chiamare "assassine" le donne
che abortiscono, ma può per-
mettersi di definire l'aborto un
"assassinio"; secondo: perché
la posizione del Partito Demo-
cratico nei confronti dell'inge-
renza del Vaticano e dei teo-
dem appare ondivaga e trop-
po indulgente. Sarebbe bene,
invece, che il PD, partito di
opposizione, richiamasse i
suoi iscritti e simpatizzanti
cattolici al costume della tol-
leranza, elemento fondante
delle rispetto reciproco e della
pace sociale. Ma questo parti-
to purtroppo ha tanto esteso il
concetto di tolleranza al suo
interno da "tollerare gli intol-
leranti". Voglio dire: nessuno
deve essere spinto a rinunciare
alle proprie convinzioni, ma
la buona fede di chi è persua-
so di agire per il Bene non è un'atte-
nuante se quel Bene lede i diritti altrui.
Il filosofo Popper ci mette in guardia sui
rischi del "paradosso dell'intolleranza":
se pratichiamo una tolleranza illimita-
ta, se la estendiamo anche agli intolle-
ranti, ne segue che i tolleranti saranno
distrutti e, con loro, la virtù della tolle-
ranza. E' necessario dunque dare un'im-
postazione pragmatica al concetto di
tolleranza, vedere cioè quali sono le
conseguenze che ne derivano concreta-
mente. Ma non basta: si deve anche sfa-
tare l'immagine mitica della tolleranza:
non è vero che chi è tollerante apprezza
la diversità dell'Altro, è ansioso di con-
frontarsi con lui, ne accetta facilmente
il modo di pensare e di vivere. Anzi: tol-
leranza vuol dire venire a patti con
qualcosa che è lontano da te, qualcosa
comunque in cui non ti riconosci perché
urta i tuoi sentimenti e a volte ti infasti-
disce. Cosa vuol dire tolleranza lo spie-
ga benissimo l'espressione "case di tolle-
ranza": anche la Roma dei Papi ne era
piena, ma si portava pazienza, il desi-
derio di purezza e castità veniva a pat-
ti col convincimento che la prostituzio-
ne fosse necessaria per rispondere ai bi-
sogni insopprimibili dei maschi italici,
respinti dalle caste vergini, future madri
e spose. La tolleranza insomma è ben
lontana dall'idea utopica di amore, dal-
l'agape dei greci e dalla pietas dei ro-
mani; non esprime cioè un elevato idea-
le, bensì un concetto molto più povero e
dimesso: la tolleranza è un rimedio pra-
tico che, grazie al necessario distacco
dalle proprie opinioni, permette di rag-
giungere i necessari compromessi, indu-
ce gli individui ad essere accomodanti e
ragionevoli, concilianti e flessibili. La
tolleranza lascia insoddisfatti quanti
sono mossi da utopiche idee-forza poi-
ché rappresenta un tipo di convivenza
modesto, incapace di accendere uno
spirito visionario.In quanto "rassegna-
zione consensuale" (M.Talbi) essa non
può albergare nell'animo di chi vive l'os-
sessione della purezza, di chi sente di
avere il compito di portare il prossimo a
conoscere e condividere la Verità. Que-
ste persone animate da una forte carica
emotiva, spesso ideale e disinteressata,
sono ripiene di spirito missionario, vo-
gliono salvarci dal Male. Niente di nuo-
vo: la conversione è la parola d'ordine
del cristiano militante, anzi lo zelo mis-
sionario ha scritto alcune delle peggiori
pagine nella storia della chiesa (il prete
è stato l'accompagnatore dei
mercanti e dei soldati che sono
sbarcati nelle colonie). E anco-
ra: se il prefetto di Roma, il
pagano Simmaco, scriveva: "Il
mistero di Dio è così grande
che non vi si può arrivare per
una sola via", S. Ambrogio ri-
spondeva: " Quello che voi cer-
cate noi già lo sappiamo dalla
voce di Dio". Gli italiani dun-
que sono figli di una cultura
millenaria costruita non solo
sullo spirito missionario, ma
anche sull'autorità dei dogmi,
cioè sulla voce di Dio interpre-
tata dalla Chiesa di Roma (la
stessa che condannò la deci-
sione di Lutero di tradurre in
tedesco la Bibbia per permet-
tere a tutti i fedeli di leggere la
parola divina). Concludendo:
spirito missionario e dogmi,
un binomio che rende non giu-
stificabile umanamente, ma
storicamente comprensibile
l'intolleranza che minaccia la
disposizione alla democrazia del citta-
dino di fede cristiana (dal ginecologo
obiettore al farmacista, dal volontario
del consultorio al parlamentare).
Bisogna ammettere però che coloro
che sferrano attacchi alla 194 si muo-
vono in un'atmosfera propizia, nel sen-
so che un clima di intolleranza e di fo-
bia si è ormai diffuso nel paese e oggi,
come nel ventidue, l'Europa ci guarda
preoccupata sperando che l'Italia non
diventi, con tutte le differenze del caso,
il laboratorio di una democrazia di car-
ta dove i primi a rimetterci sono, come
sempre, i più deboli: bambini, donne,
anziani.
novembre 2008 noidonne12
Zero alla tolleranza
Laicità
Stefania Friggeri
spirito missionario e dogmi
conducono all'intolleranza e
minacciano la democrazia
Anna Maria Bauer, Intervall, Zurigo 2002
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