Numero 4 del 2016
Europa (in)difesa. Barriere politiche e culturali
Testi pagina 10
8 Aprile-Maggio 2016
IL 20 gennaio scor-so l’INSEE e ‘Le Monde’ hanno
certificato per la Francia quanto circa un
mese prima (dicembre 2015) era stato
evidenziato per l’Italia dal quasi analogo
l’istituto nazionale di statistica ISTAT (1; 2).
In entrambi i paesi si confermava la noti-
zia che nel 2015 si era verificato un grave
aumento nel numero di decessi rispetto al
valore standard “atteso”.
In Italia, in particolare, si è stimato addi-
rittura l’11,3 per cento, corrispondente a
circa 67mila decessi in più. Si è quindi ri-
dotta la speranza (aspettativa) di vita (Life
Expectancy, LE).
Data la gravità dell’evento, ci chiediamo se
poteva essere evitabile, perché prevedibi-
le, questa catastrofe definita “misteriosa”
da uno dei principali quotidiani nazionali.
Forse bastava considerare, anziché
trascurare, quei gravi “sintomi” che da
tempo alcuni di noi (con meno “pro-
ve”, lo ammetto, ma già dal 2001 al G8
di Genova) segnalavano. Bastava quindi
ascoltare quello che - oltre ai Medici
per l’Ambiente (ISDE) - altre categorie
sociosanitarie orientate alla prevenzio-
ne avevano segnalato.
Sintomi che dal 2004 si sono consolidati
in gravi malattie croniche con evidente
accorciamento della durata della vita
SANA a causa dell’anticipazione dell’età
media di insorgenza della disabilità, da
70 a circa 61 anni. Si tratta di una impor-
tante perdita di salute che fa perdere l’au-
tosufficienza, prova “naturale” di salute.
Stiamo parlando quindi dell’aspettativa di
vita SANA (ufficialmente Healthy Life Ex-
pectancy; Healthy Life Years; HLE).
Queste analisi sono prodotte annualmen-
te da EUROSTAT per l’intera comunità
europea, Italia inclusa. Un indicatore che
l’Europa consiglia di utilizzare, assieme
all’altro indicatore complementare, quello
dell’aspettativa di vita (LE) come verificabi-
le “termometro” di progresso di un paese.
Personalmente da parecchio tempo
cercavo di far riflettere anche sull’ac-
corciamento della durata della vita
SANA attraverso articoli, conferenze e
congressi scientifici (Gennaro, Ghirga,
Corradi, It.J.Ped, 2012; AIE,2015) in rete
e nei vari blog (Grillo ecc.).
Quando ho scoperto questi dati, dopo
aver cercato di comprenderli meglio, ve-
rificarli ed essermi ripreso dal profondo
sconforto, ho continuato a diffonderli, ma
ho ricevuto davvero poco ascolto, nes-
sun incoraggiamento e due tipologie di
risposte apparentemente contradditorie.
L’establishment informativo-politico-sa-
nitario ha praticamente ignorato, negato
e deriso questi dati (ed anche il sottoscrit-
to). Tuttavia le altre persone che veniva-
no a conoscenza di questi dati, in modo
bipartisan, al contrario, sembravano non
stupirsi affatto.
Da molti anni, dati molto più favorevoli e
rassicuranti erano invece diffusi capillar-
mente, periodicamente ed energicamen-
te dai mass-media e dai “tranquillanti”
di massa. Si trattava dell’”altra metà del
cielo” dell’informazione. Dati riferiti all’a-
spettativa di vita media, ma generica (spe-
ranza di vita; LE) che non quantifica la du-
rata della vita vissuta senza disabilità come
proporzione con la durata dell’aspettativa
complessiva né, men che meno, individua
l’età di comparsa della disabilità grave e/o
media. Questo dato vero, ma assoluta-
mente parziale, sull’aumento della durata
della vita (LE), sempre certificato da EU-
ROSTAT e dall’Organizzazione Mondiale
della Sanità (OMS-WHO) era sicuramente
rassicurante ed anche – probabilmente
- vero, fino al 2014. Appariva tuttavia par-
ziale e strumentale perché era usato per
sostenere che “tutto va bene, lasciateci
lavorare senza disturbare, non credete ai
gufi, ecc..” Insomma, fidatevi di noi e delle
nostre scelte di politica economica, am-
bientale, sociale e sanitaria.
In effetti anche recentemente (AIE,
2015) avevamo segnalato alcune ca-
renze in questi dati pubblicati dall’OMS
che non pareva avessero esaminato le
differenze di genere, né il trend tem-
di Valerio Gennaro*
Istituto Italiano di Bioetica
www.istitutobioetica.org
VITA LUNGA,
SOPRATTUTTO VITA SANA
In Italia nel 2015 si è ridotta la Speranza di Vita, ma la Speranza di Vita SANA
sta diminuendo già dal 2004. Specialmente nelle donne. Vogliamo iniziare a
comprenderne le cause per invertire la tendenza?
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