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Numero 5 del 2009

La nuova Europa


Foto: La nuova Europa
PAGINA 12

Testi pagina 12

Le polemiche che hanno accompa-
gnato la dolorosa vicenda di Eluana En-
glaro fin dal suo nascere, ed il dibattito
pubblico che ne è scaturito, mentre da
una parte hanno contribuito a destare
l'interesse dell'opinione pubblica sui te-
mi legati alla morte, all'accanimento te-
rapeutico, all'eutanasia, dall'altra han-
no fatto sì che aumentasse nell'opinione
pubblica la confusione sui concetti le-
gati alla morte cerebrale, al coma, al fi-
ne vita. Molto spesso, infatti, si sono le-
vate voci non sempre esatte, frequente-
mente faziose ed incomplete, più spesso
ancora poco attendibili, o eccessiva-
mente ideologizzate.
Una situazione che ha portato il
Centro Nazionale Trapianti a fare delle
precisazioni in un apposito comunicato
stampa diramato il 5 febbraio scorso.
"In merito ad alcune confuse afferma-
zioni -vi si leggeva- emerse negli ultimi
giorni nell'ambito del dibattito sul caso
Englaro" e "per introdurre elementi di
chiarezza sottolineando la sostanziale
differenza che vi è tra lo stato di coma,
quello di 'stato vegetativo persistente',
in cui si trova Eluana, e la morte cere-
brale".
Una differenza fondamentale tra lo
stato in cui si troverebbe Eluana e la
morte chiarita illustrando alcuni criteri
atti a distinguere fra il coma (…altera-
zione del regolare funzionamento del
cervello… compromissione dello stato
di coscienza... ma le cellule cerebrali so-
no vive ed emettono un segnale elettrico
rilevabile attraver-
so l'elettroencefa-
logramma…e co-
munque situazio-
ne dinamica, che
può variare sia in
senso regressivo
che progressi-
vo…). Il comunicato
prosegue descrivendo lo stato vegetati-
vo persistente (spesso confuso con la
morte cerebrale), in cui "le cellule cere-
brali sono vive e mandano segnali elet-
trici evidenziati in modo chiaro dall'e-
lettroencefalogramma, mentre nella
morte encefalica le cellule cerebrali so-
no morte, non mandano segnale elettri-
co".
Il raffronto fra i due stati è evidente,
ed "ha precisi riscontri sul piano clinico:
nello stato vegetativo persistente il pa-
ziente può respirare in modo autonomo;
mantiene una vitalità circolatoria, re-
spiratoria e metabolica e un controllo
sulle cosiddette funzioni vegetative
(temperatura corporea, pres-
sione arteriosa, diuresi, etc..).
Nella morte encefalica il sog-
getto ha perso in modo irre-
versibile la capacità di respi-
rare e tutte le funzioni encefa-
liche: non ha controllo sulle
funzioni vegetative".
Appare evidente che lo sta-
tus vegetativo persistente in
cui si trovava Eluana non po-
teva essere in alcun modo as-
similato alla morte cere-
brale, che coincide con la cessa-
zione di tutte le funzioni vitali
del cervello, generata dalla di-
struzione totale delle cellule ce-
rebrali.
Si è potuto chiarire, così, l'e-
quivoco di fondo. Eluana, infat-
ti era in coma, e non in morte
cerebrale. E' stato questo il ma-
linteso, il punto cardine del ca-
so, l'origine di molte dichiara-
zioni improprie, di tanta confu-
sione. La discussione si è erro-
neamente incentrata sul suicidio
assistito, sull'eutanasia, sull'accanimen-
to terapeutico, mentre il vero dibattito
(purtroppo mediatico, piuttosto che eti-
co, giuridico e filosofico) andava svi-
luppato esclusivamente sulle dichiara-
zioni di fine vita
(TAD), o testa-
mento biologico.
Una premessa,
questa, che avreb-
be già di per sé
contribuito a fare
un po' di chiarez-
za. Certamente, co-
me minimo, avrebbe limitato di molto
gli errori ed gli orrori che sono circolati
su tv, stampa e web.
Il caso di Eluana quindi, o meglio,
ciò che ne è scaturito in termini di pub-
blico dibattito, ha finito inevitabilmente
per incidere negativamente sul trend dei
donatori di organi in Italia, facendo sì
che anni di sensibilizzazione alla cultu-
ra della donazione degli organi fossero
rimessi in discussione.
Il dibattito, falsato ed alterato da er-
ronee convinzioni, ha inciso negativa-
mente sulla coscienza di tutte quelle
persone che avevano sentito l'esigenza
di aprirsi all'altro, di riconoscerlo e di
prendersene cura, compiendo l'atto
estremo (nel senso di "ultimo") della lo-
ro esistenza terrena. Quello della dona-
zione dei propri organi e dei propri tes-
suti.
La disinformazione, la confusione, ed
alla fine la repulsione per un argomento
trattato e bistrattato in tutte le salse, ha
fatto sì che si registrasse un periodo di
flessione (anche se leggera, per la veri-
tà) del numero dei donatori. Flessione
puntualmente rilevata dal report an-
nuale sull'attività di donazione e tra-
pianto, pubblicato dal Centro Naziona-
le Trapianti.
Una tesi che trova la sua conferma
sul fatto che, appena deceduta la pove-
maggio 2009 noidonne12
Dopo Eluana
in calo
le donazioni
di organi?
Parliamo di bioetica * Silvana SimeoneIstituto Italiano di Bioetica
www.istitutobioetica.org
Eluana
era in coma
e non in morte
cerebrale
“ “
aumentata nell'opinione
pubblica la confusione sui
concetti legati alla morte
cerebrale, al coma,
al fine vita
“ “
La discussione si è
erroneamente incentrata
sul suicidio assistito,
sull'eutanasia,
sull'accanimento
terapeutico
“ “
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