Numero 10 del 2015
Madri
Testi pagina 12
10 Ottobre 2015
Rosangela Pesenti ha investito la sua esistenza e lunghi studi nello specifico femminile, nella cultura di genere, nella valorizzazione dello sguardo delle donne. Arrivata
giovanissima al femminismo, l’approdo all’Udi dopo l’invito al
decimo congresso negli anni Settanta è stato “illuminante” per
quella giovane che sentiva la necessità di “leggere il mondo a
partire da sé in quanto donna, e donna destinata alla subalterni-
tà sociale anche per la sua appartenenza ad una classe sociale
povera”. La militanza nell’Udi ha generato arricchimento politi-
co e interiore, costruito relazioni umane intessute di sintonie, ed
è stato attraversato anche da conflitti che oggi, a distanza di
decenni, possono essere guardati con il distacco necessario
all’analisi storica delle ragioni che li determinarono. L’unanimità
ARCHIVI
UDI
L’ALTRA STORIA
Sono più di quaranta gli archivi
SparSi in tutta italia,
giacimento di notizie e viSSuti
che raccontano la politica e le lotte
delle donne italiane.
ROSAngeLA PeSenTI è Stata eletta
preSidente dell’ASSOCIAzIOne nAzIOnALe
ARCHIVI DeLL’UDI
di Tiziana Bartolini
con cui lo scorso luglio il direttivo dell’Associazione nazionale
Archivi dell’Udi (di cui Pesenti è socia fondatrice) l’ha eletta
presidente è testimonianza tangibile dei traguardi che le relazio-
ni tra donne, quando sono autentiche, possono far raggiungere.
Abbiamo incontrato Rosangela Pesenti, che è stata insegnan-
te e da poco è in pensione, alla vigilia dell’inaugurazione della
nuova sede dell’Udi nazionale a Roma (Via della Penitenza, 37),
la stessa in cui è stato trasferito l’Archivio centrale. Di programmi
di lavoro con la neopresidente non si può parlare ancora per-
ché “le proposte saranno condivise e il programma di lavoro
sarà deciso dal direttivo”, ma la genesi dell’associazione e i suoi
desideri sì, quelli Rosangela può raccontarceli. “L’Associazione
Archivi dell’Udi è nata nel 2001, per raccogliere e coordinare
gli archivi territoriali nati dove c’erano raccolte di documenti
conservati o nelle sedi locali dell’Udi o anche nelle case private
delle donne che hanno militato nell’Udi. Ad oggi parliamo di più
di quaranta archivi sparsi in tutta Italia e già organizzati; sap-
piamo che ce ne sono altri che vanno resi fruibili: un lavoro che
pian piano sarà fatto. La possibilità per ciascuna associazione
di chiedere finanziamenti è solo una delle ragioni che motiva
l’attivazione delle associazioni territoriali. Questo percorso è pri-
ma di tutto politico e la sua elaborazione è iniziata nel passaggio
con l’undicesimo congresso dell’Udi. Il cambiamento della for-
ma organizzativa ci ha rese consapevoli che avevamo stabilito
una discontinuità rispetto a una storia, storia che andava assun-
ta con il criterio della conservazione, tutela e conoscenza. Ab-
biamo capito che era arrivato il momento di assumere le carte e
i ricordi come patrimonio archivistico da mettere a disposizione
di storiche/storici ma anche di tutte le donne e gli uomini che
vogliono capire una parte imprescindibile della storia politica
delle donne italiane senza la quale è impossibile capire la storia
stessa di questo paese. Altro particolare di cui bisogna tenere Ro
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