Numero 2 del 1944
Le donne nella rinascita del paese
Testi pagina 11
NOI DONNE
Le ragazze nei G.A.F’.
Vorrei parlarvi un pò della mia vita
(li GAI) Nulla (li t':oma111ico le donne
Cile CO“ nìe e Plu (li ?le hannc agl‘o
nella lotta armata contto i tedeschi a-
\e\'al}01)Crson?llnel\le SCellO un COmpilO
PCI' il quale la loro azione Cri! necessaria,
c si trattava sempre di una decisione
prcsa con estrema serietà. Ognuna di
noi era venuta alla vita politica attra—
verso un approfondimento di coscienza,
attraverso una chia iicazinne dei precisi
doveri che sono di fronte a ciascun in-
dividuo, uomo e donna; aveva insomma
aiit'ontato onestamente il problema della
propria vita in mezzo agli altri individui.
La soluzione (li questo problema com-
portava un'attività politica, le necessità
del momento richiedevano che alcune di
noi cntrassero nella lotta armata: così
la decisione fu presa.
Ripeto, nella nostra vita di romantico
non c'era nulla. C'era invece molta {a—
tica e moltissima attenzione e prectsione
da porsi in ogni cosa. Lunghi giri per
la città; trasporti di oggetti immanca—
bilmente pesantissimi; gite fuori mano
per provare armi e ordigni fabbricati dai
nostri artificierii C'erano moltissimi di-
sagi: un GAP, uomo o donna, non a-
veva casa ?ssa, aveva (lei rifugi più o
meno aleatori, dei punti cli appoggio che
venivano improvvisamente a mancare:
certe volte si ?niva il lavoro qualche
ora prima del coprifuoco, e ancora non
si sapeva dove si avrebbe dormito.
E spesso nient’altro ci si poteva aspet-
tare che freddo, umidità, aria viziata,
impossibilità di lavarsi, giacigli spesso
costituiti da semplici tavoli, in cantine
o con simili mezzi di fortuna. E c'era
anche molta lame. Spesso alla ?ne della
settimana si saltava qualche pasto ; spes—
so con assoluta solidarietà chi aveva an-
cora qualche soldo divideva con gli al-
tri il poco che si poteva comprare. Ed
in?ne c erano le azioni: dove le donne
non meno degli uomini giustiziavanoi
traditori, senza sadismo e senza legge—
rezza; rendendosi ben conto della gra-
vità di quello che facevano, ma sicure
di agire secondo giustizia. Ed era per
questa certezza se riuscivamo in de?ni-
tiva ad essere allegre e a Conservare
quasi sempre la nostra serenità; era senza
dubbio per la coscienza di sentirci utili.
Donne dei GAP: donne sparavano,
donne che agivano assumendosi respon—
sabilità, correndo rischi, sopportando di-
sagi. Donne che hanno saputo affrontare
il loro dovere (li esseri c morali» e vi-
venti in una determinata situazione
storica. CATERINA
E LO SPORT 9
Caro (Noi donne»
in questi momenti in cui è necessario
che ciascuno collabori per ri/iu-c il paese
mi sembra utile parlare di una questione
che ha la sua importanza (e che impor-
mnzal nella vita nazionale. lo, dopo
giorni e giorni di lavoro quando ho ?-
nalmente un pò di libertà, dopo aver
l'atto una buona dormita e aver sbrigatu
le {accende di casa, sento una gran vo-
glia (li sgranchirmi un pò le membra,
costrette per una settimana intera a {are
sempre gli stessi movimenti; sento il
bisogno di correre, di l‘are dello sport.
E credo che tutte le operaie giovani c0—
mc me, dopo tanti giorni di faticae di
aria irrespirabile, sentano questo stesso
bisogno
Fino adesso noi ragazze del popolo
non abbiamo mai potuto {are dello sport;
ci era impossibile, sotto il fascismo per-
ché ancor più di quello maschile, lo
sport femminile era riservato a chi po-
teva pagare. A parte le t signorinette 1.
dell’alta società, che potevano in?schiar-
sene dello sport fascista perché papale
portava in montagna a sciare e compiava
loro il cavallo da co1sa come piccolo
dono per il compleanno, a patte questa
categoria la maggioranza delle ragazze
se voleva giocare a tennis, nuotare o
sciare, doveva iscriversi in costose isti-
tuzioni della Gil (per cs. quella dell'ex
foro mussolinili E le rag .ze del popolo?
Dovevano accontentarsi dell'ora di gin-
nastica tenuta dalla maestra elementare,
o, pet chi ci andava. dell'asse (l'equi-
librio delle palestre della Gil
l; ora di mettete line a tutto questo ,
è o1a di aprire lo sport anche a noi,
ragazze del popolo, In che modo? Se-
condo me, basta mettersi in testa che lo
sport ha un solo scopo, importantissimo
per la vita nazionale r educare ?sicamen-
te il popolo. Bisogna perciò che esso
non serva ai ?ni particolari (li partito,
e che sia reso accessibile al livello delle
borse più povere.
U A TUA LETTRICE OPERAIA
Diamo perljettamente 1anione alla
(lettiice operaia) che ha saputo così
bene interpretare il (lesldelio di (ante
compagne. ll problema è molto impor-
tante e va risolto al più presto. Però
non si riuscirà mai a risolverlo in modo
realmente democratico, se non ci si pur-
ga di quella mentalità che il iascismo
ha molto diffuso tra le masse: cioè il
credere che i problemi del popolo pos-
sono ecsere risolti unicamente dalle x au—
ÎOliÎà ), dalle PCÎSOXÌC si CÙmpC‘enli D
Non Si Capls(e ancora che ques'e non
potranno ma] agllC nel Senso gluslo Se
il popolo, attraverso le sue iniziative,
non le spingerà ad agire.
ll
Non basta scrivere una lettera : biso-
gna ti organizzarsi ), muoversi. Costituiav
mo associazioni sportive femminili, uti—
lizziamo 1' campi Sportivi e le palestre
inattive, facciamo vedere alle autorità
che le giovani operaie hanno già pen—
sato da sole al modo per fare dello sport;
le autorità allora 1nterverranno, dovran-
no intervenire per regolare, armonizzare.
potenziare le iniziative.
Domenico mattino...
Cosi ho visto la mia prima partita di
calcio. Oh l non prendete quell' aria
sprezzante. Anch'io pensavo che non a-
vrei mai assistito ad una partita di calcio.
Invece mi sono tanta divertita l Ma rac-
contiamo per ordine e senza dilungarci.
L'appuntamento con le compagne del
Circolo era alle 8 e mezza di mattina
a Piazzale Flaminio. Le intervenute (lo
dico a bassa voce e arrossendo) erano
meno di quelle che sarebbero dovute es—
Sere, ma Marisa aveva pensato a riem-
pire la borsa (li prugne, Maria Teresa
aveva un vestito a quadretti bianchi e
rossi, bianchi e blù e c'era in giro una
tale aria di festa, di spensieratezza e di
campagna l
Il campo di calcio è un pò più in là
dello Stadio. lo che non ho mai visto
delle partite di calcio, chiedo delle spie—
gazioni, ma ho lo stesso una grande pau<
ra (li fate qualche magra > che sol bat-
tere le mani quando dovrei starmene
zitta e invece statmene seduta quando
dovrei alzarmi, battere i piedi, gridare
( forza >.
Capite la situazione? lo so soltanto
che quelli per cui (levo fare il (tifo ),
hanno la ma glia tossa, e che quelli che
debbo coprire gdel mio alto disprezzo han-
no la maglia bianca con una stella so-
p1a.7\laglie tosse e maglie bianche si in-
trecciano, si inseguono, si confondono,
la palla traccia grandi semicerchi nel-
l'aria, poi ad un certo punto un gioca—
tore cade per terra, allora tutti si alzano
in piedi, gridano (Gol), si asciugano
il sudore. poi uno interviene dicendo che
non era vero, non è gol, qualcuno litiga,
Giuliana dice che del resto è tutta colpa
del centro attacco, ma non fa in tempo
a ?nire che i giocatori si agitano di nuo—
vo, corrono prima tutti a destra, poi tutti
a sinistra, cadono, si rialzano, prendono
la palla con la testa. Malo svolgimento
della partita io lo vedo più che altro sulla
faccia del responsabile del Circolo Bussi,
che volta a volta si spiana, si rannuvola,
sorride...
Ad ogni colpo triste perla ti nostra )
squadra, Marina presiede ad una distri-
buzione di frutta. Forse è signi?cativo
il [atto che alla ?ne della partita, la rete
di Nlarlsa COIÎÌplelilmenlC Vuo‘ay pcncoll
mc]allC0nÌCnlnen‘C sgolì?ata, sul blac-
t‘iuolo della poltroncina; il responsabile
del Circolo Bussi si ètolto gli occhiali,
si è passato il fazzoletto sul viso, ha
emesso un profondo sospirom