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Numero 9 del 2010

Dove vanno i consultori?


Foto: Dove vanno i consultori?
PAGINA 10

Testi pagina 10

8 noidonne | settembre | 2010
di Stefania Friggeri
ccetto la croce e perdono dal pro-
fondo del cuore quanti, dentro e fuori
la Chiesa, hanno voluto colpirmi”. I
cattivi cui allude il cardinale Sepe
sono i giudici di Perugia che stanno
indagando sui rapporti oscuri fra Pro-
paganda Fide e la “cricca gelatinosa” degli affari. La
prima difesa di monsignore dunque è il vittimismo. E
l’attacco a chi chiede trasparenza (la magistratura e la
stampa), come ormai è costume nell’Italia di Berlu-
sconi. Un atteggiamento inconcepibile nella patria di
Papa Ratzinger, la Germania, dove gli enti che ricevono
soldi pubblici, diocesi comprese, devono rendere pub-
blici i loro bilanci. Ma in Italia l’impero immobiliare
vaticano, a capo del quale sta il cardinale Sepe, sfugge
ad ogni controllo, ed infatti non è la prima volta che
viene travolto dagli scandali. Concludendo una sua do-
cumentata ricostruzione degli anni sessanta e settanta,
C. Rendina scrive: “questo danaro ‘sporco’ è finalizzato
anche ad altro scopo, l’acquisto di beni immobili e la ri-
vendita degli stessi, spesso attraverso società-ombra ge-
stite direttamente da enti ecclesiastici, spesso di breve
esistenza, se non fantomatici… Un immenso patrimo-
nio che raccoglie un quarto di Roma”. E dintorni.
Ma in questo Basso Impero berlusconiano, dove chi
vive all’ombra del potere sente di godere dell’immu-
nità, il cardinale Sepe si sente protetto anche dalla con-
dotta abituale del Vaticano: in un clima quasi ossessivo
di riservatezza e discrezione, ogni operazione che mo-
vimenta danaro è coperta dal silenzio e le scarse infor-
mazioni, sempre a macchia di leopardo, sono
frantumate in rendiconti parziali, tipo: “Il Vaticano si
“A
AT
TU
AL
ITÀ
VATICANO S.p.A.
BENEDETTA ‘CRICCA’
dilunga e non tralascia una virgola sulle spese della pro-
pria tipografia, sugli incassi ottenuti dalla vendita dei
biglietti ai musei, ma nulla trapela, ad esempio, sugli
utili della propria banca” (G. Nuzzi). Cioè lo IOR, che
rimane inaccessibile senza le necessarie entrature,
anche perché “il Vaticano ammette a fatica la sua esi-
stenza” (ibidem).
In ogni caso la Chiesa non abbandona mai le pecorelle
smarrite. Vedi il caso della maxitangente Enimont: per-
venuta la rogatoria da parte del pool di Milano, il Vati-
cano rimandò la risposta il più a lungo possibile, infine
applicò la consueta, sperimentata tattica: offrire ai magi-
strati la conferma di quanto già sapevano, aggiungendo
solo ciò che probabilmente avrebbero scoperto di lì a
poco. Per non dire che, quando scoppiò lo scandalo del-
l’Ambrosiano (macchiato dal sangue di Ambrosoli, Calvi
e Sindona) e la procura chiese l’arresto di Marcinkus, il
monsignore la fece franca grazie all’art. 11 dei Patti La-
teranensi: chi lavora in strutture centrali della Santa Sede
non può essere né indagato, né arrestato, né processato in
Italia (è il tipo di immunità previsto dal lodo Alfano).
IL POTERE ECONOMICO DELLA CHIESA CATTOLICA E GLI SCANDALI FINANZIARI
CHE LA COINVOLGONO. SONO UNA ‘CROCE’ PER IL CARDINALE SEPE, CHE
ASSOLVE PREVENTIVAMENTE I GIUDICI E I GIORNALI CHE NE PARLANO
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