Numero 6 del 2009
Libere o sicure?
Testi pagina 11
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porta l'attenzione pubblica su un argo-
mento spesso sottovalutato. In partico-
lare, il Comitato dopo aver presentato
in maniera esaustiva i pericoli di una
medicina "neutrale", focalizzato l'atten-
zione sulle conseguenze del misconosci-
mento della specificità femminile, dis-
cusso le problematiche etiche e analiz-
zato le normativi nazionali e interna-
zionali sull'argomento, mette in luce al-
cuni elementi di rilevanza bioetica per
la promozione della 'salute differenziata
della donna': "incrementare la sperimen-
tazione farmacologia differenziata per
sesso incentivando progetti di ricerca
sull'argomento; promuovere la parteci-
pazione delle donne ai trials clinici con
un'adeguata informazione sull'impor-
tanza sociale della sperimentazione
femminile; garantire una maggiore pre-
senza delle donne come sperimentatori e
come componenti dei Comitati etici;
sollecitare una formazione sanitaria at-
tenta alla dimensione femminile nel-
l'ambito della sperimentazione farma-
cologia, oltre che della ricerca e della
cura; incrementare una cooperazione
internazionale, oltre che nazionale e lo-
cale, con attenzione alla condizione
femminile nell'ambito della sperimenta-
zione clinica". Indicazioni essenziali per
attuare una "pratica del riconoscimento
della differenza e dell'equità".
Molti pensano che la parità tra uomini e donne sia raggiun-
ta. Altri, o meglio "Altre", sono certe che si sta lavorando in
quella direzione ma la strada da percorrere è ancora tanta.
Pochi pensano che l'area sanitaria sia un settore ancora lon-
tano dalla parità.
Ciò non deriva da una precisa volontà degli uomini di "dis-
criminare" ma al contrario è frutto di un retaggio culturale che
fa ritenere le donne, per esempio, protette dalle malattie car-
diovascolari, killer n.1, anche perché possono presentarsi in
maniera più sfumata con la conseguenza di diagnosi ritardate
e/o difficili.
Negli ultimi tempi si parla sempre di più di medicina di ge-
nere, nuovo approccio riconosciuto e proposto dall'OMS (Or-
ganizzazione Mondiale Sanità) nel documento programmatico
"Una sfida di genere: salute, sviluppo e strategie preventive".
A livello nazionale è stato recepito in un progetto ministe-
riale per la salute delle donne del 2005 e tuttora attivo.
La medicina di genere considera la ricerca, la prevenzione, la
cura ed i suoi esiti, in base all'impatto del fattore "genere", in-
teso non solo come sesso biologico, ma come identità psico-
logica con influenze del contesto culturale, sociale e storico.
Il problema della medicina di genere nasce dal fatto che gli
studi di nuovi farmaci, di nuove terapie e dell'eziologia e del-
l'andamento delle malattie sono sempre stati condotti consi-
derando come fruitori i maschi.
Di conseguenza, le cure mediche rivolte alle donne sono
compromesse da un vizio di fondo: i metodi utilizzati nelle
sperimentazioni cliniche e nelle ricerche farmacologiche e la
successiva analisi dei dati, risentono di una prospettiva ma-
schile che sottovaluta le peculiarità femminili.
Non è quindi ipotizzabile continuare a considerare l'uomo,
come è stato fatto sino ad ora, come il paradigma di riferi-
mento per la ricerca medica e la pratica clinica. Dalle statisti-
che emerge che le donne vivono più a lungo ma stanno peggio
e si ammalano di più.
Relativamente alla salute, non deve essere sottovalutato il
fenomeno delle violenze, sessuale-fisica-psicologica-economi-
ca, che rappresenta ormai una grande emergenza considerate
anche le ripercussioni sul Sistema Sanitario per depressione,
ansia, disturbi alimentari, gastroenterici, ecc.
In futuro sarà fondamentale avere attenzione al genere fem-
minile verso la prevenzione, la violenza, l'uso dei farmaci, le
patologie cardiovascolari. In riferimento a tutto ciò, nei giorni
scorsi, Ferrara è stata teatro del I Workshop interistituzionale
"La Medicina di genere", organizzato dai Comitati Pari Oppor-
tunità dell'Azienda USL, dell'Azienda Ospedaliero-Universita-
ria S. Anna, dell'Università degli Studi di Ferrara, con il sup-
porto dell'Amministrazione Provinciale e della Conferenza So-
cio-Sanitaria Territoriale di Ferrara.
La Lectio magistralis di Gianfranco Domenighetti, Docente di
Comunicazione, Economia sanitaria ed Economia e Politica sa-
nitaria, Università di Lugano e di Losanna (Svizzera), ha mes-
so in luce vari aspetti delle disuguaglianze sociali che afferi-
scono ai dati di salute e, consapevole di aver di fronte una pla-
tea competente composta di operatori sanitari, ha potuto ad-
dentrarsi in dettagli esemplificativi delle dinamiche di iper-me-
dicalizzazione e di pressione economica della "Big-Pharm", del-
le multinazionali del farmaco, mettendo in guardia rispetto a
comportamenti e stili di vita connotati da medicalizzazione
anche per gli aspetti normali del ciclo vitale.
Flavia Franconi, Docente all'Università di Sassari, ha portato
la voce della farmacologia, ribadendo la denuncia che porta
avanti con convinzione da anni riguardo la standardizzazione
clinica e farmacologica che non tiene conto delle differenze
obiettive tra il fisico dell'uomo e il fisico della donna.
I dati preoccupanti delle reazioni avverse ai farmaci, sono
stati quindi uno degli elementi fondamentali dai quali Franco-
ni è partita per proporre un'attenzione concreta alle differenze
di genere. Sua è anche la proposta di differenziare le informa-
zioni contenute nel foglietto illustrativo dei medicinali valido
per femmine e per maschi in modi distinti.
Questo evento può essere considerato l'avvio di un percorso
di sensibilizzazione e di pratica della medicina di genere che
vuole coinvolgere professionisti della salute, verso la persona-
lizzazione e le pari opportunità d'accesso alle cure, a vantag-
gio sia delle donne che degli uomini.
La grande partecipazione di pubblico, uomini e donne, è sta-
ta significativa e ha dimostrato e sollecitato questa necessità.
La conoscenza delle differenze di genere aiuta in ogni settore
e, in medicina, favorisce una maggiore appropriatezza della te-
rapia e una maggiore tutela della salute per entrambi i generi.
Donatella Orioli
La difformità della salute