Numero 2 del 2008
Politiche scomode
Testi pagina 11
noidonne febbraio 2008 11
Non molti sanno che se gli impericentrali avessero vinto la prima
guerra mondiale avrebbero ricostruito a
Roma un piccolo stato teocratico, an-
che al fine di umiliare l'Italia sconfitta.
Confrontando articolo per articolo il
progetto che i due kaiser si proponevano
di imporre allo Stato italiano e il testo
dei Patti Lateranensi, si trova che il pri-
mo non era sostanzialmente dissimile
dal secondo. Entrambi i documenti ri-
sultano lontani dallo spirito di tolleran-
za di Locke, che già alla fine del '600
ammoniva: "Non ha alcun diritto d'es-
sere tollerata dall'autorità civile quella
chiesa che sia fondata sul principio che
tutti coloro che vi entrano passano per
ciò stesso sotto la protezione e al servi-
zio d'un altro sovrano. Che altrimenti il
magistrato lascerebbe adito all'insediar-
si d'una autorità straniera nel proprio
paese".
Nonostante il 1° comma dell'art. 7
della Costituzione reciti: " Lo Stato e la
Chiesa sono, ciascuno nel proprio ordi-
ne, indipendenti e sovrani", l'ordine in
cui la Chiesa è indipendente e sovrana è
l'ordine spirituale, ovvero l'ordine in cui
sono stabilite le norme morali. Dunque
il "concordato" non stabilisce i rapporti
fra due stati, ma fra lo Stato italiano e
la Chiesa cattolica, "domus Christi" o
casa di Cristo. Coi Patti Lateranensi in-
somma viene stabilito un rapporto fra
due entità di ordine diverso.
Scrive Riccio: "La sovranità della
Chiesa, che non è legata al territorio,
ma è un dominio spirituale…supera e
abbraccia il territorio del singolo sta-
to…Lo scopo evidentemente è un altro:
si vuole non soltanto affermare il princi-
pio del riconoscimento della Chiesa co-
me ente con personalità internazionale
perfetta, ma anche dei diritti e dei pote-
ri che si estendono oltre i limiti della
Città del Vaticano".
Ne discende che lo Stato
italiano non ha autonomia
in campo etico e dunque,
nel fare le leggi, deve porre
riguardo alla morale catto-
lica, essendo poche le mate-
rie che non hanno rilevanza
etica direttamente (vedi
aborto) o indirettamente
(vedi welfare).
Poiché l'art.7 esprime in
modo raffinato l'infeudamento alla
Chiesa cattolica dello Stato italiano,
che risulta privato della "plenitudo po-
testatis" (pienezza del potere), l'onore-
vole Binetti può permettersi di interpre-
tare alla lettera lo spirito clericale e fa-
scista dei Patti Lateranensi.
Difatti il pontefice ebbe allora a di-
chiarare: "Stato cattolico, si dice e si ri-
pete, ma stato fascista. Ne prendiamo
atto, senza speciali difficoltà, anzi vo-
lentieri…giacché ciò vuol indubbiamen-
te dire che…nulla vuole ammettere che
non si accordi con la dottrina e con la
pratica cattolica".
Lo stesso art. 7 fu accolto nella Co-
stituzione mediante una forte intimida-
zione da parte della Chiesa Cattolica
portata avanti tramite la D.C.: "La de-
mocrazia o sarà cristiana o non sarà"
(Tupini); "La pace religiosa in Italia è
garantita dai Patti Lateranensi. Ogni at-
tacco contro di essi è turbamento di
questa pace…badate a quello che fa-
te!". Queste le parole dell'on.le Condo-
relli all'Assemblea Costituente, dove
Nenni invece così si esprimeva: "Lo sta-
to laico considera la religione come un
problema individuale di coscienza; esso
non vuole né distruggere la religione né
puntellarla, ma si mantiene nella sfera
della sua sovranità senza invadere il
campo delle filosofie e delle religioni. In
questo senso noi abbiamo coscienza di
contribuire, votando contro l'art. 7, alla
pace religiosa del paese…la Repubblica
che abbiamo fondato avrà un senso e
un significato se continuerà, superando-
lo, il Risorgimento, non se tornerà indie-
tro su quello che è stato acquisito dal
Risorgimento.
Noi stiamo tornando indietro...Si-
gnori, umiliando lo Stato, voi umiliate
la Repubblica e la Nazione". Invece To-
gliatti votò a favore dell'art. 7, timoroso
di sottrarre al paese la collaborazione
dei cattolici, di riaprire la questione ro-
mana e di portare il paese a conseguen-
ze imprevedibili.
Nonostante l'Italia sia cambiata il ri-
catto della pace sociale rende ancora
oggi il Concordato inamovibile. Così in-
fatti scriveva P. Calamandrei in "Repub-
blica pontificia": "Si ha così il singola-
rissimo fenomeno di una repubblica de-
mocratica i cui governanti sono, spiri-
tualmente ma non per questo meno ri-
gorosamente, alle dipendenze di una
monarchia assoluta; di un sovrano as-
soluto che ha il potere di dettar legge,
attraverso questa compenetrazione dei
due ordinamenti, a uno stato che for-
malmente si regge a repubblica…
Anche questo ordina-
mento in cui viviamo oggi
rischia, come accadde a
quello che durò un venten-
nio, di diventare un regime
a doppio fondo; un regime
in cui le vere autorità che
governano lo stato non so-
no quelle che figurano sui
seggi ufficiali ma quelle,
potenti e invisibili, che
dall'esterno ne tirano i fili".
Stefania Friggeri
Italia feudo della Chiesa Cattolica?
Stato e Patti Lateranensi
denunciando il regime a
“doppio fondo”, Calamandrei
segnalava il “singolarissimo
fenomeno di una repubblica
democratica i cui governanti
sono.. alle dipendenze di una
monarchia assoluta”