Numero 11 del 2009
Sex love & ...
Testi pagina 10
L'educazione sessuale è stata definitadall'Organizzazione Mondiale della
Sanità "azione per favorire l'acquisizio-
ne di uno stato di benessere psicoses-
suale da parte di un individuo". In que-
sta prospettiva viene dunque ricono-
sciuta quale fattore di riduzione del dis-
agio adolescenziale in generale e dei
comportamenti sessuali a rischio in par-
ticolare, contribuendo a quella "integra-
zione degli aspetti somatici, affettivi, in-
tellettivi e sociali che l'essere sessuato
realizza in modo da valorizzare la per-
sonalità, la comunicazione e l'amore"
(OMS, 1975).
Secondo una ricerca presentata dalla
sessuologia Alessandra Graziottin, solo
lo 0,3% delle ragazze italiane sotto i 19
anni possiede una buona educazione
sessuale. Dato sconcertante se associato
al fatto che nel 53% dei rapporti ses-
suali non c'è volontà di usare contrac-
cettivi. I genitori, salvo rari casi, non
parlano di sesso ai figli. Se nella miglio-
re ipotesi lo fanno le madri, i padri in-
vece sono completamente assenti. Al
contempo, "entrare nel mondo comples-
so e rischioso del sesso per un/una ado-
lescente rappresenta una attrazione for-
tissima, al punto che l'età del primo
rapporto si è abbassata moltissimo e le
bambine iniziano ad avere rapporti ses-
suali già prima di avere le mestruazio-
ni". Dell'importanza dell'educazione
sessuale paiono convinte tutte le rispo-
ste arrivate: per il 57% si dichiarano fa-
vorevoli, per il 39% si insiste sulla ne-
cessità di una "informazione sessuale",
nel 3% dei casi si fa emergere una preci-
sa critica dicendo che molto si chiac-
chiera sul tema ma poco si fa.
Tra i molti commenti emergono chia-
ri - sebbene espressi con parole differen-
ti - quelli che dovrebbero essere i compi-
ti di famiglia, scuola e politica in mate-
ria. Per la scuola si suggeriscono percor-
si "semplici ma scientifici", che siano in
grado di fornire "elementi di prevenzio-
ne, educazione alla salute e all'affettivi-
tà" prevedendo anche approfondimenti
che vadano al di là del semplice focus
scientifico. Infatti molte delle risposte
sottolineano l'importanza di educare "i
maschi" al rispetto della propria com-
pagna, partner. Questo potrebbe rappre-
sentare anche un buon modo di preveni-
re fenomeni di violenza domestica.
Per la scuola (che può essere d'aiuto
all'azione della famiglia, ma che non
deve essere vista come unica risposta al-
le domande dei figli) prevalentemente
viene suggerita un'educazione all'affetti-
vità, anche portando esempi di espe-
rienze vissute in prima persona come fi-
glia/o o madre/padre. Qualcuno ricorda
che per ottenere risultati massimi un
buon mix potrebbe esser dato dalla par-
tecipazione dei genitori al percorso edu-
cativo scolastico unito al "buon esem-
pio in casa". C'è poi chi drasticamente
afferma che la scuola debba "essere in
grado di offrire approfondimenti sensi-
bili e competenti bene, altrimenti lascia-
mo fare alla vita!"
Alla politica poi si riconoscono pre-
valentemente gli intoppi, la radicalizza-
zione dello scontro tra un pensiero laico
ed uno confessionale che
troppo ha inciso sulle deci-
sioni in campo educativo
pubblico. In prevalenza si
suggerisce che la "politica se
ne occupi seriamente" altri-
menti "è meglio che si asten-
ga". Ma soprattutto alla poli-
tica si chiede un intervento
sui "grandi sfondi": promuo-
vere il rispetto del corpo del-
lo donne, a partire dalle im-
magini pubblicitarie e televi-
sive, maggiore sobrietà nella
vita pubblica. In Italia anco-
ra poco si fa per l'educazione
sessuale e all'affettività. Da
un punto di vista affettivo la
famiglia tiene di più che nei
Paesi nordici, dove c'è un re-
cord di separazioni ed i padri
sono molto più assenti. Dal
punto di vista dell'edu-
cazione sessuale gli ita-
liani sono muti. È co-
munque altrettanto pe-
ricoloso pensare che un
corsetto di educazione
sessuale a scuola possa
surrogare anni di dis-
educazione a voler be-
ne. Gli altri Paesi però
hanno introdotto seri
percorsi all'interno dei
programmi scolastici, la
Svezia fin dal 1956 ad esempio, e ri-
spondono alle necessità della società
con strumenti ad hoc proprio iniziando
dalle scuole. La società invia messaggi
massicci e contraddittori sulla sessuali-
tà, di fronte i quali i giovani faticano a
trovare una propria personale dimensio-
ne della sessualità, superando un ade-
guamento passivo ai modelli esterni. Gli
adulti, d'altra parte, non sempre riesco-
no a trasmettere valori e modelli chiari
con i quali i giovani possano identifi-
carsi o che possano anche eventualmen-
te contestare. Il risultato è che oggi i gio-
vani rimangono soli di fronte ad un con-
testo culturale dove tutto appare possi-
bile nella sessualità. Ultimo orrore da
internet: videogioco di stupro virtuale
nel quale si vince convincendo la ra-
gazza ad abortire. Una sola parola mi
resta da dire: vergogna!
L’educazione sessuale:
pareri a confronto Rosa M. Amorevole
Sondaggio di ottobre
novembre 2009 noidonne10