Numero 11 del 2009
Sex love & ...
Testi pagina 12
Nell'anno scolastico 2007/8 il mini-
stro Fioroni, governo Prodi, emana una
ordinanza sugli esami di Stato che equi-
para l'Insegnamento della Religione
Cattolica (IRC), materia facoltativa, al-
le materie curriculari: l'insegnante di re-
ligione viene ammesso agli scrutini e i
suoi alunni godranno di un credito ag-
giuntivo con discriminazione di chi in-
vece non ha seguito le lezioni di religio-
ne. Contro l'ordinanza di Fioroni 24 sog-
getti, tra associazioni laiche e confessio-
ni religiose, hanno presentato ricorso ed
è a loro che risponde la sentenza del
TAR del Lazio la quale stabilisce che
"un insegnamento di carattere etico e re-
ligioso, strettamente attinente alla fede
individuale, non può assolutamente es-
sere oggetto di una valutazione sul pia-
no del profitto scolastico" e che lo Stato
"dopo aver sancito il postulato costitu-
zionale della assoluta, inviolabile liber-
tà di coscienza nelle questioni religio-
se…non può conferire ad una determi-
nata confessione una posizione domi-
nante violando il pluralismo ideologico
e religioso". Dominante? Nel clima di re-
staurazione degli ultimi decenni in effet-
ti alla Chiesa cattolica sono stati con-
cessi anche nella scuola privilegi prece-
dentemente inimmaginabili, soprattutto
in tempi di vacche magre: a differenza
di tutti i colleghi ai quali, anche se han-
no superato esami e concorsi non viene
garantito di sfuggire al precariato, gli
insegnanti di religione sono stati assun-
ti a tempo indeterminato e, se la loro
cattedra viene soppressa, passano ad
altro insegnamento, in testa a tutte le
graduatorie. Inoltre per loro non vale,
anche se l'insegnamento è facoltativo, il
rapporto docente/numero di alunni, la
scure che falcidia il numero degli inse-
gnanti attivi nella scuola. E questo an-
che se la loro presenza nella scuola
pubblica (sono pagati coi soldi dei con-
tribuenti) rappresenta una vera e pro-
pria anomalia giuridica: essendo nomi-
nati individualmente dal vescovo sfug-
gono alle forche caudine dei concorsi,
ma non a quelle del diritto canonico,
come è accaduto all'insegnante rimossa
dal vicariato perché…aveva divorzia-
to. E gli insegnanti di ora alternativa
(alla religione)? Non sempre l'ora alter-
nativa viene programmata, e figuriamo-
ci cosa accadrà in futuro dopo i tagli
previsti dal tandem Gelmini/Tremonti. Il
prof. Marani, che ha passato i suoi guai
nel 2008 per aver sottoposto ai suoi stu-
denti (Liceo Scientifico di Cesena) un
questionario in cui dovevano indicare
quale insegnamento avrebbero scelto
(fra Religione Cattolica, Storia delle Re-
ligioni e Diritti Umani) qualora la scuo-
la le avesse programmate tutte e tre, co-
sì ha scritto: "non si può dire che vi sia
pari opportunità di scelta fra una mate-
ria di cui si conosce il programma, il do-
cente e il libro di testo e una materia
fantomatica…Il risultato è che molti
che all'IRC preferirebbero materie come
Storia delle Religioni o Etica e diritti
umani si vedono costretti a scegliere
l'IRC perché come alternativa vedono
il… "non si sa che cosa". " A dire la ve-
rità anche nell'ora di religione non si sa
esattamente cosa viene insegnato. Se-
condo la mia pluridecennale esperienza
nella scuola i docenti si preoccupano
soprattutto di insegnare la "morale cat-
tolica", ovvero -come stupirsi?- la mora-
le sessuale secondo la CEI: castità, no
alla contraccezione, aborto uguale a
omicidio (ricordo ancora il caso della
madre che si scagliò a scuola a prote-
stare contro l'insegnante che aveva defi-
nito assassine le donne che abortisco-
no). Ed è raro che i docenti di religione
facciano leggere i testi sacri allo scopo
di fare uscire i giovani dall'analfabeti-
smo dominante in materia di religione.
Perché? forse perché la Chiesa cattolica
ancora oggi vive una dimensione dog-
matica e non è incline a favorire lo svi-
luppo del pensiero critico, della libertà
intellettuale, del dubbio. Queste le mie
obiezioni ad un collega prete che si la-
mentava perché i genitori, insieme ad
altri, numerosi e costosi libri di testo,
non sempre compravano quello di reli-
gione. Ma che magari avrebbero com-
prato la Bibbia e il Vangelo. La cui let-
tura diretta ci darebbe dei giovani non
solo alfabetizzati ma anche educati al
rispetto della libertà di coscienza, il po-
stulato che sta a fondamento della vita
democratica; che è tanto più necessario
difendere oggi se vogliamo che non de-
generi in uno scontro, l'incontro col di-
verso che viene da fuori. E che perciò
non solo è minoranza, ma non porta in
sé il gene identitario, in un paese dove il
22/1/09 la Camera ha approvato la ri-
soluzione dell'on.le Garagnani che reci-
ta così: "…impegna il governo a far sì
che nell'ambito dell'autonomia scolasti-
ca, fatta salva la libertà di insegnamen-
to dei docenti, sia reso esplicitamente
obbligatorio nelle indicazioni nazionali
il preciso riferimento alla nostra tradi-
zione culturale e spirituale che si ricon-
nette esplicitamente al cristianesimo".
L'ora di religione insomma vissuta e di-
fesa come "ora di identità" obbligatoria,
facile ricettario culturale/politico della
destra, capofila nel rivendicare l'egemo-
nia culturale dell'Occidente e, in esso,
del cattolicesimo. Gravissima dunque
la decisione della Gelmini che, di fronte
alle proteste della CEI contro il "bieco il-
luminismo" del TAR, ha subito detto che
avrebbe fatto ricorso alla Consulta di
Stato, incoraggiata in questo dal suo
predecessore, Fioroni. Indifferenti en-
trambi al fatto che il ricorso contro la
sentenza del TAR è un atto degno di
uno stato assoluto perchè, come nel ca-
so Englaro, il governo (esecutivo) can-
cella le decisioni della magistratura
(giudiziario). Ne esce demolito uno dei
principi cardine della democrazia, la di-
visione dei poteri, e il clima di illegalità,
di trionfo del più forte (che ha già am-
morbato il paese) viene ancora una vol-
ta confermato e reso legittimo: la reli-
gione cattolica ridiventa nei fatti, come
novembre 2009 noidonne12
Il TAR del Lazio fa ...Scuola
Elementare laicità
Stefania Friggeri
ribadito che la religione,
materia facoltativa, non può
'fare media' nei profitti
degli alunni
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