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Numero 10 del 2007

50E50: il 13 ottobre tutte a Roma


Foto: 50E50: il 13 ottobre tutte a Roma
PAGINA 10

Testi pagina 10

ottobre 2007 noidonne10
“Non ho voluto fare grandi riformeche stravolgessero ancora una
volta il nostro sistema di istruzione: ho
voluto riconsegnare la scuola al buon
senso e alla saggezza degli insegnanti,
impegnandomi a sostenerli concreta-
mente, fornendo loro quelle certezze che
permettono di lavorare con serenità" ha
scritto il Ministro Giuseppe Fioroni in
una comunicazione rivolta a operatori
della scuola, dirigenti, docenti, persona-
le tecnico, amministrativo e ausiliario.
La riforma fa riferimento al curricolo
(cioè al piano formativo di contenuti
culturali e risorse educative dell'intera
esperienza scolastica in termini di cono-
scenze, competenze e abilità) e in gene-
rale ai grandi problemi della scuola:
abbandoni, nuovi istituti tecnici e pro-
fessionali, precariato (è precario 1 pro-
fessore su 5), edilizia scolastica, uso
pomeridiano della struttura, laboratori
scientifici e linguistici, corsi di recupero
di debiti formativi, esame di riparazio-
ne, sostegno, supplenze, professionalità
dei docenti, mezzi finanziari.
Secondo la lettera del Ministro ai
Presidi del 3 agosto, inoltre, l'innalza-
mento dell'obbligo di istruzione a 10
anni favorisce il successo formativo e
previene la dispersione scolastica.
Altre indicazioni in materia di istru-
zione si trovano in un documento tecni-
co che illustra gli indirizzi che si appli-
cheranno negli anni scolastici
2007/2008 e 2008/2009 a cui seguirà
una seconda fase in cui verranno rac-
colti i suggerimenti delle scuole. Le
Indicazioni per il curricolo delle scuole
dell'infanzia e delle scuole del primo
ciclo vedono una fase sperimentale di
prima attuazione delle disposizioni del
decreto. Nelle intenzioni del Ministro,
così come dichiarato nella citata lette-
ra, c'è quella di valorizzare le esperien-
ze condotte nelle scuole e promuovere
l'autonomia scolastica, la formazione
per i docenti, nonché lavorare insieme
ai soggetti interessati per individuare
proposte su bilanci e certificazioni di
saperi e competenze. Quanto ai pro-
grammi, le "tre I" (Impresa, inglese,
informatica) della riforma Moratti
vanno bene, ma dopo le materie di
base.
Lavoro comune e dialogo per miglio-
rare e rilanciare la scuola italiana, que-
sta in sostanza la filosofia che sta dietro
alle indicazioni sul curricolo (documen-
to di 113 pagine) allegato alla Direttiva
n. 68 del 3/08/2007 e al Decreto del 31
luglio 2007 .
Per la fase iniziale di accompagna-
mento sono state destinate risorse com-
plessive pari a 36 milioni di euro.
Percezioni da nord a sud
Come vengono percepite sul territo-
rio le indicazioni del Ministro Fioroni?
"Hanno un vago sapore di arretratez-
za, ma la sensazione è che non ci siano
particolari cambiamenti" racconta
Nunzia, che dopo aver lavorato in
FIAT per oltre dieci anni ha cominciato
a insegnare. Da venti anni è professo-
ressa di italiano e storia nel triennio in
un Istituto Tecnico Industriale di Torino.
"I problemi di fondo ci sono e riman-
gono: imprecisione, disinformazione e
incompetenza di media e istituzioni non
aiutano" è il commento di Anna, che
insegna francese in una scuola media di
Roma.
Diana, che insegna in un Liceo
Classico di Cosenza ci fa sapere che
"Non c'è molto entusiasmo, ma l'atteg-
giamento di sfiducia si rivela nei con-
fronti di qualsiasi novità, in quello che
può andare a inficiare la routine. Il
lavoro in classe non cambia tantissimo,
qualsiasi riforma ci possa essere, dipen-
de dalle situazioni contingenti. Dove le
cose non vanno, ci possono essere colle-
ghi pigri o presidi meno lungimiranti
che creano un clima di rifiuto, magari in
situazioni di marginalità. Le informa-
zioni ci sono state, già dallo scorso
anno si sapeva del cambiamento in
atto, poi sta alla dirigenza scolastica
gestire incontri chiarificatori e di con-
fronto".
L'impressione è che ci siano divergen-
ze di opinioni e confusione, non solo su
cosa significhi "innovare la scuola" ma
anche sugli strumenti per farlo. C'è da
dire che la materia è complessa: dai
problemi di organico, al tempo pieno, al
taglio dei docenti di sostegno al control-
lo dei prezzi dei libri scolastici, fino ai
ritardi nelle nomine, al finanziamento
alle scuole, passando per la condotta, i
cellulari vietati o no (si pensi che il 90%
dei giovani tra 14 e 16 anni fa uso di un
cellulare personale, tra i 10 e gli 11 anni
il 54%), l'assenteismo dei docenti con o
senza connivenza dei presidi, fino ai
noti episodi di bullismo (il numero
verde anti bullismo 800669696 riceve
1000 chiamate al giorno).
Sembra proprio che non ci sia la
ricetta per un insegnamento serio, per la
costruzione del futuro e delle coscienze
dei giovani, dei valori di stima, fiducia
reciproca e anche del sacrificio che,
forse, le nuove generazioni dovrebbero
sperimentare.
C'è confusione anche tra gli studenti:
da una ricerca emerge che il 46,3% degli
studenti rispetto alla scuola si chiede
"Che ci faccio qui?".
"Il rapporto con ragazzi e ragazze,
con le famiglie, non è semplice; noi pro-
fessori a volte ci sentiamo disarmati. Se
la scuola diventa un'azienda e c'è inte-
resse ad accontentare i genitori, si tende
a chiudere un occhio su alcuni proble-
mi. Anche certe scelte di bilancio sono
discutibili, con sprechi di risorse in pro-
getti e commissioni che promuovono
attività extrascolastiche non sempre
qualificate" segnala un'insegnante.
Quanto alle informazioni sul currico-
lo "sembra di tornare un po' indietro, gli
strumenti sono un po' datati. In alcuni
casi sono positivi, ma ad esempio sull'i-
taliano bisogna dire che la velocità
della comunicazione, degli sms e di
internet, non deve essere vista come
negativa in assoluto, perché modifica la
lingua e la adegua ai tempi. Il rischio è
di disinteressare gli studenti" dice
Nunzia, che conclude segnalando che
La riforma soft di Fioroni
Scuola
Elena Ribet
Disegno di Laura Epifani
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