Numero 3 del 2007
Mimosa e non solo
Testi pagina 10
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Noidonne ha chiesto a tre esponentidella cultura democratica del no-
stro Paese di parlare della prospettiva
del Partito Democratico e del ruolo che
le donne potrebbero avere in questo
nuovo soggetto. Ne è scaturita una dis-
cussione aperta in cui la Professoressa
Francesca Brezzi (docente di Filosofia
morale e Direttore del Dipartimento di
Filosofia della Facoltà di Lettere dell'U-
niversità Roma Tre), l'Onorevole Marina
Sereni (Ds, vicepresidente vicario del
gruppo L'Ulivo alla Camera)) e la Sena-
trice Albertina Soliani (Margherita,
componente del gruppo L'Ulivo al Sena-
to), hanno dibattuto sulle scelte, le pos-
sibilità di partecipazione, le politiche di
genere possibili nella costituenda for-
mazione politica.
Francesca Brezzi. Per dare un primo
impulso alla discussione vorrei portare
la mia esperienza relativa ad un ciclo di
lezioni che abbiamo tenuto all'Universi-
tà su "Donne, Politica ed Istituzioni" , al
quale abbiamo avuto una partecipazio-
ne straordinaria. Grazie all'impostazio-
ne che ha privilegiato strumenti di ap-
prendimento come la partecipazione di-
retta e personale e cercando di soffer-
marci su aspetti concreti e reali, seppu-
re meno noti della vita delle istituzioni,
quelli che, una volta nel Palazzo, non
sempre si ricordano, è nata una rete di
donne. L'altra esperienza si riferisce al-
l'appello, fatto prima delle precedenti
elezioni, per chiedere ai vari partiti di
comporre le liste elettorali in maniera
paritaria; avevamo detto che avremmo
sostenuto i partiti dell'Unione che
avrebbero attuato una politica attiva
anche per modificare la legge elettorale
in questo senso. Nonostante le varie ri-
sposte ottenute, anche da Prodi, al no-
stro appello non c'è stato seguito. Que-
sto ci ha deluso e sconcertato.
Partendo da questi fatti, che ho toc-
cato con mano, mi preme interrogarvi
su come la politica e i partiti vogliono
rispondere a questo desiderio di parteci-
pazione delle donne; la mia impressione
è che non si risponda adeguatamente a
questa passione. Riguardo alla costitu-
zione del PD aggiungerei che mi sembra
che sia completamente assente, non so-
lo la voce delle donne, ma anche una
generica attenzione alle politiche di ge-
nere. Vorrei riportare una frase di una
delle nostre corsiste: "la politica può fa-
re molto per le donne ma solo la politi-
ca delle donne può fare il resto. Parteci-
pare alla vita politica più che un diritto
è diventato un dovere; agire insieme è
l'accezione politica più vicina alle don-
ne". Su questo vi chiedo un'opinione.
Marina Sereni. Una mia prima consi-
derazione conferma l'impressione di
Francesca: non si può dire che le donne
apprezzino la politica e ancor di più di-
rei che c'è un'evidente distanza tra i cit-
tadini e i partiti. Sappiamo anche che a
questa indifferenza delle donne per la
politica istituzionale non corrisponde
un'indifferenza verso l'impegno civile e
questo ci dice che scelgono di agire e di
farlo in un luogo più accogliente. Il PD
sarebbe un'opportunità straordinaria
perché potrebbe nascere, a differenza di
quelli che abbiamo conosciuto e in cui
abbiamo militato, con un pensiero fon-
dativo di due generi anziché di uno.
Non siamo certe che questo accadrà
perché la partenza non è stata soddisfa-
cente: penso al seminario di Orvieto,
che doveva essere l'inizio di questo tra-
gitto, con moltissimi uomini e pochissi-
me donne; penso al comitato di saggi
chiamato per la stesura del manifesto
del PD in cui le donne sono un numero
limitato: tre su quindici. E' chiaro, quin-
di, che partiamo da una situazione che
non ha assunto fino in fondo quest'op-
portunità. Sta a noi cercare di rovescia-
re la piramide. Un altro fattore di per-
plessità è la domanda sull'incontro tra
culture diverse che la costituzione del
PD presuppone, sull'idea diversa del-
l'impegno in politica a partire da un'ap-
partenenza di tipo religioso e di fede che
ci interroga sul principio della laicità e
dei diritti. Credo molto nel progetto del
PD ma è evidente che non porteremo in
esso le donne se non saremo in grado di
costruire un partito laico. E da questa
sfida mi aspetto molto dalle donne per-
chè mi fido della loro capacità di me-
diazione alta, come è stato per il dise-
gno di legge Bindi-Pollastrini sulle Unio-
ni di fatto.
Albertina Soliani. L'idea del PD è, da
dieci anni a questa parte, dalla nascita
dell'Ulivo, l'idea più importante della
politica italiana perché unisce culture
politiche, esperienze, storie, sul tema
dell'unità che è la parola chiave intorno
alla quale si riconoscono milioni di ita-
liani. Bisogna dire che la forza fonda-
mentale dello schieramento di centrosi-
nistra e la base fondamentale dell'azio-
ne di governo è proprio questo PD, non
ancora definito, ma vivo nelle premesse
e unica speranza vera per l'Italia. Tutta-
via ci rendiamo conto che, rispetto alla
dinamica democratica, di grande slan-
cio, che dovrebbe rappresentare questa
fase, siamo in una specie di frenata non
rispetto ai tempi, ma rispetto ai modi.
Perciò non dobbiamo perdere di vista
due condizioni essenziali senza le quali
un sogno come questo potrebbe anche
Esserci, per cambiare il mondo
Partito democratico
Nadia Angelucci