Numero 4 del 2008
UDI: 50E50, donne e rappresentanze
Testi pagina 10
aprile 2008 noidonne10
Ieri le donne erano accusate di essere
diventate egoiste e libertine (chiedevano
autodeterminazione e diritti), oggi ven-
gono accusate di esser assassine. Lo di-
ce Ferrara, prendendo spunto dalla mo-
ratoria sulla pena di morte. A un appel-
lo ingiustificabile e diffamatorio che
non nasce dal sentimento morale offeso,
ma si pone l'obiettivo di metterlo in dif-
ficoltà, il P.D. risponde con l'attenzione
che meritano le proposte serie e respon-
sabili. No, nei casi dove si supera ogni
limite, la risposta dev' essere dura, me-
glio se canzonatoria. E su Internet c'è, a
firma di quattro donne: "Il patriarcato
da bar è il modo più semplice che ha il
simbolico patriarcale e maschilista di
fare presa e riprodursi. Siamo davvero
stufe che i nostri corpi e le nostre vite
vengano invase da discorsi opportuni-
stici e di bottega. Ci appelliamo a Fer-
rara perché rivolga la sua crociata al-
trove: mai pensato di diventare anima-
lista?". Si chiedono poi come mai "il rea-
lismo politico di certi maschi rimanga
tale per quanto riguarda la guerra e si
trasformi in un melenso idealismo che
difende i feti quando si tratta del corpo
femminile". E Robecchi sul Manifesto:
Ferrara non è un antiabortista, anzi Fer-
rara è un filoabortista: attaccare la
194, una delle poche leggi che ha rag-
giunto il suo scopo, è "una squillante e
vergognosa battaglia a favore dell'abor-
to, meglio se illegale". Chi scrive non
conosce l'esito delle elezioni ma, qua-
lunque sia, la cosa più grave è che la
campagna elettorale di Ferrara la cui
potenza mediatica è eccezionale, farà
ancora più fosco il clima di crociata e
oscurantismo che avvelena il paese.
Pessimismo ingiustificato? Vediamo: Pro
life vuole lasciare intatta la legge 40,
vietare la vendita della RU486, pro-
muovere una legge per seppellire i feti
(come già avviene in Lombardia), soste-
nere economicamente le gestanti in dif-
ficoltà nei primi tre anni di vita del
bambino (il problema è solo di natura
economica ? e dopo?), sostenere con
sovvenzioni pubbliche il Movimento per
la Vita. Tutto prevedibile, ma c'è altro:
dietro l'ingannevole facciata di risolvere
gravi problemi (un'Agenzia per le ado-
zioni e una per la ricerca sulle disabili-
tà) c'è l'offerta di lucrose prebende in en-
ti clientelari di nomina politica, oltre al-
la solita colpevolizzazione della donna,
scostumata e capace di amare solo figli
sani. Infatti se il feto nasce vivo Pro life
chiede di ignorare il parere della madre:
la rianimazione va fatta sempre, a pre-
scindere dalle settimane di gestazione
(posizione suffragata dal recente docu-
La cambio? No, la interpreto
Legge 194
Stefania Friggeri
Tempo di primavera e di generale fioritura. Tempo di bilanci per le donne che fanno quadrato intor-
no alla propria età anagrafica. Colgo qua e là difficoltà a dire la propria data di nascita come se nes-
suna di noi sapesse che si invecchia davvero quando si smette di essere innamorate della propria vi-
ta. Innamorarsi. Già, un bel tema per noi donne troppo indaffarate per lasciarci andare o troppo ti-
morose per gustare appieno la gioia di una giornata ricca di amore. Un gelato al cioccolato non si
mangia, ma si gusta proprio perché non si pensa come un sostituto frettoloso al pranzo. Così l'inna-
morarsi: quando si smette di gustare la vita, le nostre giornate sono noiose, come ci suggeriva "La
marionetta" di Marquez. Perché ogni donna anche se avanti con gli anni non dovrebbe desiderare di guardare oltre sé? Perché sa-
rebbe sano solo per le ultra palestrate e rampanti quarantenni creder nella vita? Ho visto un uomo accompagnare in visita l'anzia-
na compagna che non ricordava neppure il suo nome con un tenerezza e una fierezza verso l'antico amore da far impallidire i cuo-
ri incisi sui banchi di scuola o disegnati sui muri delle case. Ho visto una donna baciare il non più giovane marito che si avviava ad
un rischioso intervento chirurgico con una dolcezza ed una passione che anche un eccellente fotografo avrebbe faticato a cogliere
nella sua freschezza. Ho visto gli occhi di uomini e donne impegnati in politica - ove seppure velati dalle lacrime della sconfitta e
della nostalgia - risplendevano i radiosi sorrisi dei compagni di partito che non c'erano più. Quello che è certo è una cosa soltan-
to: conosciamo troppo poco delle alchimie che regolano l'incontro tra le libertà individuali e non abbiamo titolo per etichettare le
relazioni delle donne non più giovanissime come "normali" o "anormali". E quindi il mio pensiero riconoscente va a tutte le donne
che osano amare, sfidano manie e imperfezioni per darsi senza paure e pensare di regalare a se stesse e al proprio futuro la possi-
bilità di vivere e credere sempre anche l'insperato.
L’amore delle donne non invecchia