Numero 5 del 1944
I problemi delle donne contadine. Donne d'Italia nella Resistenza
Testi pagina 12
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Posso ballare?
Ogni manina la p'ìslì‘nn molle
sul mio lavolo un inurrliiL-llo «li
lettere: sono le compagne che mi
scrivono per narrarmi i loro casi.
espm‘mi i loro dulihi e chiedermi
snL‘Eerimenli e consigli.
Negli ullimi tempi parecchie di
esse. le più Giovani. s‘intende. mi
hanno rivolto. in una forma 0 nel-
l’altra. qursla domanda: posso hal.
lare?
Ecco come mi scrivo Francesca:
«Ouardo a Roma c’erano ancora i
tedeschi, vivevamo salto un tale in»
cubo e sofl'rivamo lanio.-che nes-
suno di noi. certo. pensava a diver-
tirsi. e tanto meno a ballare. Ave.
vamo altro per la testa!
Ma ora le cose sono cambiate.
ora l’incubo della paura non ci op-
prime più. ora respiriamo una nuo.
va aria. Ed io quindi mi dico: ho
diciotto anni. Finora ho trascorso
la mia giovinezza in mezzo'ai pe—
ricoli e agli orrori drlla guerra:
non ho adesso il diriHo di divertir-
mi nn po"? Certo che ho tale dirit-
to; lo ho come. lo hanno iuiii quel—
li che sono giovani.
Però.... però la guerra non è ï¬â€”
nita: ancora ianli miei fraiclli loi.
lano, puliscono e muoiono; ancor
tante ciHÃ spino disirultc. ancora
tante terre sono sconvolto dalla fu-
ria devaslalrice. Ho il diritto di di-
menticare iuito ciò solo perché non
mi riguarda più ’(la vicino?
ii: _
NOI D0
Nel nuovo clima di Iiberlà . ansiosa di dare il loro contributo alla rinascita. dalla NI-
xione, le Ragazze d'Italia si interessano agli avvenimenli dal giorno.
Presa da questi due opposti sen-
timenti, non so decidermi; perciò
mi rivolgo a te e ti chiedo: posso
ballare?>.
E Francesca come ho detto, non
è la sola a rivolgermi tale doman—
da. Sono stata anch’io indecisa pri-
ma di rispondere a queste ragazze,
perché non volevo dar lo-ro un con.
siglio avventato. Inï¬ne. dopo aver
esaminato il pro e il contro. non
esito a dire ad esse: si, potete hal-
lare, ma... Ma il ballo deve essere
per voi uno sfogo spo-nlaneo, sem-
plice del vostro naturale bisogno di
moto, del voslro più che compren—
sibil'e desiderio di passare qualche
In un’inlima, affettuosa collaborazione. dopo il lavoro o'JeAcuola,’ giovani siudontesse
ed operaie studiano scambiandosi lo loro esperienze.
{Circolo 818mm - Roma]
'vcrlirsi c a gozzovigliare,
ora spensierata insieme con i vo—
stri compagni, non deve essere un
pretesto per riunioni mondane, per
spcse superflue, che sarebbero aSv
solutamente in contrasto con i (em.
pi che corrono.
Il governo fascista, lo: sappiamo
bene, acha proibito il ballo, impo-
'nend0 in tal modo una maschera
di malinconia alla nazione. Ma i
gerarchi, lo sappiamo ancor me—
glio, nelle loro case lussuose, dove
nulla mancava, conlinuavano a di:
come
prima, più di prima. Non vogliamo
davvero imitare tali esempi! Tut-
l'altro!
Il ballo, come i0 l’intendo, è una
cosa del luito diversa: è un utile
speri, un innoncntc ristoro dopo la
falica.
Perciò una ragazza buona, one-
sta, attiva, alla ï¬ne della giornata,
di quella giornala, in cui, in un
modo o nell’altro, ha compiuto il
suo lavoro, di quella giornata, in
cui — è il caso i molle — ha por.
îalo il suo conlribulo, sia pure Ino—
(lesto, alla riroslruzione del paese
o il suoaiuto alla loila partigiana.
questa ragazza, dico, può ben tra-
scorrere qualche ora di sereno pas—
satempo, di sp‘cnsicral‘a gaiczza.
Rispondo quindi a Francesca e
a tulle: puoi ballare, polete balla-
rc, ma... ,
E aggiungo: buon divertimento!
llnsella Longa l’aziu