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Numero 1 del 2010

2010 non ci resta che ridere


Foto: 2010 non ci resta che ridere
PAGINA 10

Testi pagina 10

gennaio 2010 noidonne10
“Sono stato spesso citato come uomodi successo perché il mio curricu-
lum è ricco di numeri: 800 pubblicazio-
ni scientifiche, 11 lauree honoris causa,
10 trattati di medicina. Invece nel mio
profondo io mi ritengo l'opposto, cioè
un uomo che ha avuto molte soddisfa-
zioni dai suoi studi ma anche tanta sof-
ferenza per le frustrazioni vissute, sia
nella cura ai pazienti sia nelle ricerche”.
Una confessione umanissima, quella di
Umberto Veronesi, nel suo ultimo libro
autobiografico,
L'uomo con il camice bianco e tanto
più significativa per chi è stato ed è pro-
tagonista di una lunga lotta contro il
male fisico per antonomasia, il cancro,
e ha il merito di aver introdotto una
nuova cultura della malattia. La consa-
pevolezza e la partecipazione hanno so-
stituito la negazione e la rimozione, in-
nescando un meccanismo virtuoso nelle
terapie e incoraggiandole a varcare
nuove frontiere. Per i tumori al seno, ad
esempio, si sono trovate tecniche con-
servative - come la quadrectomia - che
evitassero, ove possibile, la mutilazione.
È ancora Veronesi a dichiarare che mai
avrebbe potuto pensare di osare l'ab-
bandono della rimozione totale del seno
malato se non gliel'avessero chiesto
donne con tumori molto piccoli, in no-
me della loro vita e della loro bellezza.
L'attenzione al mondo femminile lo
ha condotto sia a concepire una medici-
na "su misura" per le don-
ne, sia a valorizzare il lo-
ro ruolo in un progetto di
società che assegni un
ruolo centrale alla preven-
zione: le donne - ha scrit-
to Veronesi, in significati-
va consonanza con la
prospettiva del premio No-
bel Amartya Sen - sono le migliori allea-
te dei medici, il crocevia da cui passa la
salute di tutta la famiglia, bambini, ma-
riti, parenti, anziani. Altrettanto impor-
tante è il loro ruolo nella ricerca, con-
trastato purtroppo dalla pre-
senza di un perdurante "ma-
schilismo scientifico" che
mantiene ancora forte il livel-
lo di discriminazione e fa sì
che il divario tra i sessi di-
venga sempre più ampio,
man mano che si sale nella
scala gerarchica. Come uti-
lizzare per il bene di tutto il
paese - si è chiesto - uno
straordinario patrimonio di
menti femminili? L'associa-
zione italiana ricerca sul
cancro (AIRC), ad esempio,
ha inserito nei bandi di concorso una
particolare policy che giustifica assenze
dovute a cure parentali prolungate e,
nel giudicare i progetti da finanziare,
tiene conto anche degli anni dedicati
dalle ricercatrici alla maternità e alla
cura dei figli, permettendo così alle
mamme-scienziate di mante-
nersi al passo con gli uomini.
Come si vede, siamo in pre-
senza di iniziative assai con-
crete che testimoniano la di-
chiarata volontà di superare
atavici pregiudizi che con-
sentano, secondo l'auspicio
di Veronesi, di aprire "l'era
della donna".
Una conquista altrettanto
importante è la lotta contro il
dolore che, per antichi retag-
gi culturali, era ritenuto qua-
si una necessità insita nella malattia e
che ora è combattuto grazie alle terapie
da lui introdotte come ministro della Sa-
nità. Un impegno civile all'insegna dei
diritti fondamentali e della tutela della
salute sostenuto dalla Fondazione Vero-
nesi su temi cruciali, quali la feconda-
zione assistita, il consenso informato, il
testamento biologico.
Se la bioetica ha introdotto in medi-
cina la "rivoluzione liberale", che vede
al centro la persona protagonista del
percorso di cura, il grande oncologo ha
certamente contribuito a diffondere nel
nostro paese una cultura capace di ga-
rantire il rispetto del principio di auto-
determinazione, passando da un model-
lo fortemente paternalistico - che am-
mette "l'inganno caritatevole" del pa-
ziente - a un modello basato sulla par-
tecipazione responsabile alle scelte tera-
peutiche: un patto di fiducia fondato
sul reciproco rispetto e sulla parità dei
diritti e doveri. "Pochi spiegano ai futu-
ri dottori - ha scritto Veronesi ne La pa-
rola al paziente - che il loro compito pri-
mario sarà occuparsi dell'uomo, che
non si potranno concentrare solo sulle
malattie ma dovranno ragionare su co-
me creare e mantenere un rapporto col
paziente".
Da qui l'attenzione prestata agli
aspetti formativi ed educativi della pro-
fessione medica: basti ricordare la crea-
zione della Scuola Europea di Oncologia
e la decisione di istituire, come ministro
della Sanità, la Formazione Medica con-
tinua obbligatoria. Occorre certo "aver
cura" dei pazienti, eseguendo tutte le
operazioni che li riguardano con la ne-
cessaria competenza clinica, ma insie-
Veronesi,
la lezione
di un medico
umanista
Parliamo di bioetica
Luisella Battaglia,
professore ordinario di Bioetica
nell'Ateneo genovese,
ha pronunciato la laudatio,
di cui si riporta
uno stralcio
“ “
Il 23 novembre 2009
è stata conferita dalla Facoltà
di Scienze della Formazione
dell'Università di Genova
la laurea honoris causa
in Scienze pedagogiche a
Umberto Veronesi
“ “
Le donne sono
le migliori alleate dei medici,
il crocevia da cui passa
la salute di tutta la famiglia,
bambini, mariti, parenti,
anziani
“ “
Luisella Battaglia
Istituto Italiano di Bioetica
www.istitutobioetica.org
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