Numero 6 del 1945
Lasciato il fucile ricostruiremo le nostre famiglie
Testi pagina 10
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Romanzo [li lllllN S'I‘li_lNlllîl2li
ln prima noulrulo riwtp invasa (lui INlt'Sl‘llL Gli inruxnn‘ L‘ll'tllll} /ru l'mi'io e lo ntpprr-
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h- pnrt In ronuutiu la con (ll‘lll‘ Ul‘l'lllfllfl pir. I—pn-xaltille unw' L‘n
n.- ili solllltlcsì, h \J , lo lil' mirò il tlnllol'l' — N1... >1
\i'll:| paletta della rasa del sindaco, un >0]—
o ,im mutt ndo la in rdta pl‘cahn ti pur
della rame da letto di Ortlen. Annella
\l;t\'ll ingiuni htala davanti al l-autiuetlo, Inol-
lt'lltln dei pr'chlli di (- hone nlll lum-o. Al/ì
gli orchi \cr>0 la ‘entiuclla t'he se n, .Kl l
pt -o la porla del «indaco c i'lltcre in modo
trai-e. Cosa gli Hilltlc lare? Il soldato
non rispose.
ai aprì la porla che conduceva all’esterno
ed entrò un secondo soldato, tenendo il dottcr
Witner per un h tcrio. Il wldolo chiuse la
porta dietro il dollore e rimase appoggiato al
ltullcnlc. a Come va, Annetla? -— chiese Il
ilollur Wimerr —— Come sui San Eccellenza?
_ li dentro — disoa Annette, indicando
la rumeni da letto.
, sta furie male? - llL‘Se il dottor Wintc .
ho, non saprei — rimase Annetta .—
Vogliu vedere se gli ai può ttire rhe siete
qt , Ã Si pianti) di fronte alla xentiuella e
se intperìosautenle. — Dite a Sua Ecrcllrn-
zar che il dottor Winter è qui, Mi capite?
La .xenlllk‘lla non rispose, nè si morse, ma
la porla si apri alle sue spalle o il sintlaro
(lrden >l prulilò sulla soglia. Come se ln sen—
littelln non e» tesse, le passò unt‘anlo e fece
alcuni passi nella stanza; per un istante la
sentinella pensò di costringerlo a rientrare nel—
lu sua rumeni, poi se ne tornò ai suo parlo,
am'nnlo alla porta.
— Gra , Annelm — disse Ordent —— Non
allarniutevr troppo. vi prego: potrei aver hi-
soguo di voi
Rimarrà qui
bene"
—— Si sta pellinand’o. La vo'lele vedere. An-
neîln'?
—« Sì, Eccellenza —— disse Annella, e an-
ch'essa s‘gusciò allrnverao la porta, senza de-
gnare di uno sguardo la sentinella. (‘l’lilldt‘n-
do i luscio alle spalle.
N Desiderate qualche cosa dottore? —— rin!“
se Orden.
Winter ebbe un sorriso ironico e, facendo
un gesto al (li soprtndella spalla, indirò la
mulinello e di—se: — Ho l’impressione d'eSsere
in slulo di arresto. E‘ l‘amico laggiù. che mi
ha potuto qu
Forx: era fatale rhe riò avvenisse -<
e Orden, — E ada-30 tos- votranuo fa—
te? ‘— I duo uomini «i , nuthtntono una lun-
ga orchiztta e ria—runo indovino il poukiero
tlt'llallro.
E allora Orden continuò come riprendendo
il lilo di un lungo discorso —— Voi mi cap -
lo. non polrcì smetlen neanche 5c lo vole
Lo so — (lime Winlcr. — Ma loro non
lo sanno. — E ripeti: un pe'nriel'n vite giÃ
aveva avuto: — Un popolo pttttlttale.... c l‘ora
si sia avvicinando. l'ert'hè arcellnno un t'a-
po unico, rhe la tutto di le>ta sua, rreduuo
che lttlti siano r-ollle loro. Salmo llenlxsllllo
rhc se a una loro saltarero una diorina di
teste, tutto andrebbe a laiun'in; mir noi sin‘
Illo un popolo libero. oi abbiamo lume IL"
itc, quouu sono gli ahi inti; da noi, in c.
di bisogno, i rapi vengon su come lunghi.
Ut'tlnn posò le mano sulla spola di Wiu
ter e di“ — Grazie, lo sapevor ma la piu-
» \tlll in m. ai un, u umtt'o Dil‘t'nln [In
Erecllenza. La signora sia
'li; prematura? . Arl
.tlrbnllcrt‘ :\t uoiitr
diicntl— >ullllll
'ono alrnni Manti
Lui
lll [nor
scii“
uuno dal
ptu forte.
euzio.
in M-u-
linelln routhiò 'Tllll‘llle la .‘Illl llllnlllll‘u v'
il Mm luulc le slum tintinnando. un hmtuntx
— l’o»»o l r0. tlolmre v dimc o...
. — l’rolntliiltm-utc hill'll l‘ultima volta t'ltr'
ad Hll'llllui Mi ‘L‘IllO tormentato rln
l'clll pvlhi i ntewltitti.. 7— Orden tassi e guai.
dò il soldato con la coda (lell oorhio, tua il
soldato sembrò non aver udito i Ho pctlsnlo
alla utia morte. Se dehliouo seguire la pr
«editra abituale ionu'utcranno iol lurilare un"
e dopo. di un: a Iuruo vo lr . a E poi-
l‘lle thter l;l1'e\‘ Y Ortlcn instru‘: Non i:
vero?
— Probabilmente sarà l'0 > Wiuler si di.
rose verso una delle Sl'lile tlorale, 1:, mentre
stava pur alllk'l'ol‘ si avxitle t-he la stoffa ('lu:
la ricopriva era strappata; .liorò la sedia t-ou
lo punta delle diln, ronte >e voles e accomo-
tlurla poi vi si serietae ron del tema, ro-
llll: temendo di uuntenlat'o lo drappo.
a A dir la verità , ho paura - prosegui
Orden. m llo pensato come fusi; e, colui:
ustlrc da qucala situazione. ilo po lo alla
luga Ho pomata di lare una xnppl , prl‘t'llb
mi lascino sulV-I la
merlo pensato.
Winter sollevò gli occhi e di se: ., Mir voi
non l'nvole fallo.
. v l\'u, non l‘ho l'alto.
a E non lo fari-le.
Orden sembrò csll e un islanler . No.
lo farò. Però vi ho pemato...
— Come potete vredere che anche gli trllri
non vi —pensmo'{ w chiese Wiulcr, 00" dol-
cezza. Credete r-he non vi abbia pensato
aurh 10"
—- Mi sto chiedendo perchè abbiano arreati
lo anche voi — {ore Orden. A Forse aut-h,
voi sareifl fucilato,
-— E’ probabile — disse Winler e si mise i|
girare i pulliri l'uno sull’adlro e osservò a
lungo il tuoviuienlu delle proprie tlila.
>— Voi lo sapete bene, —- Orilen si tacqne un
islantc, poi disse: — Vedete, dottore, i0 non
no che un porer'uotuu e qtteala i: una ril-
li piccola, ma vi dev‘c ‘cre una 'iutilla, nel-
la game picrola, clic può divenil una ï¬ï¬‚nh
mala, Ho paura, ho terribilmente paura, e ho
pelhalo a tutto i ò I'lle polrei lare per t'er-
" - di av n: la vita salva, e poi ho cessato
di pcuà arr u querle ('OMÈ. e ades o provo una
specie di tolllelllu-A . rome s‘ io lmsi migliore
rame s’ia ioni una per na più grande. ,.
pote dottore, «osa mi è venuto in utente?
Ordeu sorrise al ricordo. i Vi ricordate,
scuola, l'Apulagtu? Rivordattc quando Sorr
dice: u Quali-uno nti dirà lUl'rE: " Non ti ver-
gogni o Sori-ate. di nicr condotto un genere
di vita che ti la ora portando ad una tuor-
una simile don uda in
avrei u diritto di pumlut‘e: 'Tu u omni:
un uomo che utlgii qnulrhe rosa non pL‘th
alle sue possilxililît di vivcre o di tuorit
egli dcu: soltanto pemare so riò t'lle sln la-
teudu sia giuulo o ing .lo†n. --— Orrlen fr-
"e una paus . i'vreaudn di t'cortlart‘.
Il .Iottor “inter 4 .pnrw in guanti
vila...— \li vergogno di
ttun
mlln
Noi nonni:
w «Se lzr sua
.wrliu e I'llnlilllllr la i"| Liot
pul'le .u qui-Ila ili un un. m vit'lttnso o di
lll| i-utpio n4 .\nn mi Millllll rlte w in rirotu
ll .to lwnc. .\on air“; tnai a Ilu uno (ll'gl sHl'
denti miglio
0rd n rin; \r- no riuurd
— di Nc W Illl' .7 l‘li' ni- ru-ot'iln mul.
to ben ulllalhlle .wut) mm parola o, a voli
tr. delle inter» tiglio, -\,.|i .utui eravate lalv
IIlL‘IIlt' ituprc ' tu. i-h non vi art'orp uttr rin:
un Inutho di I tnilti. ioudnluva llll‘l o i»
non l'upivfllu perrl rido‘srro,
lI iiur o q mi—‘c n rltln'r: Qtlaml'rraî'
Quarout' uni l‘a'.’
.\o .
lì Oill n ptiwgu o F.rl 0| o voi, rhl-
llll lIH‘I ' . u.
l] rolonuello latlher ( rin vt l —. n- I wllza
far rumori .lc mulinello si ‘rigidirunu noll'.
Ivnlt. Udondn le parole del ,«ìtmnru. Lunar.-
ru-rtnò. per pulcr meglio usi'oltnrc.
Sempre ï¬ssando il so lo. Oirlou (-0:
r‘rordare le parole. — nEtl ora. i. \(
mi avelc rondannnto‘ I‘I'l'o (lllflllll) mo pi
vi. dal IllolllL‘nin t'llc alo per nto ‘ e.
è nel nionu-ntu del morti» Ire gli unniini
leggono "l'1 lumi-o. lo dil'o n voi, l'lh: u
ma
Wintcr
lenza».
Orden lo guardò
E Wintor ripct
z. a. non u morte n_
'nate, rhe... subito dopo la mia "torte“. u.
si alzò in piedi e suggeri: .,_ «l r
.7 Srusale?
La parola i- u parten-
Rirordo rho lurovale lo
xtL-aso Khaglio .1 scuola, quaranta. i anni
v7 Ma no: è n morte n. E’ (r mor n, vi di-
r-u. —— Onlcn si guanlò intorno o vide il 4-0-
Ionnello Lanaer, che lo ava tisrcrvandnl —
Non è vern che è a morte o? — ‘lllm-i: al ro-
lonnello.
v (l l’arleir n w lece il rolonurlln. 7- Il
[(510 (lire: «S hito l mio partenza n.
— l.o ierlole —— it le il dottor Wittlc . ,
S uno due i-Dlìtl'o nnu, ll lesto dir-c «par-
ten - DL E" lo siedo sbaglio rhe larevale ‘
sr-unla.
Ordeu guardava nel vuoto. e il suo sguardo,
rottrentrandosi .sui rit'or sembrava “On ve-
,aisinntc, che sullllo dopo la mia .
partenza . ti altenderà una pun
peggiore di quella alla quale avete ('ontlall—
nato tue i).
Winler fece un renna di approvazione, e il
rolcnnell'o fece lo stesso: sembrò che i due
uomini rerrassero di aiutarlo a ricordare. 0r-
dcu prosegui: —— «Avete condannato me, per
(hè volete sollrani all'accusa the grava eu
di voi, perihè non osato render conto delle
nostre ozio. .n.
In quello entrò il tenente l’rat‘kle ccrlltl-
lissinio. gridando: w Colonnello Lanaer!
w Signor colonnello, abbiamo lt'ovato dr-
gli uomini con della dinamite.
— Zilw! — due Lanserl
Orden proseguì —— «Se ricorrendo all’as—
.s. ainio rredete dt impedire rhe altri vi rott-
danniuo per le vostre vire inique, voi vi shu-
gliate )). — Aggrottò le figlia e si mise a pen-
snre uuovmneute, li ndu il soffitto. poi .xor-
e: — E‘ un.
il reati, l‘ho
rise in modo iutburn..al0 e (l .
lo quello t'h'ìn posm rirordare
ditncutit'alu.
Winter di e: —-- Non v'è mole. dopo qt
. lltlaci an , r- dopo unta, non cravale Irtìn'
po bravo qttnrnutasri anni l'a...
ll tcuonte l’iaiklc lo interruppe
rnlonni-llo. gli uomini hanno la di
A Signor
ima numeri? I.
Ilia fino n] pro.
Prossimamente un grande romanzo
della scrillrice francese Triollel Aragon
scritto durante l'occupazione di
Parigi.