Numero 7 del 2007
Uomini contro la violenza sulle donne
Testi pagina 11
noidonne luglio/agosto 2007 11
anche assolutamente disponibile.
Averne di veri "maestri" da cui rice-
vere lezioni e a cui poter dire con timo-
re e rispetto "non sono d'accordo"!: i
"pranzi di gala", come li ha chiamati
G.Pansa, sono il pegno che ogni genera-
zione fa pagare alla successiva: corren-
do tra una scuola e un ufficio, saltando
da un treno all'altro, dico scherzando ai
miei genitori che ogni ora di lavoro, di
quelle scandalose collaborazioni a pro-
getto che il paese offre a piene mani al-
le nuove generazioni e che accumulo tra
Piemonte e Lombardia nella frenesia di
arrivare alla fine del mese, è il mio sa-
crificio quotidiano per pagare la pensio-
ne a loro, entrambi ex-insegnanti.
Un'iperbole, ma il sorriso che ci
scambiamo ha un fondo di amarezza
che rivela il profondo disagio in cui que-
sto paese affronta uno scontro genera-
zionale nient'affatto alimentato da anti-
che ed appassionate tensioni intellet-
tuali, un ribaltamento dei ruoli senza ri-
svolto comico, in cui i giovani subisco-
no la presenza dei lavoratori più vecchi
come un ostacolo alla loro realizzazio-
ne professionale, mentre anziani genito-
ri si trovano a dover sostenere ancora
economicamente figli ormai adulti, con-
dividendone non le gioie dell'afferma-
zione sociale ed intellettuale, ma la fru-
strazione di contratti degradanti e l'an-
sia della precarietà.
Non si abbatta il dottor Pansa: le
nuove generazioni non pretendono, con
colpevole arroganza, di scalzare i lavo-
ratori più anziani come fossero tutti
inutili "mummie" - ma quanti sono gli
Enzo Biagi che noi giovani vorremmo
leggere ed ascoltare più spesso, quanti i
tecnici, gli operai, gli impiegati, gli inse-
gnanti di più lunga esperienza capaci e
disposti a trasmettere il loro sapere con
serietà e consapevolezza tanto agli stu-
denti quanto ai colleghi più giovani?
Si ammetta per il bene del Paese che
i "nullafacenti" sono anche tra le "mum-
mie" e che le nuove leve non costituisco-
no sempre e solo un auditorium apatico
e poco stimolante: gli impreparati e gli
scansafatiche sono categorie umane e
non generazionali.
Altrimenti è un cane che si morde la
coda e fa di questo paese la solita re-
pubblica dei tarallucci-e-vino e dello
scanzonato e colpevole scarica-barile.
Libri
Donne diritti democrazia
La legittimazione della specificità femminile, per il fatto che non riguarda né
una classe, né un gruppo etnico, né una minoranza o un gruppo marginale,
contiene in sé una ricchezza problematica tale da permettere un'approfondita
riflessione sull'idea che abbiamo oggi della democrazia e dei diritti. Per i siste-
mi rappresentativi democratici fondati sui principi di uguaglianza e di univer-
salità del diritto, infatti, non può che essere centrale il problema dell'inclusio-
ne attiva delle donne nella vita pubblica. Esso rappresenta anzi il cuore stesso
di una nozione di cittadinanza pienamente intesa. La questione, in questo
senso, non si riduce ad un problema numerico o alla trasformazione dell'ugua-
glianza di diritto in uguaglianza di fatto. La sfida consiste piuttosto nel riusci-
re a pensare una politica che finalmente chiami in causa tutta la società, ses-
sualmente differenziata e che, per questa via, sia capace di produrre cambia-
menti materiali e simbolici. Il merito di 'Donne diritti democrazia' (Giovanna
Fiume, a cura di, XLedizioni) consiste nell'opportunità che esso dà al lettore di
riflettere sulla possibilità di
questo cambiamento epocale,
grazie anche a un coro polifo-
nico di punti di vista differen-
ti per prospettiva, luogo di
osservazione e discipline. Le
autrici discutono sulla nozio-
ne di cittadinanza e sul rico-
noscimento dei diritti, sui
concetti di democrazia, di
libertà e di rappresentanza
(Tamar Pitch, Claudia
Mancina, Alessia Donà); pon-
gono il problema di come le
religioni monoteistiche nei
suoi aspetti normativi, che
riguardano il controllo del
comportamento sessuale e
della riproduzione confliggono
con i diritti delle donne(Kari
Borresen),; ripercorrono la tra-
sformazione avvenuta a livello
internazionale dei diritti indi-
viduali in diritti umani e l'evo-
luzione del diritto internazio-
nale per quanto riguarda i cri-
mini contro le donne (Silvia
Salvatici e Chiara Vitucci);
analizzano i casi russo, tede-
sco e francese (Catherine
Achin e Anastassja Leonova);
indagano sulle cause della scarsa presenza femminile nella vita delle istituzio-
ni politiche italiane e su come creare una tradizione politica femminile in Sicilia
(Giovanna Fiume). Tutti questi temi s'intrecciano in una trama complessa la cui
cifra di fondo è la necessità di una legittimazione della specificità femminile in
grado di trasformare l'uguaglianza formale in uguaglianza di fatto. In questo
senso, si ha come l'impressione nel leggere i diversi saggi presenti nel libro di
salire su una scala a chiocciola che, gradino dopo gradino, ci conduce a una
visione più chiara e articolata del problema dei diritti e della rappresentanza
delle donne. I contributi si susseguono tracciando un ampio percorso che dalla
dimensione internazionale arriva a quella locale seguendo la logica di un'inter-
dipendenza planetaria irreversibile che, nel porre nuovi problemi e nuove pro-
spettive alla convivenza umana, non può non considerare centrale la richiesta
di partecipazione politica proveniente dalle donne.
Dario Alessandro Librizzi