Numero 10 del 2010
Bio diversa mente
Testi pagina 12
10 noidonne | ottobre | 2010
BI
OE
TIC
A
PARLIAMO DI…
IL VALORE DELLA
BIODIVERSITÀ
a recente notizia del calcolo che alcuni scienziati
hanno compiuto, secondo il quale a partire dal
mese di agosto il nostro utilizzo delle risorse na-
turali genererebbe un “passivo”, ossia un’ero-
sione del capitale e non il semplice consumo
degli “interessi” prodotti, propone un linguaggio che forse può
aiutare a meglio comprendere l’emergenza ambientale. L’ocu-
lata contabilità, quella del “buon padre di famiglia”, ma anche
dell’amministratore previdente, presume che del capitale si uti-
lizzino gli “inte-
ressi”, vale a dire
quanto non intacca
le riserve, quanto
anche in futuro
consentirà di conti-
nuare a godere
delle medesime
condizioni, mentre
l’umanità sta attin-
gendo al capitale
naturale in maniera
imprevidente, tale
che alle generazioni future non potrà esser lasciato in eredità
quanto noi stessi abbiamo ricevuto. Il riferimento è soprattutto
alla capacità della natura di ricostituire ciò che viene prelevato
o utilizzato: l’attuale livello di consumo non rispetta i tempi
biologici, ossia non consente la ricostituzione del capitale na-
turale, ma preleva prima che alla natura sia possibile tornare
alla propria condizione di equilibrio.
Tra gli indicatori della qualità ambientale vi è, non a caso, la ca-
pacità di resilienza, ossia di ricostituire un equilibrio in seguito
a un’alterazione. Ora, perché la natura sia capace di reagire al
prelievo e ricostituire le proprie riserve, è essenziale che essa
sia non omogenea, bensì varia, ossia dotata di una molteplicità
di opportunità e mezzi di crescita e ri-crescita. È questo, in-
fatti, il nodo problematico centrale, intorno al quale è possibile
ricomporre le diverse istanze dell’ambientalismo, o, potremmo
dire, l’indicatore che le riassume tutte e consente una misura-
zione complessiva: l’azione di depauperamento, dall’inquina-
mento, che determina l’estinzione di specie viventi, alle
monoculture intensive, che alterano il rapporto tra le diverse
specie, si estrinseca principalmente nella minaccia alla biodi-
versità. Questa fu compiutamente definita nella Convenzione
sulla diversità biologica, elaborata in occasione del vertice di
Rio del ‘92 e sottoposta all’adesione dei diversi Paesi (attual-
mente 192), come “la variabilità degli organismi viventi di
qualsiasi tipo, inclusi, tra l’altro, gli ecosistemi terrestri, marini
e gli altri ecosistemi acquatici e i complessi ecologici dei quali
fanno parte; essa comprende la diversità all’interno di ogni
specie, tra le specie e degli ecosistemi”.
Dunque, la tutela della biodiversità include tutti gli organismi
viventi e tutte le specie. Ma non è tanto l’ampiezza della defi-
nizione che qui interessa, poiché, anzi, un’eccessiva estensio-
ne può produrre l’opposto effetto di far giudicare gli obiettivi
proposti irraggiungi-
bili o generici, quan-
to l’idea in essa con-
tenuta della struttu-
rale interrelazione tra
tutti i viventi: questo
è il nodo-chiave che
la convenzione pro-
poneva e che anche
una misurazione eco-
nomica delle risorse
deve considerare, os-
sia un approccio eco-
sistemico, che signi-
fica concepire tutti i
viventi, inclusa l’uma-
nità, come parte del
sistema e dunque re-
sponsabile per esso.
La protezione della
biodiversità rappre-
senta una sfida per la
green economy, poi-
ché la sua tutela è
certamente un dove-
re morale, ma è an-
che una necessità per il mantenimento di condizioni di so-
pravvivenza di un’umanità futura. Questo genere di contabi-
M. Antonietta La Torre
Istituto Italiano di Bioetica
www.istitutobioetica.org
LA TUTELA
DELLA BIODIVERSITÀ
INCLUDE TUTTI
GLI ORGANISMI
VIVENTI E TUTTE
LE SPECIE
L
L’UMANITÀ
STA ATTINGENDO
AL CAPITALE
NATURALE
IN MANIERA TALE
CHE ALLE
GENERAZIONI
FUTURE
NON POTRÀ
ESSERE LASCIATO
IN EREDITÀ
QUANTO
NOI STESSI
ABBIAMO RICEVUTO
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