Numero 1 del 1945
Le donne italiane hanno diritto al voto
Testi pagina 12
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NOI DONNE
A BRACCIAN()
con gli alpini della llivisiune Piemonte...
L’appuntamento era stato fissato per
le 9 alla sede dell‘U.D,X, ma gia ï¬n dalle
8 donne e ragazze. in maggioranza ra-
gazze. cominciavano ad affluire, Ognu»
ria portava con se piccoli doni e si co-
minciò a fare dei pacchettini' cercan-
do di farli uguali. Andavamo a far visi-
ta agli alpini del Battaglione Piemonte.
stanziati nei pressi di Bracciano prima
della loro partenza per il fronte. E v04
levano che ognuno avesse un ricordo
di noi.
Alle 10 l'automezzo che doveva venir—
ci a prendere non era ancora giunto Si
cominciava a temere che non venisse più.
ma nessuno si dava per vinta, ognuna.
restò affermando forte che gli Alpini
sarebbero venuti. Finalmente alle undi-
ci l'automezzo giunse e in un attimo fu
pieno. Noi ragazze cantavamo. felici, e
le donne. alcune delle quali erano dei
resto le nostre mamme, ritrovava‘no per
unirsi al nostro coro. un entusiasmo
giovanile. L’autista. andava piano. ave-
va tanta paura di un incidente. di una
foratura. Ne aveva già avute due la
mattina ed ora temeva la terza.
La giornata era splendida e non trop-
po fredda. e la. campagna romana che
scorgevamo dai ï¬nestrini, cosi vasta e
solitaria e tutta inondata di sole. sem—
brava a noi più nella che mai.
'Arrivate alla caserma dove è stan-
ziato ora il battaglione, l'accoglienza fu
veramente cordiale ed aï¬ettuosa. Subi-
to ci aiîratellammo con gli alpini dal
volti sani ed onesti. alcuni dei quali an-
che commossi.
Accompagnate da alcuni di cssi VÌSAÀ
tammo tutta la caserma; le camerata
ampieci apparvero belle ma molto ired-
de. «Non sentite fï¬ddo » chiesi ad un
di loro che con appetito di ventenne
mangiava dei maccheroni nella gnu-t-
ta. « Freddo? ì Siamo abituati a ben air
tri freddi. noi alpini, nelle .noitic moiir
iagne e questa brezzolina non ci 1.1 davr
vero paura. Fuori intanto si era 211.110
un vento forte e si faceva. fatica a cui"
minare.
La colazione oiiertaci‘ fu veramente
eccellente. Perï¬no il dolce. pensate, ii
caffè ed un vinetto! Il pranzo fu multo
animato e gaio e io ero proprio felice
perché mi trovavo in mezzo a piemon-
resi. molti dei quali venivano proprio
dai paese dove sono nata e dove ho vis-
suto per molti anni da piccola, E cosl
prendemmo a ricordare i luoghi belli,
le persone conoaflute in comune, per-
dendocì in particolari. insigniï¬canti fori
se. ma cari ai cuore. « Ecco. la mia casa
è proprio 11, all’angolo di Viale Dante,
di fronte a quella casa bianca con le
persiane verdi. Se la ricorda? Chi sa co«
me saranno diventati grandi i miei
bambini, ora. Verra a conoscerli, signo—
rina. non è vero? >>. «E‘ una promes»
sa r. Si chiacchierò cosi ï¬no all'estra-
zione della lotteria; era bello vedere i
visi che s'iiiuminavano nei sentirsi chia—
mare per nome. «Non e tanto per i1
regalo. mi disse un alpino di Biella che
mi stava accanto, che siamo contenti.
_quanto per il sentimento di non sentir-
ci dimenticati e di sapere che le donne
e le ragazze d‘Italia' pensano a noi e
l soldati ci
Aile Ragazze d'lialia.
Mi dovete scusare .w nggi nu'lunnieié
tengo a darvi disturbo con quesie paoli: r -
glie. Credo, benchè’ mal composte parole sin.
no da voi gradite. Dopo tanto zampa pasxnm
in meno a gente 031112 al soldato imlinnn,
non re a Roma e Irovure innln blnL'll geme
che sacriï¬cando i'l gli)!!!" del 5. Milrile. ml
[p passarlo in mezzo ru' soldati. driver com-
pulire erf ascoltare con serena rmrrgnarione
rnnti sproposili ai n01 mui, dnurti,riou ull'nl-
lrgn'u che potrebbe dare l'n'conl. ma alla gin.
in di lrmmrsì insieme u mm" geni.) umrm.
h; purtroppo dall'8 Settembre '43 .xinn a [ru-
(In giorni la Hoi eravamo da rulli Ilen'si r- ri-
pudiali ed anche Esser!!!" uomim. ,. pn dm
uanlini_ Solduli (l'ha/in, il rinslrn mornlu è
rasi-mir. In (imam Kinrui ulrbiunm rum/«mm
che in querlu "mini .mvrn rerm si'mli'nllu
dalla guerra i'r' smiu delle animo (lux lmnnn
r-npim il xoldam ilaliurm e perciò la ragno-
un ni'uIflrP: quesle sono le Donne e le Ragaz-
za rl'llnliu e Imi Inti soldati Mino d‘obbinmn
i. "nei". mm". 0,.- tre g unu' i numi m“:
mi Multi bruriun’ rln una nuova ï¬unimn isu'
flilll’lfp .1 rum.» un rompo i nosrn‘ padri. an-
("In Imi mm. (rrgrigll'rnì e ï¬m' di esxere Il...
lmni o' (li puivr parrem‘pnrp ad una guerra
umm. come plirleclparom) i nnsm‘ padri nel
"lì-'18. E quando anche noi Artiglyn' della
56mila Arri/icr‘eri polremn raggiungere r nu.
uri compagni in linea aljranurremo il nem cu
(â€un l'animo sereno, pensando che ci «orlo I
rmslri [multi da liberare o penumdo 'r noi,
ragazze, che alludere nelle retrovie Combal.
{eremo con nuota ardore. a/ï¬ï¬‚chè l'Italia
ci danno la sensazione di ritrovarci in
famiglia ». . _
Dopo la lotteria ti premi erano com-
posti degli oggetti più vari: sigarette.
sciarpe. astucci, caramelle. torrone), al
suono della ï¬sarmonica e della. chitarra.
suonate da due alpini. ci facemmo an-
che un balletto. E poi cantammo tutti
assieme tante canzoni e in particolare
quelle montanare. Fu bello'e gli occhi
di tutti brillavano un poco per la com-
mozione. Intanto era venuta l‘ora della
partenza e tutti provammo un po' di
tristezza nel salutarci. Quando la mac-
china si mosse ancora ci si scambiavanu
bigliettini e nell'aria volavano saluti e
ringraziamenti da ambo le parti. Arri-
vammo a Roma cantando felici: felici
per l'accoglienza ricevutov felici al pen-
siero dl aver potuto dimostrare ai nostri
soldati i1 nostro affetto e la nostra soll—
darieta.
Giovanna Ribet.
scrivono . . .
,mxm riprwulore alll‘lle dnpn 11mm (liv/mm
il Miu InÌJl'lÌ [m .u: nazioni Allenle. lulm
quei/i nur‘ I4) rmbbinmo â€alle Ragazze d‘Italia.
i nome mio e di luni i miei compagni rlclln
.xcuuln Arliï¬cipr.. uHe Ragazze d‘lmlia, alle
quali mulo rlobbinmoi giungano r' nuslri ."ÎÙ
\llil‘pri «liguri per la Inru l'm'mn p per il
Iluvl'u muro.
Ariiglicrv 0m “unâ€.
Come lunar. lanlv lalllr— Iellere ri giungono
ugni giorno: ‘ipnrir. nel leggerle ci Sen-
nu urine da un mm IPIIHI I“ gioia e li
llllflLliìlll' ium Di ulfll nel u-ilur
«h.» a... â€mi enlIx-riluilini— r ponilx‘ al n".
‘lrn im lo. ucll'dwn- la praia che il noall’o
imiiu €- xiun'o gradhu. diremo quasi Ir-
.i-leriun; .u «annuo/iuup nel 1»:ng lo i.“
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