Numero 5 del 2010
Non solo madri
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violenza su tutti gli esseri viventi a di-
chiarare la propria obiezione di coscien-
za a ogni atto connesso con la speri-
mentazione animale, obbliga le facoltà
universitarie a rendere noto tale diritto
predisponendo appositi moduli, sanci-
sce il divieto di discriminazione per i ri-
cercatori, gli studenti e i lavoratori che
intendano avvalersi di tale possibilità e
richiede l'attivazione di corsi e modalità
di insegnamenti di metodologie alterna-
tive. Purtroppo occorre constatare che,
a distanza di parecchi anni, la legge è
stata sostanzialmente ignorata e in lar-
ga parte disattesa e un numero limitato
di facoltà ha provveduto tardivamente
agli adempimenti richiesti solo in segui-
to a formali richieste volte ad assicura-
re la massima pubblicità alla legge. Per
questo riveste un grande significato sia
l'invio, da parte del CNB, a tutte le fa-
coltà scientifiche degli atenei italiani di
un questionario diretto ad accertare l'a-
dempimento degli obblighi previsti sia
la raccomandazione - espressa nel do-
cumento - che venga data piena attua-
zione alla legge e che si proceda a un
miglior coordinamento a li-
vello internazionale per lo
sviluppo e la convalida dei
metodi alternativi.
Non si può, in effetti, non ri-
levare che il fenomeno dell'obiezione di
coscienza comporta almeno due conse-
guenze assai importanti: da un lato la
rivendicazione della legittimità etica e
della validità scientifica delle metodolo-
gie che escludono l'uso degli animali;
dall'altro la richiesta esplicita che ven-
gano approntati tutti quegli strumenti
(istituti, centri di ricerca, fondazioni)
che possano sostenere e incoraggiare ta-
li ricerche. Non è sufficiente, in altri ter-
mini, una semplice tolleranza negativa -
l'affermazione del diritto del ricercatore
a non eseguire esperimenti su animali;
ciò che si richiede è piuttosto una tolle-
ranza di segno positivo, l'affermazione
appunto del diritto positivo dei ricerca-
tori ad adottare metodologie alternati-
ve. Tolleranza attiva significa, inoltre,
la promozione di una politica rispettosa
delle scelte etiche e dei valori espressi da
una parte cospicua dell'opinione pub-
blica e che tenga conto del carattere
evolutivo dell'etica. In una società libe-
rale dovrebbe essere la gente a decidere
quale medicina sostenere e quale ricerca
finanziare: due modelli di medicina e di
ricerca aumenterebbero il ventaglio del-
le nostre opzioni. In questa prospettiva,
coloro che ritengono che la sperimenta-
zione animale sia una pratica etica-
mente e scientificamente non giustifica-
bile e non intendono pagare il 'costo eti-
co' di un esperimento dovrebbero avere
la possibilità di scegliere per la parte
che li riguarda una ricerca che escluda
l'impiego di animali e che sia ricono-
sciuta e legittimata pubblicamente. Se è
proprio del fanatico pretendere che la
sua concezione della vita buona diven-
ti il dovere di tutti, è un preciso diritto
delle minoranze esigere una medicina e
una ricerca rispettose dei valori e delle
istanze etiche di cui sono portatrici.
occorre un miglior
coordinamento a livello
internazionale per lo sviluppo
e la convalida dei metodi
alternativi
“ “
scimmie grandi e piccole. Si nota
infatti che il loro utilizzo nell'ambito
della ricerca è recentemente aumen-
tato moltissimo data la loro forte
somiglianza al genere umano.
Tuttavia secondo gli esperti inca-
ricati dalla Ue è ancora troppo presto
per instaurare un divieto del genere
in quanto l'utilizzo di primati sembra
essere essenziale per il progresso scientifico in svariate aree
della ricerca sulle malattie. In particolare nella comprensio-
ne di malattie infettive come l'Hiv-
Aids, per le quali le scimmie sono
l'unica specie suscettibile di contrar-
re il virus e perciò l'unico modello
animale utile per studiare la malattia
ed elaborarne una cura.
Nel frattempo, dal 2004 è attiva
in Italia l'iniziativa Vita da topi, che
consiste nel salvare animali usati nei
laboratori di vivisezione, riabituarli a
una vita "normale", e darli in adozio-
ne presso famiglie.
In realtà Vita da topi si occupa soltanto di piccoli ani-
mali come topini, ratti, gerbilli, criceti e conigli (anche se i
conigli in effetti non sono "piccoli animali", ma grossi coni-
gli bianchi New Zealand che pesano
svariati chili). Per coloro che volesse-
ro supportare in prima persona la
causa animalista è quindi possibile
mettersi in contatto con Vita da topi
per cambiare l'esistenza a uno o più
animaletti.
Resta il fatto che si tratta di una
soluzione parziale e temporanea, lo
scopo degli animalisti è invece attualmente quello di spin-
gere verso l'elaborazione e la diffusione di tecniche alterna-
tive all'utilizzo di animali nella ricer-
ca. Gli scettici non mancano, rite-
nendosi insostituibile la prova di
laboratorio sugli esemplari animali
prima della sperimentazione dei pro-
dotti e dei medicinali sull'uomo stes-
so, in ogni modo solo il tempo potrà
dirci quanto gli sforzi di coloro che
supportano la causa animalista por-
teranno risultati. Certo è che l'indi-
rizzo mostrato dall'Unione Europea è
da sempre molto chiaro e sembra
tendere a una diminuzione drastica dello sfruttamento ani-
male al minimo necessario.
Immagini tratte da http://www.vitadatopi.net
Opera di Alessandro Cheli