Numero 6 del 2009
Libere o sicure?
Testi pagina 10
giugno 2009 noidonne10
Salute non significa semplicemente
assenza di malattia o di infermità, ma
un totale benessere fisico, mentale e so-
ciale. È possibile per la donna acquisire
o avvicinarsi ad uno stato di benessere
considerata la posizione di svantaggio
in cui si trova, anche riguardo alla tute-
la della salute? Svantaggio causato es-
senzialmente dalla non considerazione
della differenza.
Tutti riconoscono le differenze tra i
due sessi, ma in pratica pochi le pren-
dono in seria considerazione. In medici-
na l'importanza della differenza è sotto-
valutata e nonostante la crescente con-
sapevolezza dei pericoli di una medici-
na neutrale che fatica a mettere in pra-
tica l'equità tra i sessi, gli argomenti
scelti, i metodi utilizzati e la successiva
analisi dei dati riflettono ancora una
prospettiva maschile. Il pregiudizio di
genere è evidente non solo nella scelta
dei temi, ma anche nel disegno di molte
ricerche. Nei casi in cui le stesse malat-
tie colpiscono uomini e donne, molti ri-
cercatori hanno ignorato le possibili dif-
ferenze tra i sessi per quanto riguarda
gli indicatori diagnostici, i sintomi, le
prognosi e l'efficacia relativa di tratta-
menti differenti. Fin quando i ricercatori
considereranno gli uomini come la nor-
ma, la cura medica offerta alle donne
continuerà ad essere compromessa.
Il risultato è che le donne sono cura-
te meno bene, in primis, perché per lo
sviluppo di studi clinici di nuovi farma-
ci sono stati sempre scelti soggetti adul-
ti di sesso maschile.
Non si hanno perciò informazioni di-
rettamente rilevabili da studi precoci su
tossicità, dosaggi e interazioni, relative
specificatamente
al sesso femminile
e, data la non dis-
aggregazione dei
dati per sesso, an-
che all'interno di
studi clinici a cui le
donne partecipano in maniera sufficien-
te, sfuggono le reali caratteristiche di ef-
ficacia, tempi, modi e insorgenza di ef-
fetti avversi nella pratica clinica, che
caratterizzano spesso risposte differenti
nei due sessi. I fruitori dei farmaci sem-
brano essere solo uomini, in realtà le
donne, vivendo mediamente più a lungo
degli uomini, hanno una morbilità mag-
giore, si ammalano di più e più spesso e,
mostrando più attenzione alla cura di
sé, ricorrono maggiormente alla cure
mediche.
"Sebbene le donne siano le maggiori
consumatrici di farmaci, la sperimenta-
zione tende a non tenere in sufficiente
considerazione la loro specificità e il
cambiamento delle condizioni di salute
femminile con il conseguente
incremento di effetti collate-
rali".
Questo è quanto scrive il
COMITATO NAZIONALE PER
LA BIOETICA nel parere "La
sperimentazione farmacologi-
ca sulle donne" approvato nel
novembre 2008. Il documen-
to, a partire dall'analisi dei
dati sulla sperimentazione cli-
nica relativa alle donne, sot-
tolinea la sottorappresen-
tatività nell'arruolamento e la
mancata elaborazione differen-
ziata dei risultati, riferendosi in
particolare alle patologie non
specificatamente femminili; de-
pressione, cancro e malattie
cardiovascolari riguardano sia
uomini che donne, ma non con
la stessa modalità. Nella mag-
gior parte delle sperimentazioni
non è riconosciuta una differen-
za tra maschi e femmine al mo-
mento dell'arruolamento e dell'a-
nalisi dei dati. Il dosaggio dei farmaci è
in genere misurato sugli uomini e la
donna sembra essere solo una "variazio-
ne" del modello maschile, ma la diffe-
renza di peso oltre la differenza morfo-
logica e fisiologica determina una note-
vole diversità nel-
l ' a s so rb imen to
nella distribuzio-
ne, nella metabo-
lizzazione e nell'e-
liminazione del
farmaco: c'è inol-
tre una differente risposta del corpo ad
una certa concentrazione del farmaco
nel sangue e nel tessuto. Insomma ormai
si conosce la differente risposta ai far-
maci, ma se non muteranno i protocolli
di sperimentazione, uomini e donne
continueranno ad essere arruolati senza
distinzione e conseguentemente l'analisi
dei dati continuerà ad essere indifferen-
ziata. La sottorappresentazione del ge-
nere femminile nelle sperimentazioni è
maggiore nelle fasi precoci della ricerca;
questo oltre a impedire di misurare la
reale efficacia del farmaco sulle donne,
potrebbe anche avere impedito l'identifi-
cazione di specifici farmaci per loro.
Perché le sperimentazioni cliniche so-
no effettuate prevalentemente sugli uo-
mini? Ci sono diverse cause: le donne
hanno difficoltà ad entrare negli studi
clinici per mancanza di tempo, per bas-
so reddito, ma anche per la scarsa at-
tenzione dei reclutatori alle necessità
pratiche e psicologiche delle donne. In
realtà, per le case produttrici di farma-
ci, reclutare gli uomini è più economico:
non c'è né gravidanza, né variazione or-
monale che possa interferire con i risul-
tati. L'investimento 'di genere' sembra
poco redditizio, ma potrebbe costituire
un investimento mirato dato che sono le
donne, è bene ricordarlo, ad essere le
maggiori consumatrici di farmaco
Il parere sopra citato approvato dal
COMITATO NAZIONALE DELLA BIOE-
TICA è significativo proprio perché ri-
Medicina
di genere
Parliamo di bioetica Alessandra FabbriIstituto Italiano di Bioetica
www.istitutobioetica.org
le donne
sono curate
meno bene“
“
depressione, cancro e
malattie cardiovascolari
riguardano sia uomini che
donne, ma non con la stessa
modalità
“ “
per le case
produttrici di farmaci,
reclutare uomini per la
sperimentazione è più
economico
“ “