Numero 1 del 1945
Le donne italiane hanno diritto al voto
Testi pagina 11
N OI DONNE
ll
4m
-— Purtroppo, E quesl‘ullimn li lll preso il
babbo.
ll babbo. Rosi Maria vorrebbe sapere co-
m‘era. come parlava. luni: una: inwmnm L-lie
Aanmna racconm nles'llu degli nnri. rHJ qu
sto». uemenna la iremare la ldel.
— hawonurmi n'a le me brauu, 5nd: la
bimba. h la mamma e [non L le zie.’ lo in
nonna!
A poco a poco lulìl rientrano. portando nu-
(zie: La bandiera avendola .ni municipio."
Larnnia Lerleuq' e Iile pone di l'angl."
inganno na Il viso d. prima. l sermoni su.
un 1mm di anguria. biuvunni e lini-ii tono
une mente di rranud, aeulpllci e pure, Lui-
orrelie mia piegnlura \v'.\rl.'llle. luiu hanno nn
amo pensiero: Lhcl‘lfl. ed ognuno numi lL>
piocuie cine tue un lailu, di uflnuualu, per .il»
n'erure in liberazione. An come n ihplnl
sia meglio: Lou ioaunuione uei prCCUJ, Ku-
=a mana ripeie: n Quduuo loniL-ia in muni—
nu.’ Quanuu.‘
ll‘lnciouo squilla.
-— boa .u, Anna. gli occupo dei lel‘ili,
lul‘flClD slanune.
Nessuno dite «y nulla»,
un po A. Mia lulluud,
— nosa manu, dormirai; ‘coii me, propone
banriclu. aprendo le niucLia.
Anna mania an EMILI. incurante quel
marmo durino come una vetrata. Le barri-
cale UiIflCHEi mwicufl, nunu eauule, bu lui-
H I Duwm “0‘ ICE u ll'ltflkvl’e, SDUCCAHIO nei.
n nono oneri-so piena ai nelle. bulli moiL-
liberale neri Neo di Lnonio, u ncorgc una
luna striscia. manca, l'onn g mu. luni im-
bneuuno i mini-L. Li aieuimno l'HtCMAMH
lame . Lame a0. , rur non cono. endo la
loro “numi, u rapiaeouo
.ìeim ioua we‘ll. Anna rimane panno-in
li olio «noie e sconvono. ieri inanuu L'un—
uomi al clpe'uing ui un lei‘uo ‘rave.
—— Un eroe nena renalenza: «un capo: h
{MUL'DIÃŒIUIEMIU v0 n.
bono la mera intrisa di ungne Anni riv
CDHIÌIUG u Hm («u mulo. DA un I “DCIHJIHIII
nono Iuìlu. 5|“)!le al“ erunmu. LUI. “Il
cl‘oe.’ un cupo: Lui .1 giovane "apro, inunv
lerenle. nempl’e pronto u aivei'urnil
Anna si animi e mormora: «Mario u. Le
pll‘lubl’g dororami il icnruuono eppoi rica-
uono impegnano: u Anna, nulle n.
mia su prende ik manu.
— una in. elmi-le. yhxflu parlare.
ho G511 parlo urinaenuo uolcauwnln ln mi.
uo della pavone.
,_ Anna un per morire. Per la l‘rancral ai.
li Nievo lauro bene. Ma Ano amara JHLÙA‘J
(M piu. li ho nascono lullO. reeevu llmmr
gine per puiere ol‘anno“: meglio in rL-n-
alma, r. li no liberino ereuere che 10m avu-
sllu. non poievo ueuue lidpunlle u MAN
"30:10. neuuimi la tua nume prima L-ue iu
mulini. Leno .u non p'uievi sponde uno n‘d-
Ilio. in, la moglie ni miniere, in Anna.
Alloro Anna n in; nuccnin per enere piu
\|Cull u Iuo VHO.
—v"iai. manu, vivrai,
H10“ w .e.
un occhi dorati. quegl. occhi ramo 4mm.
lo illuminano Anora com. in un sogno api:-
ro m Vivere. ma 1. lenure iu riprene. lumi
Il none. ella lo vcuioi h nome u. Anna ri-
torno" senza [regna come una goccia d‘anna
lune umbre aree.
A1 mulino. Anna ii nllonlnnò porche Mario
dormivn e percne portava con re orn'i una
anela. Uniii, essi pmcederehbero nella
nuove k‘rrnuo e cosuuirenhem la loro VIII
nel Lavoro e nell'amore, nulla vin di un nvve'
nir. migliore.
Quando r (omo e cara, Rosa Moria la gueri
dò con le magniï¬ca indimrezione dei Picco“-
—- Hei gli occhi pieni di mle. i bella..
LAacolu... disse Anna, con n occhi do
mi pieni di sole.
Nell'eria squillav ï¬nalmente liberate, li
.ioi- kicoloro della c Mirii'lieae w.
Tradotto dal [nume
.\u.x
Ma si invium
caro 1' Dono urflir
CITTA' EROICHE
Nelle Russia in guerra, lajvilae lulla lese a potenziare lo slorzo di lullogll
popolo por la villoria dalinilive. Le ollicine lavorano senza pose. l campi sono
orali a pochi ohilomelrl del lronlo. E menlre gli uomini comhellono. 'Ie donne
rielzeno delle macerie le loro case disirulle. Nelle clllt’i assediata. gli arlisll espri—
mono l'epopea del populo russo. e condividendone gli slenli, I pericoli e le lolle.
IA SINI’flNIA [Il LENINflRAIllÌ
JMIUDIAKVVIID
Ln giorno. da un nrlicolo del «Menagge
HJ I). 5“ nana-m apprceeru cne un « hai-nano n
nino DCIDeIIKOVHl; aveva sonno una binionm
nena quale bi dicevano meravrgne e L-ne un-
sillIULIAI era elulll direhl ua quel iamuso nl'
muore (lui'L'neura lontanini che un Iflaisnc
lunclall o men malmenato per le vie d. no-
iugna, ma che, puruoppo. non aveva nmm
“un; (riportiamo iewi‘essione de l‘arucon-
ma) impwenuugn con ui compiere, con que-
Ma nuova lance, Inwra uno scempio coniru
n grande regime.
ma n mummia aurora dell'articolo accennava
al eigurncalo nella sini'olua e allora no. une
depellnvimo giorni mgnori, comrnuamnio a
ausili“; niuno quelle noie che non conuhceva-
ma e ripemuvann} a quell Ignoto coinposilore
LnL. innumnne ai parimenti malenan Viveìa
nella emu anednna, brucino L-eriamenre dalv
i amore per ia sua me e per la sua palr a.
basi luomo e in cina vivevano .lnalcme le
ore delley‘lpem h non nomini, une compren-
diamo la Blahuctla della niualca, ienuaiun og—
gi, uupo aver nni‘imenre BiLLÌIlilO con il re-
à pli‘o bu)pc)o e la massime euenzione la h n-
Ivma cue n neuun miro modo ii poteva bcri.
iere la Molla ueliepopee di Leningrado con
p.u venia c con una maggiore esalleua.
Una cllnln solenne domina l'inizio: e la
cina che vne pacihL-n del auo lavoro e della
ma indu=ir.a e che non pensa al male. alla
lorza. alla tirannia.
Ma n fermano un isllnle i lavoratori: no»
ne dell'occidente un rumore nuov ‘ è un ru.
mo uguale scandilo da lumi uomini in marcia.
il lavoro riprende: non c'è lempo da perdere
.5 lune, non c‘è nemmeno da preoccuparìii
Lh‘ puo volere del mele Id. un popolo oneno
che uve nella in: lerra rema dislnrharo i vi.
uini? M. n ritmo avanza, xi fa più fono, di-
non. “nel." o iorrihi o. Addio pan o u-
renilà del Lago Laduu. addio lavoro inces-
sante, addio giornale felici. L' la guerra per
la cine eroica, è l‘epopea che comincia. Non
più il lavoro pacifico, ma la loila giormlien,
duri. cruenta. paurosa. Gli animi non sonpe
il rumore uguale degli uomini in marcia ai
r. pelg ad inlervalli yiù o meno radi: sono gli
innumerevoli allacchi che la cina sosliene con
eroica e disperata fermezza, Poi, nn canto
dolce, sublime, puro, sale delle cini mediata
verso’ le stelle, E' l'inno che esprime la cer-
iezza, la fede incrollabile nelle villoril che ei
Innelza veno il cielo come una preghiera.
Poi. dopo quest'inno solenne, erompe [rion-
fame il grido di lena: e Avanti, raccogli In
le, popolo lavoralore, le lue supreme energie
e corri alla riscossa )). l\el crescendo ï¬nale, ii
lnlravede il lrioni Leningrado è salve
La gloria si arresta; la sinfonia è lcl‘mlmlfl.
Willy Ferrero è lroppo freddo, però nella
una inlerprelazione vorremmo anche noi un ll-
iro simpodio: il nostro vecchio Toscanini che.
lontano dalln sua ierra, ha tenuto per (anni
anni, e (iene (un'ora. allo nel campo dell'ur-
le il nome d'Italia.
E pensiamo all'elogio inglese, forse mollo
formale. quando questa musica si doveva «e-
guire per la prima volia n Londr : a Che le
più grande sinfonia moderna sia ìntorprena
dal pùi grande direttore d‘orchestra vivente n.
ll vecchio artista italiano ed il giovane
rnseo si sono incontrati nel clmpo “rondini-
mo dell‘ano e si sono complelnmenle com-
pres , auspicio sicuro che nella civile ricontro-
ziono di un mendo sconvolto i duc popoli
cerlanxenle‘ saranno di nuovo. vicin
Luigia Coban
VENDO TINTE PER STt/FI‘E
IRIS- Slll’lìlllllllllî
CUCCABO— Primo. Amedeo, XJBI