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Numero 12 del 2009

Femminsmo: parliamone


Foto: Femminsmo: parliamone
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Testi pagina 11

noidonne dicembre 2009 11
Mentre a Genova iniziavail "Festival della scienza",
a Parma iniziava "Scienza: la
parola alle donne", iniziativa
promossa dall'Istituto dei Ma-
teriali per l'Elettronica ed il
Magnetismo (IMEM), Micro-
cosmo con Vista dell'Universi-
tà di Parma, progetto Lauree
Scientifiche - Fisica e Associa-
zione culturale Googol.
"Penso che sarebbe più inci-
sivo sviluppare iniziative in
cui le donne possano parlare a
tutti, uomini e donne. Il rischio dei se-
minari su 'donne e scienza' è che siano
autosegreganti e che vi partecipino solo
le donne": a sostenerlo è Rossella Pa-
lomba, esperta in statistiche di genere,
Dirigente di Ricerca del Consiglio Na-
zionale delle Ricerche nonché Amba-
sciatrice per le Pari Opportunità nella
scienza, figura istituita dalla Commis-
sione Europea nel 2005.
Il Festival della scienza ha avuto co-
me tema centrale il futuro: futuro della
vita, dell'universo, della natura, della
tecnologia, delle idee. L'iniziativa di
Parma ha dedicato una giornata alla fi-
sica delle particelle elementari e alle na-
noscienze, una alla formazione scientifi-
ca, una alle biotecnologie, aspetti scien-
tifici e implicazioni etiche. Tra gli ap-
profondimenti, "Scienza: avventura da
ragazze. Sfide intellettuali e vite speri-
colate delle scienziate" e la mostra che
consente a bambini e bambine di avvi-
cinarsi al mondo delle particelle me-
diante la sperimentazione diretta.
Un autunno della scienza, insomma,
in cui tra Genova e Parma si è cercato
di mettere alla portata di tutti scienze
matematiche, naturali e umane e di far
incontrare ricercatori, ricercatrici, fami-
glie, scuole, esperti ed esperte.
Tante donne in questo ambito, ma
perché ancora tanta discriminazione
nelle carriere scientifiche? Che la predi-
sposizione naturale al ragionamento
tecnico sia "maschile", si sa, è frutto di
uno stereotipo. Ma se guardiamo alle
carriere e all'organizzazione del lavoro
di ricerca, essendo queste un prodotto
della società, permangono delle diffe-
renze di genere.
"Il problema non è la differenza intel-
lettiva tra maschi e femmine, ma la dif-
ferenza di atteggiamenti, di contesti fa-
miliari, di insegnamento, di risorse eco-
nomiche. Sono i condizionamenti a mo-
dificare le scelte di ragazzi e ragazze
nello studio e, successivamente, nella
professione. Lo hanno confermato i "PI-
SA studies" (Programme for Internatio-
nal Student Assessment) e le numerose
ricerche di genere. Tra queste, il proget-
to europeo DIVA, nato per incoraggiare
i/le giovani a intraprendere carriere
scientifiche. Oltre il 30 % delle ragazze
considera valida nella scienza la regola
dei tre metalli: salute di ferro, nervi di
acciaio e marito d'oro" riferisce Palom-
ba sui dati emersi nel progetto.
Inoltre, la scarsa conoscenza e visibi-
lità dei modelli femminili creano un'im-
magine della scienziata spesso distorta,
quando non del tutto assente. Di stereo-
tipo in stereotipo, è chiaro che la scien-
za non sia neutrale, né in termini eco-
nomici, né politici, né di genere. Un al-
tro tabù molto forte deriva dalla con-
vinzione che il sapere scientifico sia og-
gettivo.
Mentre la sempre più massiccia pre-
senza femminile nelle discipline scienti-
fiche ha portato negli anni a una modi-
ficazione profonda di approcci, obietti-
vi, modalità di lavoro, la forbice delle
carriere rimane.
"Per dare visibilità alle donne non è
efficace una semplice azione di Pari Op-
portunità. Sulle Pari Opportunità siamo
tutti d'accordo, perché sono politically
correct. Bisogna trovare un metodo più
diretto per far capire, a maschi e femmi-
ne, cosa significa per le donne la carrie-
ra scientifica, a partire proprio dai sen-
si, dalla percezione. Nel corso della
'Notte dei ricercatori' che si tiene ogni
anno a Roma, abbiamo ad esempio spe-
rimentato un tunnel sensoriale, una sor-
ta di installazione artistico-intellettuale
in cui i visitatori hanno potuto percor-
rere una specie di viaggio dantesco sul-
l'esperienza scientifica delle donne.".
Ben vengano iniziative che avvicini-
no la scienza a tutti e tutte, e che fac-
ciano capire che l'esclusione delle donne
va a danno dell'eccellenza e del pro-
gresso.
http://scienzalfemminile.imem.cnr.it
http://www.festivalscienza.it
Un laboratorio “tutto per sé”?
Scienza
Elena Ribet
Il futuro appartiene a coloro
che credono alla bellezza
dei propri sogni
Eleanor Roosevelt
Realizzata da Elisabetta Durante,
questa mostra è visitabile fino al 10
dicembre presso l'Istituto IMEM -
Campus Universitario di Parma in
V.le Usberti 37/A ed espone imma-
gini di trenta ricercatrici italiane
impegnate nel progetto del Large
Hadron Collider. Il cosiddetto LHC è
lungo 27 chilometri ed è costato 9 miliardi di euro. È definito dagli esperti
"il maggior esperimento scientifico della storia dell'uomo, che potrebbe sve-
lare i segreti della fisica delle particelle e risolvere il mistero dell'origine del-
l'universo." Esperimento dell'uomo e… della donna. È infatti una donna la
ricercatrice del CERN che dirige Atlas, uno dei 4 esperimenti legati al super
acceleratore. Fabiola Gianotti, alla guida di 2500 scienziati provenienti da 37
paesi del mondo alla ricerca della cosiddetta 'particella di Dio'. Esisterebbe la
possibilità che nell'esperimento si generi materia, provando l'esistenza del
'bosone di Higgs', particella teorica mai osservata, che costituirebbe il segre-
to della massa.
Donne alla guida della
più grande macchina
mai costruita dall'Uomo
ovvero
La complessità di LHC
in mano alle donne
Fabiola Gianotti è una delle protagoniste della mostra itine-
rante ideata da Elisabetta Durante (www.ba.infn.it/donne-lhc).
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