Numero 5 del 2007
Happy new family
Testi pagina 10
maggio 2007 noidonne10
Il Consiglio Regionale della Lombardiaha approvato all'unanimità nei mesi
scorsi le modifiche al Regolamento in
materia di attività funebri e cimiteriali,
un regolamento complesso che tratta
delle modalità di incenerimento, del
trattamento dei corpi radioattivi, del
trasporto delle bare e della questione
del trattamento dei prodotti abortivi.
Votato senza iniziale rumore è diven-
tato in meno di ventiquattro ore oggetto
di controverso dibattito in merito in
particolare alla possibilità di sepoltura
per i "prodotti del concepimento" di età
inferiore alla ventesima settimana.
Il Regolamento varato dal Consiglio
Regionale è attuativo del Decreto della
Presidenza della Repubblica n. 285 del
10/09/1990, che stabilisce all'articolo 7
le norme dello "smaltimento" dei prodot-
ti abortivi dalle 20 alle 28 settimane e
dei feti, nonché dei prodotti del concepi-
mento (così già li definisce il decreto na-
zionale) prima delle 20 settimane, cui è
data possibilità di sepoltura su richiesta
dei genitori.
Il Regolamento conferma le procedu-
re già in atto in Lombardia, derivanti
dalla circolare regionale n. 21 del 30
maggio 2005 in materia, che stabilisco-
no l'informativa ai genitori della possi-
bilità di sepoltura e le modalità di smal-
timento sia dei cosiddetti prodotti di
concepimento che dei prodotti abortivi.
Nulla cambia quindi rispetto alle
procedure in atto dal 2005, cui le Dire-
zioni Sanitarie delle Aziende Ospedalie-
re già si attengono.
Su questo Regolamento puramente
tecnico abbiamo assistito ad un inac-
cettabile uso strumentale, veicolato dal-
lo stesso presidente lombardo Formigo-
ni, che ha voluto attribuirgli un valore
simbolico che non condividiamo.
Si tratta di una strumentalizzazione
che ha rischiato di mettere in secondo
piano il merito ed ha alimentato un
conflitto tendente ad assumere carattere
ideologico non utile ad affrontare temi
così delicati, una strumentalizzazione
che ci ha coinvolti e che rifiutiamo deci-
samente.
La nostra posizione politica ed istitu-
zionale non può essere stravolta. Siamo
in modo chiaro ed inequivocabile per la
difesa e la piena applicazione della leg-
ge 194 sulla interruzione volontaria del-
la gravidanza e per l'autodeterminazio-
ne della donna.
Abbiamo lottato, per citare un caso
apparso sui giornali, per estendere la
possibilità di utilizzo dell'aborto farma-
ceutico, sostenendo la esperienza in at-
to al Buzzi di Milano, oggetto tra l'altro
di un'inchiesta archiviata dalla Magi-
stratura.
Abbiamo posto con forza il proble-
ma dell'eccessivo numero di obiettori di
coscienza negli ospedali della nostra
Regione.
Abbiamo ribadito la necessità di raf-
forzare i consultori pubblici, di dotarli
delle risorse e delle competenze necessa-
rie, dando anche risposta alle donne mi-
granti che vi accedono, attraverso figu-
re di mediazione culturale.
Per noi la barra resta la libertà di
scelta e l'autodeterminazione della don-
na.
Proprio perché non volevamo che il
regolamento desse adito ad equivoci e a
strumentalizzazioni, né tanto meno che
vi fosse ricaduta alcuna sulla donna,
abbiamo lavorato in previsione della
definizione della relativa circolare ap-
plicativa.
Abbiamo realizzato come Gruppo re-
gionale Ds un incontro con operatori ed
operatrici sanitarie che applicano la
legge 194 negli ospedali della nostra Re-
gione. Con loro abbiamo ragionato su
l'iter concreto, su ciò che accade dal
momento in cui la donna entra in ospe-
dale per interrompere la gravidanza.
Siamo infatti convinti che la garan-
zia dei diritti passi attraverso la cono-
scenza e la consapevolezza del percorso
dall'interruzione di gravidanza in poi,
compreso il momento del trattamento
del "prodotto del concepimento". Ciò ha
portato alla definizione di una circolare
applicativa del regolamento che non
mette in discussione in modo alcuno
l'applicazione della legge 194.
Negli ospedali i "prodotti del conce-
pimento" verranno messi in un unico
contenitore, lo stesso che viene utilizza-
to per le "parti anatomiche riconoscibi-
li", in cui verranno accumulati senza
poter essere identificati.
Non vi saranno, come alcuni paven-
tavano, tante piccole bare in attesa del-
la sepoltura.
Le informazioni sulla possibilità di
seppellimento non verranno date diret-
tamente alle donne che si recano in
ospedale per effettuare l'IVG. Verranno
invece messi avvisi nelle bacheche degli
ospedali, facendo in modo che "l'infor-
mazione risponda ai canoni della chia-
rezza e della discrezione".
Il tentativo di Formigoni di stravolge-
re un regolamento tecnico non è passa-
to, anche se non abbiamo potuto impe-
dire la strumentalizzazione mediatica
in chiave antiabortista.
Noi consigliere e consiglieri dei De-
mocratici di sinistra non consentiremo
comunque che la legge 194 sia messa in
discussione in Lombardia e continuere-
mo la nostra azione a favore della liber-
tà, della dignità e dell'autodetermina-
zione della donna.
* consigliera regionale dei Democratici di sinistra in
Regione Lombardia
Difendiamo la 194. Senza “se” e senza “ma”
Lombardia
*Ardemia Oriani
“la legge 194 non è stata
messa in discussione in
Lombardia. Comunque non
lo consentiremo”