Numero 12 del 2006
Letterina di Natale dai 4 milioni delle primarie
Testi pagina 11
noidonne dicembre 2006 11
In questi giorni il tema della giustiziasta ritornando prepotentemente alla
ribalta. Ne parliamo con Elisabetta Ru-
bini, avvocato, del Consiglio di Direzio-
ne dell'Associazione Libertà e Giustizia.
Il CSM denuncia che per la legge del-
l'indulto nove processi su dieci finiranno
nel nulla, la gente lamenta la non cer-
tezza del diritto e della pena. Eppure il
programma dell'Unione aveva creato
molte aspettative...
Una delle conseguenze più negative
dell'infelice avvio del governo attuale
nell'affrontare i problemi del sistema
giustizia è proprio il rafforzamento, nel-
l'opinione pubblica, di sentimenti di
rabbia e sfiducia di fronte al cattivo
funzionamento di questo fondamentale
servizio. Sentimenti, del resto, piena-
mente giustificati. L'indulto quale è sta-
to votato, per la sua ampiezza indiscri-
minata e l'assenza di misure strutturali,
è a mio avviso un atto non condivisibi-
le e dannoso per il paese, anche per il
messaggio che trasmette: inadeguatezza
dei pubblici poteri ad affrontare i pro-
blemi e premio all'illegalità. Il program-
ma sulla giustizia predisposto dal cen-
tro-sinistra in vista delle scorse elezioni
era molto ricco ed articolato, frutto del
lavoro di numerosi gruppi di esperti e di
anni di lavori preparatori, tra cui di re-
cente anche il seminario sulla giustizia
organizzato a Fiesole da Libertà e Giu-
stizia nella primavera del 2005, al
quale parteciparono, oltre a molti
"tecnici", i rappresentanti di tutte
le componenti politiche del centro-
sinistra, con l'obiettivo di indivi-
duare alcune soluzioni concrete e
condivise ai principali problemi
che affliggono, da molti anni, il si-
stema della giustizia in Italia. I
numerosi e gravi problemi che af-
fliggono il sistema della giustizia
implicano interventi sia a livello
organizzativo che legislativo. Co-
me purtroppo sperimenta qualsia-
si cittadino che si confronta con il
servizio giustizia, esistono enormi
problemi di efficienza nell'utilizzo
delle risorse disponibili, di scarsa
preparazione degli operatori - in-
clusi i magistrati e gli avvocati - di
accentuata disomogeneità territo-
riale, di carenza di fondi. Il risul-
tato è un servizio di qualità inac-
cettabile, che ci pone fuori dall'Europa.
Per cominciare a porre rimedio a questa
situazione e consentire al sistema della
giustizia di recuperare efficienza e qua-
lità occorre una forte volontà politica
che supporti un intervento a più livelli,
complesso e costoso: non sono le com-
petenze che mancano, è piuttosto la de-
cisione di invertire il percorso di degra-
do che la giustizia ha conosciuto negli
ultimi anni.
A che punto siamo e quanto ancora
rimane da fare?
Purtroppo le prime mosse del gover-
no Prodi sul tema della giustizia tutto
sembrano meno che il prologo di un
grande intento riformatore. La scelta di
Mastella come ministro della giustizia -
invece di candidati che si caratterizza-
vano per la loro competenza e per la ri-
conosciuta credibilità all'interno del si-
stema giustizia - è di per sé molto discu-
tibile e come tale è stata vissuta dalla
stragrande maggioranza dell'elettorato
che si interessa a questo tema. Dell'in-
dulto si è già detto: un recente sondag-
gio ha rilevato che esso è stato giudica-
to dal 76% dell'elettorato come il peg-
gior esito del governo finora. Non va
certo nel senso delle riforme il taglio dei
fondi per la giustizia contenuto nella fi-
nanziaria. La sottovalutazione del tema
giustizia da parte del governo Prodi è
molto preoccupante e difficilmente spie-
gabile: sembra che il governo non si ren-
da conto che l'efficienza e la qualità del
servizio giustizia sono uno dei parame-
tri fondamentali con i quali il resto del
mondo, i mercati, gli investitori esteri
giudicano il nostro paese. Per la mag-
gioranza precedente sabotare il sistema
della giustizia serviva evidenti e diffusi
obiettivi di impunità personale: abbia-
mo così avuto le leggi di depenalizza-
zione del falso in bilancio, di riduzione
della durata della prescrizione, di can-
cellazione dell'appello in alcuni casi e
persino il tentativo di sottrarre alcune
cariche dello Stato alla responsabilità
per i reati comuni (tentativo poi frustra-
to dalla Corte Costituzionale). Ma per
la maggioranza attuale è davvero suici-
da non vedere che la battaglia per ri-
portare ad un livello accettabile l'eroga-
zione del servizio giustizia è una batta-
glia centrale rispetto all'obiettivo dello
sviluppo socio-economico del nostro
paese. Si tratta, come è ovvio, di
un tema strettamente legato a
quello della sicurezza dei cittadi-
ni, che in alcune aree del nostro
paese si pone in termini veramen-
te drammatici. Il programma del
centro-sinistra sulla giustizia con-
teneva numerose proposte specifi-
che dirette a migliorare il funzio-
namento del sistema della giusti-
zia: penso ad esempio, nell'ambito
del diritto civile e dunque della tu-
tela ordinaria dei diritti dei citta-
dini, alla riunificazione dei riti,
oggi moltiplicatisi senza scopo e
con grave intralcio ai tempi dei
processi o al migliore utilizzo dei
giudici di pace e onorari. Quel
programma è lì che chiede di esse-
re ripreso seriamente in mano e
realizzato. Ne va della qualità
della vita e della democrazia del
nostro paese.
Incertezza del diritto
Intervista a Elisabetta Rubini
Graziella Bertani
dall'indulto, alla scarsa
preparazione del personale ai
tagli per la giustizia nella legge
finanziaria. Le riforme urgenti,
ma ancora lontane
Daphne Maugham, Ritratto di signora (1939)