Numero 11 del 2012
Futura: Il domani che è tra noi / 3
Testi pagina 12
INTRECCI
LEGGE. 194 .
Appl1ca21one tra
spending revìew
e obiettori
Lettera aperta
A1 Ministro della Salute Prof. Renato Balduzzi
e scriviamo certi di meritare tutta la Sua at-
tenzione, dal momento che la nostra associa—
zione, LAIGA (Libera Associazione Italiana dei
Ginecologi per l’Applicazione della legge
194), raccoglie quella esigua parte dei gineco-
logi italiani, cosiddetti “non obiettoriâ€, cioè quegli opera-
tori che, pur fra mille difficoltà , si fanno carico di applicare
una legge dello Stato.
Abbiamo finalmente potuto leggere la Sua relazione al Par-
lamento sullo stato di applicazione della legge 194, ed ab-
biamo notato come questa si differenzi significativamen-
te da quelle che l’hanno preceduta, sganciandosi dal rigi-
do tecnicismo della comunicazione e dell’interpretazione
dei dati, per fare un ragionamento più generale sugli obiet—
tivi e le finalità della legge.
Obiettivo primario, Lei ci dice, è la prevenzione dell’aborto;
in quest’ottica, Lei inserisce la legge 194 in un contesto più
ampio, che comprende la legge 405 sui consultori familiari,
la sentenza n. 27 del 1975 della Corte Costituzionale e il
documento del Comitato Nazionale di Bioetica del 2005
intitolato “Aiuto alle donne in gravidanza e depressione
post-partumâ€. Il nesso tra aborto e depressione post-par—
tum non è così immediato, ma intuiamo che la chiave di
interpretazione sia la supposta fragilità psicologica delle don-
ne, una fragilità “esistenzialeâ€, che si accentua drammati-
camente in gravidanza e che sarebbe la causa di gran par—
te (se non di tutte) le interruzioni di gravidanza. Sarebbe
dunque possibile prevenire gli aborti con un adeguato so-
stegno psicologico e “spirituale†alle donne: allora, ci sug-
gerisce Lei, i medici obiettori (certamente i più qualifica-
ti e certamente spinti da più alti principi etici) potrebbe-
ro essere utilizzati nei consultori, per convincere le donne
a non abortire.
noidonne | novembre-dicembre | 2012
Gentile Signor Ministro, Le ricordiamo che le leggi da lei
citate, la 194 e la 405 sui consultori familiari, sono nate pro—
prio grazie alla determinazione, alle lotte e all’impegno ci-
vile di quelle donne, cittadine del Suo Paese, che Lei ritiene
meritevoli di “tutela†perché incapaci di fare autonoma-
mente una scelta che riguarda la loro vita e la loro salute.
D’altra parte, gentile Signor Ministro, ci sembra che que-
sta, sotto altra veste, sia la stessa logica che portava taluni
ad osteggiare l’aborto medico in quanto “aborto facileâ€:
l’idea, in questo caso, era che, vista la maggiore facilità , le
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donne sarebbero corse ad abortire senza pensarci tanto, e
che dunque il numero degli aborti sarebbe sicuramente au—
mentato. È l’idea che sostanzia il parere del Consiglio Su-
periore di Sanità , acriticamente seguito dalla quasi totali-
tà delle amministrazioni delle nostre Regioni: ignorando i
dati riportati dalla letteratura scientifica internazionale e le
esperienze sanitarie degli altri Paesi, si è perseguito il fine
di rendere più difficile l’accesso all’aborto farmacologico,
consigliando il regime di ricovero ordinario con tre gior-
ni di ospedalizzazione! Eppure, gentile Signor Ministro, i
dati contenuti nella Sua relazione, seppur frammentari ed
incompleti, smentiscono questa logica: nonostante infatti
il crescente ricorso all’aborto farmacologico, il numero to-
tale degli aborti è ulteriormente diminuito, e non si sono
avute maggiori complicazioni, in accordo con i dati degli
altri Paesi, in molti dei quali la pillola per abortire viene ad-
dirittura dispensata in consultorio. D’altra parte, poiché
l’aborto farmacologico viene praticato in epoche gestazionali
precoci, e poiché l’incidenza di complicazioni è tanto mi-
nore quanto più precoce è l’epoca gestazionale, facilitare
l’accesso a questa metodica non può che essere un’azione
per la salute delle donne. Gentile Signor Ministro, a tal pro-
posito le facciamo notare che, in tempi di crisi economi-
ca e di “spending reviewâ€, la scelta di eseguire l’aborto far-
macologico in regime di Day Hospital permetterebbe di
ridurre notevolmente sia i costi per il nostro Sistema Sa—
nitario Nazionale, grazie ad un più razionale utilizzo dei po-
stiletto, sia i rischi di complicazioni legati ai lunghi tem-
pi di attesa.
A Lei, che con questa relazione ha voluto essere non solo
“tecnicoâ€, chiediamo di allargare lo sguardo e di muover-
si nella logica non della semplice prevenzione dell’aborto,
ma in quella della prevenzione delle gravidanze indeside-