Numero 5 del 1945
Primo maggio e vittoria
Testi pagina 11
NOI DONNE
in
Tiro
N
ZN©
\
.îLÀTA
Romanza tli lllllN STEINBEBK
Un piccolo paese viene invaso dai ledeschi, Gii invasori vivono Ira l'odio .5 le mpprc'
soglie della popolazione, Molte persone già siate [atte [udlare e /m questi il minatom Alesr
iondro Morden_
tomi, un negozio di tati—aventi; .i crgevu
mm t-aurtta. dal lutto a punta. come tutte le
altre. e andina. ('Olllt tulle le altre. porta.
\.i uu rappello di nere. Nrununa lui-e uacha
detllt- n‘eirt‘ itxiuie: le ìoe doppie porte
(ratio l'hillst‘ ugualntrulc. Ma all’inleruo una
‘iam da lH'l d"a nella n letta.
l'rennn la tavola. in una verrltia netlia u
dondolo. coperta di rusr-ini. redeva in solililw
tliuc Moli} Mordeu. orcupata a sï¬lare. la la»
un da una wrcltia maglia azzurra. Sul tavolo
ï¬l'l'nnli) stavano un grosso paio di forhtt c
il suo Im‘nru. entro t-tti erano inï¬ ali gli aghi.
Era bella. giovane e vestita ilemrosatnente.
lntproriisatnenie .stuise (li lavnt'm'e. Le wllt
mani ae ne stettero immobili Il l'umore dei
pani tlell] pattuglia si 'tm intendere nella
all‘aula: te vori tlei soldati giungevano debol-
mente all'interno. ll rumore srzni, Molly
vr-outinuò a sfilare c ad aggontitolare la lauu.
E di nuovo sospese il lavoro: Si udì un lo;
gt-t'o rumore alla porta. quindi tre brevi rol-
pi. Molly pose il lavoro sulla tavola e —i
avviò verso la porta.
—-' un e? —— domandò.
Riajyflrc una vorc (li uomo: Molly aprì i
porta e la stessa voce si all‘retln a dire: —
.\nn voglio farvi alrun Inllc,
Molly rientrò nella saletta. soguiln tial ti».
lente Tender.
. (Zhi siete? . . l' ttcse Mollv
volete? Voi non potete ven
the t-ou volete?
Tntuier si chiuse l‘u. io alle spalle a di
be: Signorina. \Oglin .oltanto l'art: qual'
mi i'lllat't'lliel'c;W’oglio semi pal‘lart, ci -n
tutto,
'l'outler verrò (H spiegarsi. .
mi, doveio re rt- I t-ap 'nti. Almeno pu
‘qttalt-ho islatllc polretuu ('efl'at, di dimenti-
rzr cla, quc. a guerra? Solo per quelrhe istan-
te tton poll'ellulm ceri-are di parlare un po‘
ÃŒlhanle. i'Ole lunnn gli altri?
.\l,olly lo guardò i. lungo ï¬eatllelllc. quitt
ili un sorriso apparve sulle sue lahhrai ,
Vni non sapelc t'lti .«ono non è vero?
\’t llu visln in «il . riaprire Tonti
So t-ho »i to molto ln-lla; .o t-lto Yorlt‘l
parlare i-on mi.
Ma Molli continuava u no dct'c. Vnì
non sapete t-hi nono. Certo. vi amilile tolo,
v Molly continuò. con voi-e |ranquilla: -*
Certo. vi nentilc >olo. E' tutto qui. non è vero?
Tonder .i mnettò lo Iahl il‘ e hzlbeu
l'7 pmvrio coiìi \"oi mi t-otuprendete: iuptwo
— Che (Unl
qui dentro.
Dovete capi
the mi avtente «(Http rio. suptvo t'llc in'l'ealt'
dovuto rontm‘cntlorm uno t-o.ì solu. cllr'
mi sembra di lal'nl' una malattia. li .t-nto
bolo in mez'o al silelllo c all’odio: non —ì
potrehln— t'haci-hir are un po‘. per qualrhv
minuto? loro ron ttn at-t'ento di preghiera.
.‘ti udì mio x t-i-hiolio. 'l'ondcr flllcal’ itt
inno allarmato: nessuno In rasa?
l, r
u \0_ è la I|I'\t_‘ .‘ul ll'llo. Vini llo piit il
mio uomo a spalarlu,
» Conte Inai' t-Itiew Tnlldfr rott (tol.
rozzi. ... l-‘ors, siamo .tati noi'!
Molly aswntì ron ttn utovinttznlu del l'ai)".
guardando altrow. . - .
Touder >ttlellc. Sono mollo d' iat-entr.
. F2 aggiunse. dopo un i. ite: \'orrt-i p0-
ter l'arr qualrosa per voi. Mandrrò uu anl'
dato a levare la neva dal tetto.
\0 i r.-. .- non}. \n_
— l‘eruhe.
l‘errlu“ la gente i-Iedera rh'in ultltlu lul<
<6. putllalal
tu amicizia ron voi e- mi “crà . Non ho
voglia di essere l'flL' tata.
7, (. p' co disse Tondcr, m \oi Cl Odia-
te. Ma io vi proteggerà . ac mi Permelltlc.
Allora Molly rotuprese di essere la più
lori i suoi orchi sembrarono picciolirsi,
dandole un‘espressione un po’ crudele. —- l’er-
t-hè le rhivdcle. queste rose? Voi lsiele i con-
quislatnri. l vont. uomini non chiedono m.
niente: i prrndono quello che vogliono
.. Questo non è rio Clle desidero i dt i,
'l'oudot. \on è ('D‘ì ('lle lo desidero.
Moll)‘ romi ciò a ridcrt— sempre in manie
t'a un po" t-rudelc. 7* Voi vorrente Chio prn—
tuoi ili-lit. oitttpatia per voi. non t‘- mo. te-
nel“:
h 3; ,
al- ndo gli rrht Siete tanto
bella. sielc tanto iivac- Avele i capelli d"o-
. E’ da tanto tempo rllc non ho visto un
po di dolt'ez a su tli un volto (li donna!
a l-‘ot—sc vedete della dolcezza in tue? -
t tien: Moli}.
Tender
pderla. Siete
il ioslromiso.
'mpooc Tonder rou setttplcilà _
aggiunse: a
.
Vorrt-i
rom:-
ttt-t—Iti. ——
siete ltellu
guardo
mulo
negli
bella!
.. Mi sentlua rltc tni ,tiatc lal'l’llllo la rur-
le. tenente. t-a un nonne dovrete nudai'vene.
r Può da beni into ch‘io voglia larvi la
t-ortc .. t-cplit-ò Tottder. li'uotno ha biso»
gno dell‘amore: non puit vivere. larendone
a meno. Senza anlol‘r il t'llÙl't‘ gli ni acri-u:
mi sento tanto uolo!
Molli ai alzò in picdt. Gtt lit ittt-iosxtncn
le lit porta r rl'l'c illl'ulll pa ai \(‘l"\'o la stufa.
poi ai voliò: la >IIL| espt't‘ss one era tlivznul
lllu' , i suoi m- lti si eran falli minacciosi.
. olclp atitlurn u letto con tnt'. ienento?
—— \'on ho (lvllo questo! Perché parl-te rosiâ€
l-‘orse ato orrraudo (ll disx ‘lnrvi a tl
s, ‘lnlly rott vocr ('rlKlt'lt‘, » Sotto slam spn.
nata. Mio marito i- mot-to. Voi mi t-apilr.
non non" una wt'ginr. , l.ii .—ua voi-e cm
atnat—
a \0I‘I'l‘| .«ollitltlo che \0ì t ottone un}
mpa per mo disse Tondrr.
. 1 l,o :oi Siete ttn uomo t-iiilc- voi silptlr
t-ht» è mollo più piat'l‘vult e soddl facente la
l'l’ all'amore quando t-‘é- un po' tli silnpzllizt
> . \nn parlato l'O‘l: intploro Tondt-r.
\'v no blipplit'o. non parlate rosi!
Molly laut'lo una rapida orrhiata alla porw
ta. poi pro—ogni: . Noi sintno dei vinti. te-
nenia. Voi vi sit'lt‘ prtsi il nostro l o: prtr
\el'!‘i (li-Ila titup: 't |)('l' voi. .i— vni mi dP‘lr
qualrht- tvoxtt da ntfltlgiilrr'.
\'o,—. (lmelc IVìll’lfll'p in (1!!!“th modo!
gridò Tonder.
. Dopo l'altra gtu't a non è lorxo arratlultt
lo Sle>>o ucl vostro meni-1’ Ho x.cmito (lll'r
rlle ttn uomo poteia
lt'va per un un\0 u
lete avrrp pt-t- ntt I(-'.' (I [o st‘ t'lelO troppo?
— Pt-t- n" tuolttclllu mi atctc ingutmato
tliuc Tender, ,nrlu- mi tni odiata tutti 7‘
iero? Spi-ram t-ht- mi non mrr—te odiato,
\'o. non vi ntlio tlinw M0“). Mo
ho lame o... ti or .
- Vi tl 'ò lttllo quello i'll: voi-rott— div
i. Tonden . tua...
Molly lo intt uppr: anl‘ll‘ rhiautarr
questa litri-mula t-ou un tlutllc rarino, non i-
irro'! \on volete una proalilttln. non 'r «cui?
. \on no nemmeno io ma voglia rlit‘t‘
. lt-rr Tontlrtx Ma le vnslri- purola anno
|ìi(‘lH' tli orlio.
Motti n mi..- a ritto-i. M... ì- lwllu pi.
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ti lit fumo. I)ttt- salsicce. due salaik't'e‘ belle e:
,‘ìflha'r: possono copre la rosa più preziosa del
mondo.
Molli lo guardò per un isumte. quindi .
pose a noderr c i nuai occhi .i abbat ‘amno
mentre dioer 1 \o_ non è wro. Non ho
alcun odio per voi. Anch‘io mito sola. e v'i-
tanta neve sul mio tetto!
Tender si alzò e lr si fere viriuo_ le. prese
una mano in ambo lo sul: t- di 1- dolremcn-
Iu: Vi progo. non mi odiate. Sono sollmnu
un tt‘nI-nl . Non ho utaì rl’lleblo in \enil'c qu'.
E voi non avete mai chiesto di (sacre m
nemica. Sono soltanlo un uomo. e tton un
ronquislalom!
Le dita (i. Moll) imprigionaronn per un i-
alanie la» mano di lui. mentre la donna diretta
rovn vere dolce: Lo so: si. lo so.
morte abbia-
In mezzo tutta qncnta
mo un po‘ di (lll'illo alla tiltt - mormorò
Tondet'.
Molly gli art'at'e. {i la guan a per un mo-
mento e disse: bi. .
g lo vi l)r0lc.ggcl'll i llirke 'l‘onder,
Abbiamo diritto ad un po' di rita in tuo
7.0 a tutta questa .xlt'agt‘. - i posò la mano
rulla spalla della donna. Ad un Hallo una
si it- gidì r le si slmt at-otto ai; occhi. come
.nc avesse innanzi a né una visione. Tender
I In mano c t-hiese; .. (Iora avcte'! C0—
sa sucrede? g Gli orrhi di lei guardavano li,-
saturnia nt-l vuoto. (iosa surcctlc? , ripe-
ti: Tonder.
Molli parlavi! t'ott voi-c slt'unu. . .L'tto ve.
stìto (“Oll'lc un hatnhino che sia andando a
.wuola per ln prima volta, Arti-a paura, Gli
ho altbottonuto la camicia e ho re rato di con-
lorlnrloi ma nessuno sarebbe riux’vitn a farlo:
urzva paura,
Molli sembrava inel'v innanzi agli ot-rhi ln
al'cllil che stava des tvendo. > Non no pefl'llè
gli abbiano permesso di vet ire a rasa. Era di.
sorie'ntno: non sapeva cosa stesu- iucceden»
(lo. Qunntlo se ne è andato, non mi ha neut-
tucno (lato un barin. Aveva paura. mit era
ztllt‘lle tanto coraggioso. rame un hambino chi»
va a st-uola per la prima volta...
. Parlate di r tro Iunt'ilo? .7
der. alzandosi in piedi.
- — Sì . riapoae Molli. . Parlo di mio
marito, Sono andata dal sindaco. ma i] inda
l'0 non potem far nienlr, Allora m ne è an-
itato. un pa' barcollando. e voi lo avelt pie,“
t- fucilato, Era aurora più sirann che tert—t-
tlixac Ton»
nttl tnotttettto. non potevo t-vedtre ai
miei ot't'lli,
Vostro maritoî est-lauto 'l‘ondrr.
— . Si. mio marito. E adesso rhe 50’110 ‘0la
in questa rasa silenzum Hdcsw che c’è tanta
ntvc .xul tetto. adexxn ri credo. E come lo
M'nlo. quando mi lrovo I'DNÃŽ noia. prima ttel.
l'alba. nel letto t-iiraldato nolo a me
Tonder stava (li lronte alln donna: il xuu
\ull0 esprimerti una lrlsit‘zza profonda. —
'I‘ontler Iu guardò un istante e se ne usr‘t
dalla porla senza far I'lllllOl't‘, Moll) wnlinua-
va u fissarn la parete,
Passarono due ore. sl udirouo (li nuovo
dei rolpi alla porta (l‘ingresso; si tttliva di—
nlinlztnu'nlt‘ un: voi-e masi-bile.
Molli xi avvit'nò alla lampada. Le 3m.“-
bravu il. penare un pesanlr fardello su"? spal-
le. (iuutrlò la lampada. poi la tavola: i >uol
m-i-tn —i .amnn sulla imm— l‘orbiu'. chr
giaceiano flt'Canln al MIO l'ulìfll’O. ln una spr-
i-ic tli stupore. te ‘olltvò. prrudentlolv .n-t»
lr punto: le lot'bIt-i ll' . nolarono tra le di<
la. linrhè troi'o ad itnpugnarle come un
rultello: i :|I0i ot-rhi nembrarono pieni di or-
rore. Guardò ï¬ssnmcnlr In lampada; la lut'e
le illumini) il \°l|0 in plcllu. Lentamente nol-
levò le lorltici e .r le nasi-0, nel petto.
l rnlpi sulla porta ('Onl ti tvano; Mollx
Ittli la Vort' rht- la rllialnin Si curvi: nitt'n
lampada r la spettat‘ ltruw mente, La itanza
piombo noll‘owuri solo dalla nlul'it pro\P-
niva un leggero bagliore rossastro. Aprì la
porta: la sul vnre rra forzata r dolce. tunn—
ll‘r I motutna. l'Îrr'orItL tenente. errolhl'
tmtttinunt