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Numero 2 del 2009

Se 60 anni vi sembran pochi provate voi a lavorar...


Foto: Se 60 anni vi sembran pochi provate voi a lavorar...
PAGINA 10

Testi pagina 10

febbraio 2009 noidonne10
Apag. 207 di " Inchiesta sul Cristia-nesimo" (di Augias e Cacitti) ci si
chiede: "quando il cristianesimo diventa
religione di Stato, l'annuncio del Vange-
lo aiuta a cambiare le leggi che riguar-
dano la posizione della donna, la ses-
sualità, la famiglia?". Ci si chiede in-
somma quale influenza abbia avuto il
cristianesimo nel diffondere e consolida-
re nel tempo il modello sociale della
donna inferiore, succube e senza
parola. Secondo il prof. Cacitti
la visione che i Padri della Chie-
sa avevano della donna, una vi-
sione contraria al femminile e in
alcuni casi sintomo di vera e
propria misoginia, "risponde ai
criteri ordinari e abitudinari del-
la società classica nonché giu-
daica". "A ciò bisogna aggiunge-
re l'influenza di una particolare
lettura della Genesi" di cui la
Bibbia riporta due diverse lezio-
ni (ma chi lo sa? gli italiani non
conoscono la Bibbia): in una
versione "Dio plasma dal fango
un'entità che è insieme maschile
e femminile…Donna e uomo,
dunque, godono di pari digni-
tà"; nell'altra, quella della co-
stola, la donna,"subordinata al-
l'uomo cui deve la vita", appare
"più lontana dal modello divi-
no". A dire il vero Adamo, quan-
do cede ad Eva, si dimostra ben
più debole di lei che era stata
tentata da Satana in persona e
aveva peccato spinta dal desi-
derio, molto apprezzabile, di co-
noscenza. Ma questa interpreta-
zione non diventa quella prevalente e,
anche se nel Vangelo di Giovanni il Cri-
sto risorto appare per primo alla Mad-
dalena, col tempo la figura femminile ri-
entra nei canoni tradizionali; anzi "si
arriva al punto di incolpare Eva, e con
lei ogni donna e il femminile, di essere
l'autentica 'ianua diaboli', la porta (ia-
nua) attraverso la quale il male ha fat-
to irruzione nel mondo". Non è un caso
infatti che Satana sia rappresentato dal
serpente, ovvero dal simbolo del mem-
bro virile, incarnazione animale dell'i-
stinto sessuale, serpe immondo che vie-
ne schiacciato coi piedi dalla casta Ma-
ria. Mentre Eva, libidinosa e peccatrice,
diventa l'emblema della donna seduttri-
ce da cui il maschio, ammaestrato dal-
la sorte sventurata di Adamo, deve di-
fendersi; e lo può fare solo in due modi:
il più drastico, e praticato di rado an-
che nel cristianesimo primitivo, è la ca-
strazione, un espediente che dice quan-
to indomabile sia sentito da alcuni il de-
siderio della donna; l'altro espediente,
proposto ancora oggi, è quello di muti-
lare e reprimere la donna attraverso la
figura della casta Maria. Figura ases-
suata, sempre vergine, modello ideale
per legittimare il controllo sul corpo e
sulla vita delle donne, a partire dalla
famiglia, dal clan, con la complicità
delle donne stesse che, vittime dell'edu-
cazione familiare, religiosa e del condi-
zionamento sociale, ne introiettano la
figura e la trasmettono alle figlie. Da ul-
timo va poi aggiunto che ha contribuito
al consolidamento della disistima e del-
la insignificanza sociale delle donne il
dualismo culturale che sta a fondamen-
to del cristianesimo: il vivere l'anima e il
corpo come divisi e nemici, (svalutando
il corpo, e dunque il sesso, a favore del-
la vita spirituale), il negare valore alla
vita terrena, (proiettando l'esistenza
umana nella conquista della vita eter-
na); questa visione dualistica del mon-
do che, svalutando la corporeità, ha
svalutato contemporaneamente anche
l'immagine la donna, esprime una filo-
sofia della vita che urta contro un dato
di natura ineliminabile: nella specie
umana la conservazione della
specie viene garantita attraverso
un elemento molto efficace, qua-
si una ingegnosa trovata della
selezione naturale: la ricerca del
piacere. Un impulso istintivo e
indomabile di cui i padri del cri-
stianesimo devono essersi sentiti
tanto più colpevoli quanto più
lo avvertivano misterioso ed in-
controllabile. E la donna, l'essere
misterioso il cui ciclo la lega al-
la luna, il cui vaso perde sangue
quando non accoglie un bambi-
no, rappresentava in quel mon-
do arcaico il capro espiatorio
ideale, come lo rappresenta tut-
tora nelle società intrise di senso
del magico ed analfabete dal
punto di vista scientifico. La ca-
sta Maria dunque deve dire:
"non lo fo per piacer mio ma per
dar dei figli a Dio"; la donna che
prova piacere, invece è figlia di
Eva, è colpevole e peccatrice.
Quanto grave per la salute del-
l'anima sia il piacere che offre la
vita sessuale ce lo dice S. Girola-
mo " E' adultero chi ama troppo
ardentemente la moglie…L'uo-
mo saggio deve amare con giudizio non
con passione", oppure S. Gregorio: "Il
piacere non può mai essere senza pec-
cato…nella colpa sono stato generato,
nel peccato mi ha concepito mia ma-
dre"; ma nella "Mulieris dignitatem" pa-
pa Wojtyla non si esprime molto diver-
samente: " ciascun uomo deve guardare
dentro di sé e vedere se colei che gli è af-
fidata (sic!) come sorella nella stessa
umanità, come sposa, non sia diventata
nel suo cuore oggetto di adulterio". Una
domanda: una religione basata su que-
ste premesse può avere un rapporto sa-
no con la sessualità?
Cristianesimo e sessualità
Laicità
Stefania Friggeri
quale influenza ha avuto il cristianesimo nel diffondere e
consolidare nel tempo il modello sociale della donna inferiore,
succube e senza parola?
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