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Numero 4 del 2016

Europa (in)difesa. Barriere politiche e culturali


Foto: Europa (in)difesa. Barriere politiche e culturali
PAGINA 11

Testi pagina 11

9Aprile-Maggio 2016
Il fi lo verde
di Barbara Bruni
CRESCE LA DOMANDA DI ENERGIA SOLARE
Dopo tre anni consecutivi di declino, torna a crescere
il solare in Europa. Nel 2015, con 8 GW di connessioni
in più in rete, si è registrato un aumento del 15 per
cento nella domanda di energia solare. Con circa 100
GW installati, l’Europa si conferma il continente con la
maggiore quantità di energia prodotta tramite impianti
solari, e con una media di consumo di quasi il 4 per
cento dell’elettricità prodotta. La domanda di energia
solare in Europa lo scorso anno è arrivata soprattutto
dalla Gran Bretagna, dalla Germania e dalla Francia,
tre Paesi che da soli hanno totalizzato il 75 per cento
delle nuove connessioni.
LA PARKWAY ITALIANA
È allo studio la realizzazione di una Parkway, ossia un
percorso dedicato al turismo, lento e sostenibile, che
va dalle Cinque Terre, agli arcipelaghi della Maddalena
e Toscano, fi no al Parco Nazionale del Circeo. L’idea è
quella di valorizzare la biodiversità nei parchi nazionali
dell’area tirrenica, realizzando una sorta di percorso
turistico verde, sopra e sotto il mare, che coinvolga
i territori protetti. Il fi ne del progetto sarebbe di
promuovere tra gli amanti della natura: dall’agricoltura
alle specialità enogastronomiche, dall’offerta storico-
culturale alle bellezze del nostro paesaggio.
I DANNI DI FUKUSHIMA
Secondo i dati dell’ultimo rapporto di Greenpeace
Giappone, l’impatto ambientale del disastro nucleare
di Fukushima - di cui è appena è ricorso il quinto
anniversario - avrà conseguenze enormi su foreste
e fi umi, conseguenze che dureranno decenni, se
non secoli. Gli scienziati hanno rilevato i primi segni
di mutazioni ereditarie e di alterazioni nel Dna di
diverse forme di vita nelle foreste, dagli alberi alle
farfalle. Rilevata anche la contaminazione da cesio
in pesci d’acqua dolce, importanti dal punto vista
commerciale. Greenpeace Giappone ha da poco
lanciato un’indagine sulla contaminazione radioattiva
delle acque dell’Oceano Pacifi co lungo le coste in un
raggio di 20 chilometri dalla centrale nucleare.
ELEFANTI, È ANCORA BRACCONAGGIO
Oltre la metà delle morti di elefanti nel mondo avviene
ancora per mano dei bracconieri. Secondo i dati della
fondazione Born Free, dall’inizio dell’anno sarebbero
stati già uccisi 1.500 pachidermi per il loro avorio.
Solo nel 2015 si stima che i bracconieri in cerca di
avorio abbiano abbattuto oltre 20mila elefanti africani.
Una piaga, quella del bracconaggio e dei traffi ci
illegali, che sta decimando la popolazione mondiale
dei pachidermi, così come emerge nell’ultimo rapporto
del Cites. Nonostante il calo rispetto al picco negativo
registrato nel 2011, il bracconaggio risulta ancora una
minaccia, immediata e seria, per la sopravvivenza
degli elefanti africani perché è superiore al normale
tasso di crescita della loro popolazione.
porale, né la distribuzione geografica
e socio-economica della popolazione
italiana. Ma le nostre osservazioni erano
cadute regolarmente nel vuoto.
Cosa abbiamo fatto? Per comprendere
meglio spread e trend dell’Aspettativa di
Vita SANA (HLE) degli anni di vita vissuti
senza disabilità in Italia, abbiamo utilizzato
i dati pubblicati annualmente da EURO-
STAT (2015) che risultavano più approfon-
diti, aggiornati al 2013 ed orientati ai paesi
della Comunità Europea.
L’HLE, indicatore EUROSTAT ereditato
dall’ OCSE (Organizzazione per la Coo-
perazione e Sviluppo Economico), stima
il numero medio di anni di vita sana alla
nascita, e/o a 65 anni, che ci si può aspet-
tare di vivere senza subire limitazioni nel-
le normali attività quotidiane causate da
problemi di salute (disabilità). Ogni anno
EUROSTAT analizza un campione rappre-
sentativo dei paesi europei (circa 273mila
persone), Italia inclusa, a cui propone una
specifica domanda orientata a conoscere
il livello dei problemi di salute insorti negli
ultimi 6 mesi valutando le connesse limita-
zioni nelle normali attività quotidiane. Con
il metodo Sullivan si analizzano infine i dati
di mortalità e morbilità specifici per sesso,
età, periodo ed area geografica.
Che risultati abbiamo osservato fi no al
2013? In entrambi i generi si evidenziava
un trend temporale in miglioramento per
quanto riguarda la LE, ma è stato anche
confermato il peggioramento della HLE.
In particolare nel periodo 2004-2013,
donne e uomini alla nascita perdono
rispettivamente circa 10 e 7 anni di vita
in salute. Analogamente a 65 anni assistia-
mo ad una progressiva diminuzione della
durata della vita in salute maggiore per le
donne che per gli uomini.
Il confronto di genere in Italia ed in Euro-
pa. Premesso che in letteratura è già nota
la relazione tra LE e determinanti distali di
salute (socio-economici, ambientali, ecc),
se concentriamo l’analisi sul raffronto di
genere, ci appare importante evidenziare
il peggioramento dal 2004 dell’HLE nelle
donne italiane, sia alla nascita sia a 65 anni,
rispetto ai maschi italiani e al corrispon-
dente andamento europeo: dal 2005 in
Italia si registra anche una preoccupante
“inversione” di genere, inaspettata e persi-
stente fino all’ultimo anno registrato (2013).
Riassumendo. In Italia dal 2004 si è ridot-
ta bruscamente la speranza di vita senza
disabilità (HLE) sia alla nascita sia a 65 anni.
Prevalentemente per le donne. Conse-
guentemente dal 2015 è fortemente dimi-
nuita anche la speranza di vita (LE). I dati
EUROSTAT ed ISTAT confermano quan-
to appare ben percepito dalle persone:
l’aumento dei problemi socio-sanitari ed
economico-ambientali. Il ‘combinato di-
sposto’ tra l’aumento della speranza di vita
(fino al 2014) e la diminuzione della spe-
ranza di vita senza disabilità, ha determi-
nato per la popolazione italiana un consi-
stente allungamento medio del periodo di
vita vissuto in cattiva salute con disabilità
di livello medio e/o grave (fino al 2014). Dal
2015 l’accorciamento di entrambi gli indi-
catori ha ridotto la durata della vita vissuta
con gravi cronicità (eutanasia di massa?).
Le 2 informazioni (HLE e LE) dovrebbero
comunque essere sempre considera-
te congiuntamente per comprenderne
la complementarietà, la forte domanda
di SALUTE (es. prevenzione primaria) ma
anche di SANITA’ che continua a ricevere
risposte controproducenti ed inadeguate
come la riduzione dei fondi per i servizi
sociali e per il SSN che verrà diminuito fino
al 2017 di oltre 2,3 miliardi di euro. Le mi-
sure dell’HLE contengono una forte ete-
rogeneità tra Stati che andrebbe ulterior-
mente indagata: la Grecia, oggi nota per la
grave crisi economica, fino al 2013 risulta
comunque aver mantenuto un’aspettativa
di vita in salute migliore della nostra e, an-
cor di più, della stessa Germania.
*Valerio Gennaro, Epidemiologia IRCCS
Ospedale Università San Martino, Istituto
Nazionale Ricerca sul Cancro (IST), Genova

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