Nel libro di Marzia Camarda realizzato dallo SPI-CGIL Lombardia per il centenario di Rodari nuovi spunti per una relazione pedagogica verso l’infanzia basata sull’ascolto e la libertà creativa. Postfazione di Costanza Fanelli e collegamento con artic
Per il centenario del grande scrittore per ragazzi lo SPI-CGIL della Lombardia ha realizzato un libro scritto da Marzia Camarda e illustrato da Luca Caimmi che viene presentato con un’ iniziativa on line il 19 febbraio, in cui, attraverso alcune chiavi di lettura della sua produzione favolistica, si forniscono spunti e suggerimenti al mondo degli adulti per costruire una relazione pedagogica verso l’infanzia basata sull’ascolto e la libertà creativa, fuori da schemi tradizionali.
Le celebrazioni per i cento anni dalla nascita di Gianni Rodari sono terminate, ma Rodari è talmente presente nella vita di adulti e bambini che non si finirà mai di amarlo e riscoprirlo continuamente rispetto alla ricchezza e alla bellezza di tutto quello che ha fatto, scritto, lasciato. Lo SPI-CGIL della Lombardia, che associa migliaia di donne e uomini che vivono o hanno vissuto esperienze di rapporti con l’infanzia come ex insegnanti, genitori, parenti, nonni, ha pensato di festeggiare questo grande scrittore realizzando una pubblicazione incentrata sul percorso di “Rodari educatore” ed con un evento on line il 19 febbraio. Educatore, però, non dei bambini ma di quanti, consapevoli o meno, si trovano a vivere esperienze educative, formali e informali, con l’infanzia.
Il volume “L’universo educativo di Gianni Rodari. Strumenti per una didattica delle figure parentali” contiene un saggio critico di Marzia Camarda, esperta di letteratura con un occhio particolare al “genere” ed è illustrato dal disegnatore Luca Caimmi.
Un volume agile, allegro ma denso di messaggi rivolti a tanti destinatari, con una particolare attenzione alle figure delle nonne e dei nonni. Ai quali Mauro Paris nell’introduzione manda un messaggio: “nel molto tempo trascorso coi nipoti i nonni possono recuperare una funzione educativa più attiva e valorizzare il proprio ruolo nella coscienza degli adulti di domani”.
Marzia Camarda, già autrice di un libro, “La savia bambina” che analizza la rottura che Rodari porta avanti rispetto ai modelli femminili tradizionali, in questa pubblicazione rilegge molte delle sue favole e i suoi personaggi evidenziando chiavi meno esplorate del mondo educativo di Gianni Rodari. Al centro c’è il rapporto dei bambini con gli adulti, al di fuori di schemi preesistenti di ruoli, un mondo di incontri tra personaggi di tutte le età che si scoprono liberi, perché fuori dagli stereotipi, anche educativi, dietro ai quali si nascondono spesso egoismo e meschinità della società circostante.
Qui Rodari colloca il rovesciamento di ottica della sua pedagogia, affermando che sono gli adulti che devono essere “educati” attraverso un percorso di vero coinvolgimento, alla pari ,con il mondo dei bambini e dei ragazzi.
Rodari dice di più: attraverso l’ascolto e il confronto con la curiosità e la libertà, che sono elementi insiti nel comportamento e nel pensiero dei bambini, si costruisce anche un mondo migliore per gli adulti.
Camarda si sofferma su alcuni aspetti. Prima di tutto il mondo familiare, che Rodari destruttura nei suoi aspetti tradizionali mettendo in crisi il principio del valore in sè dell’ubbidienza abbinata soprattutto alla figura paterna, liberando anche la madre dal suo ruolo di accudimento esclusivo.
La famiglia di Rodari è una “comunità educante”, uno spazio di dialogo, anche di “gioco” circolare. Un’operazione di rovesciamento che veicola in tutte le sue molteplici forme di attività, come scrittore di favole, giornalista, saggista e pedagogista.
Il volume parla in particolare del rapporto tra bambini e anziani, dando spunti nuovi su come la presenza dei nonni nella famiglia di oggi possa rappresentare uno speciale “spazio educativo” di libera relazione ludico-affettiva, filtrata da quella che, in una bell’immagine, Rodari definisce “lo sguardo di tenerezza”.
L'autrice compie un prezioso lavoro di rilettura di come nelle fiabe le diverse figure di anziani giocano un ruolo importante rappresentando un elemento spesso inaspettato di esperienza per i bambini. Anziani che riescono a capire quello che insegnanti e genitori non sentono dai bambini perché, come dice in una celebre filastrocca, possono avere “un orecchio acerbo” cioè un “orecchio bambino”.
Bambini e anziani che si ritrovano vicini perché entrambi figure invisibili per la società (come nella favola di “Tonino l’invisibile” o nella bellissima “Vado via con i gatti”).
Di più l’anziano proprio perché “uscito” dalla dimensione produttiva e consumistica della società è quello che in molte favole capovolge i luoghi comuni e trasmette ai bambini il valore primario dell'umanità e della generosità tra le persone.
Ma per Rodari l’anziano non è un soggetto neutro: ci sono anziani maschi e anziane femmine, donne che decidono di avere coraggio, di disubbidire al ruolo atteso, come fanno i bambini, perché la disobbedienza è spesso la porta per cambiare la realtà che non va e quindi per affermare una maggiore giustizia nel mondo.
La pubblicazione edita dallo SPI-CGL della Lombardia si conclude con una postfazione di Costanza Fanelli che, ad integrazione delle riflessioni contenute nel saggio di Marzia Camarga, si sofferma sull’importante patrimonio di articoli e contributi giornalistici che Gianni Rodari ha scritto negli anni ‘50 e ‘60 sulla Rivista NOIDONNE. Trattandosi di un giornale che entrava in migliaia di famiglie di quegli anni, Rodari si rivolgeva direttamente al variegato mondo dei cosiddetti educatori (insegnanti, genitori) sposando il punto di vista dei bambini, capovolgendo in modo allegro ed eversivo le basi consolidate di stereotipi educativi.
Le bugie dei bambini non sono una cosa cattiva, hanno un senso e delle motivazioni da capire, sono messaggi nella bottiglia da interpretare (Perché dicono le bugie?). Quando i bambini disturbano o chiedono continuamente ai grandi qualcosa non sono noiosi, chiedono di essere ascoltati e capiti (I bambini sono noiosi). Spesso sono i genitori a sbagliare quando affermano principi educativi anche perché spesso sono proprio loro i primi a non seguirli (Genitori sbagliati). Non ci devono essere discorsi proibiti ai bambini ma dialogo, conoscenza, tempo dedicato a spiegare e raccontare (Discorsi proibiti).
In anni cruciali per il nostro paese Rodari fa una lunga battaglia per una scuola nuova e profondamente diversa con articoli dai titoli controcorrente: “Sua maestà il voto”, “E’ possibile una scuolasenza pagella?”, “Rimandato in lingua”, “Lezione di bugia”, o raccontando esperienze alternative, “La scuola della felicità”, “Che maestra la campagna”.
Al centro del mondo educativo di Rodari anche nei suoi articoli c’è il gioco come pratica creativa per bambini e adulti (“Giocando con il mondo”) e la favola, maestra di una vita creativa e libera.
Per anni Rodari cura su NOIDONNE, come per altri giornali del periodo, pagine speciali dedicate ai bambini, come l’"Album dei bambini”, piene di disegni, giochi, racconti e favole da diffondere attraverso le famiglie, strumenti per aumentare nei genitori la voglia e la capacità di trascorrere più tempo con i propri figli, anche pensando alle carenze di allora del mondo dell’istruzione.
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