Numero 11 del 2009
Sex love & ...
Testi pagina 11
di madre in figlia
Sicuramente. In Italia non esiste omogeneità sul territorio.
Ci sono scuole che propongono programmi di "educazione
all'affettività", là dove insegnanti e genitori sensibili se ne
fanno carico di proposta.
Prevenzione sicuramente, ma non solo sanitaria. Anche
sentimentale, allo scopo di creare buone relazioni fra ragaz-
ze e ragazzi, donne e uomini di domani.
Entrambi. Talvolta i maschi, apparentemente più "scienti-
ficamente preparati" risultano poi deboli negli aspetti rela-
zionali.
Ogni volta che ci si rivolge a minori, ecco che nascono le
"scuole di pensiero didattico-protettive". Il tutto è abbastan-
za demenziale perché basta accendere la televisione per tro-
varsi a volte di fronte a veri e propri manuali d'uso! E basta
usare internet per accedere ad ogni tipo di informazione in
parole o immagini. Forse, parlarne in classe non è così stra-
volgente!
Probabilmente si. Forse semplicemente perché nella scuola
si agisce con modalità più laiche? Credo che come sempre, e
in tutti gli argomenti, dovremmo prendere il meglio di ciò che
è stato sperimentato altrove per adattarlo alla nostra realtà.
Per quanto riguarda la scuola, sicuramente i tagli dei
finanziamenti colpiranno severamente ogni attività comple-
mentare. Vorrei che si riflettesse veramente su questi temi,
perché mi pare che prevalga un'idea distorta delle relazioni
tra donne e uomini.
Educazione sessuale, educazione all'affettività
Ciò che si fa rimane arginato all'interno delle "sperimenta-
zioni", non mi pare sia strutturale né nella scuola, né nella
famiglia, né tanto meno nella politica. Non può esser lascia-
to solo alla buona volontà dei singoli.
Trattare il tema dal punto di vista della prevenzione sani-
taria è stata una necessità in alcuni casi (in Africa, ad esem-
pio). Educare all'affettività può prevenire difficoltà esisten-
ziali e relazionali comuni all'adolescenza.
Entrambi. Anche perché ragazzi e ragazze oggi sono schia-
vi di riferimenti televisivi poco edificanti, e pericolosi.
Avendo partecipato a molti incontri genitori-insegnanti,
so bene cosa si scatena di fronte a temi delicati. Tutti sono
professori, tutti vogliono controllare che non si produca
qualcosa che possa turbare gli animi. Ma la fiducia per l'in-
segnante permettere di mettere in pista qualsiasi progetto,
che verrà condiviso con i genitori per accrescerne le poten-
zialità.
Dal punto di vista normativo, spesso all'estero hanno pro-
dotto (e finanziato) azioni utili allo scopo che sono organi-
che ai percorsi didattici previsti per la scuola. Da noi più
sperimentazioni, percorsi che durano 2-3 anni (il tempo di
qualche finanziamento estemporaneo). Manca la stabilizza-
zione delle buone prassi.
Temo che dovrà essere la famiglia, anche contrastando ciò
che televisione e pubblicità rappresentano, a lavorare sul
tema. La scuola ben difficilmente riuscirà a fare ciò che non
è strettamente legato al programma tradizionale. Spero
molto nelle/negli insegnanti.
E' solo un problema di prevenzione o anche altro?
Ritieni sia necessario impegnarsi su questo fronte?
Secondo te, ne hanno più bisogno le femmine o i maschi?
I temi legati alla sessualità disturbano solo a scuola perché ci si rivolge a minori ?
All'estero si affronta più direttamente il tema?
Quale futuro per questo discorso?
Rosa M. Amorevole Alessandra Pennello
noidonne novembre 2009 11