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Numero 3 del 2009

Una festa nella crisi: lotta marzo


Foto: Una festa nella crisi: lotta marzo
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Testi pagina 11

noidonne marzo 2009 11
corre, purtroppo, registrare un ritardo,
ancora non del tutto colmato, da parte
della cultura del nostro paese nella defi-
nizione di un'etica laica - un'etica, in-
tendo, che rifiuta di appoggiarsi a una
verità rivelata ma si affida alla ragione
e in questa riconosce la sua guida. Essa
può prospettare agli individui le vie del
loro comportamento, illustrandone mo-
tivazioni profonde e valori di riferimen-
to ma non può compiere la scelta deci-
siva che resta assolutamente personale.
La laicità, di cui siamo ancora in cerca,
dovrebbe consistere proprio nel rifiuto
delle risposte dogmatiche e degli inter-
detti fondamentalisti - tanto religiosi
che scientisti - nella difesa di una tradi-
zione liberale, rispettosa della distinzio-
ne tra morale e politica e nella rivendi-
cazione di una privacy mai dimentica
del sociale.
Oggi la questione del testamento eti-
co in Parlamento è bloccata sul prin-
cipio dell'autodeterminazione della
persona nell'accettare le cure medi-
che, chiaramente previsto nella Co-
stituzione. Ritiene che le interpreta-
zioni integraliste del cattolicesimo ri-
usciranno ad imporre la loro visione?
Mi auguro che la questione del testa-
mento etico - trasformata sempre più in
occasione di scontro ideologico tra so-
stenitori di opposte visioni - divenga og-
getto di una discussione parlamentare
serena, basata sull'assunzione di alcuni
dati di fatto relativi alle decisioni di fi-
ne vita, a partire dall'art. 32 della Co-
stituzione che sancisce il diritto alle cu-
re ma anche al rifiuto delle cure, per ar-
rivare alla Convenzione di Oviedo
(1997) e al Codice di deontologia medi-
ca, in cui si ribadisce che "il medico non
può non tener conto delle eventuali di-
chiarazioni di volontà precedentemente
espresse". Vorrei aggiungere che il testa-
mento etico non è in contrasto col prin-
cipio della sacralità della vita, più vol-
te invocato. Ciascuno è responsabile
della propria vita e della propria morte:
sia che consideri la vita come un dono
divino, sia che la veda come un perso-
nale possesso. Perché mai un credente
non dovrebbe preoccuparsi delle moda-
lità della sua morte, dal momento che a
buon diritto si occupa della sua salute
nel corso della vita? La fede nella prov-
videnza divina non esclude in alcun
modo la lungimiranza umana: proba-
bilmente la presuppone.
La Parola 'bioetica' incute timore,
evoca argomenti destinati a pochi
'sapienti'. Invece con la rubrica che
da aprile firmeranno vari esperti,
quali obiettivi si pone l'Istituto Ita-
liano di Bioetica ?
Bioetica è ancora per molti una pa-
rola misteriosa, un neologismo oscuro
che sembra alludere a un ibrido tra la
vita (bios) e l'etica. In realtà, si tratta di
una disciplina nuova, sorta nel mondo
anglosassone agli inizi degli anni set-
tanta, per studiare i complessi problemi
morali, sociali, giuridici indotti dallo
straordinario sviluppo della biologia,
della medicina e, in genere, delle scien-
ze della vita. Negli ultimi decenni que-
ste scienze hanno compiuto progressi
grandiosi e le possibilità da esse aperte
hanno posto quesiti senza precedenti
(basi pensare all'ingegneria genetica, al-
la fecondazione in vitro e ai trapianti
d'organo). Non si tratta, occorre ribadi-
re ancora una volta, di argomenti desti-
nati solo agli esperti: questo nuovo
campo d'indagine non deve diventare
un luogo per 'addetti ai lavori' ma de-
v'essere reso comprensibile e accessibile
a tutti, giacché tutti siamo chiamati a
decidere e a prendere posizione. E' que-
sto, appunto, l'obiettivo che l'Istituto
Italiano di Bioetica si propone.
uno spazio fisso, un filo continuo con l'Istituto Italiano di
Bioetica per conoscere e approfondire i temi della bioetica.
Che non sono - e non devono essere - appannaggio
esclusivo di intellettuali, scienziati e tecnici.
Lo introduciamo con una conversazione con
la professoressa Luisella Battaglia
Testamento Etico, la proposta
dell'Associazione Gli Amici di Eleonora
Gli Amici di Eleonora onlus, associazione di volontariato e di solidarie-
tà sociale che opera in Campania con i malati di coma e realizza attività
socio assistenziali a sostegno delle loro famiglie, ha inviato a tutti i Sindaci
della Regione Campania una lettera nella quale chiede la disponibilità delle
Amministrazioni Comunali ad attivare, con apposito atto del Consiglio
Comunale, un Registro Comunale delle Dichiarazioni Anticipate di
Volontà (Testamento Etico) da tenersi a cura del Segretario Comunale.
Perseguendo con determinazione il suo obiettivo, la Onlus ha presentato
anche delle proposte di legge in Senato, ha organizzato un convegno
nazionale e numerose iniziative regionali tese a sensibilizzare l'opinione
pubblica sul tema del coma e dell'assistenza alle persone in stato vegeta-
tivo. A tal proposito la Presidente Dott.ssa Margherita Rocco ha sottoli-
neato come anche la vicenda Englaro, come le precedenti, abbia "posto
all'attenzione dell'opinione pubblica il problema delle dichiarazioni antici-
pate di volontà del fine vita (testamento etico) da parte dei cittadini che
non accettano di essere sottoposti a cure non desiderate e, a volte, super-
flue (accanimento terapeutico) da parte dei medici curanti ed intendono
anticipatamente opporvisi". La proposta de Gli Amici di Eleonora mette in
evidenza l'esigenza da parte delle persone di decidere sulle cure a cui si
vuole essere sottoposti e dichiarare anticipatamente l'assenso o l'opposi-
zione a tali terapie, il tutto nel pieno
rispetto dell'art 32 della Costituzione.
Perché una dichiarazione di volontà sia
certa, continua la Presidente: "deve essere
sottoscritta davanti ad un pubblico uffi-
ciale e depositata presso un Registro e da
questa necessità di inequivocabilità nasce
la richiesta de Gli Amici di Eleonora".
(n.a.)
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